venerdì 28 ottobre 2005


Spettri hitleriani e pretese islamiche.

Uno spettro si aggira per il Medio Oriente. Si tratta di un fantasma che ha assunto le sembianze di uno scellerato individuo che rappresenta uno Stato mediorientale. Si è messo in mente che, per ragioni religiose e/o politiche, lo Stato di Israele deve essere distrutto dalla faccia della Terra. Il malvagio è l'attuale Presidente iraniano che vorrebbe far fuori milioni di cittadini del paese ebraico in nome di una visione politica che ci ricorda quella nazista. Noi siamo contro questo folle progetto e siamo dell’opinione che un individuo del genere deve essere emarginato il più possibile dalla comunità internazionale e, se il caso, il suo paese espulso dalle Nazioni Unite. Francamente non se ne sentiva il bisogno. Purtroppo, i cattivi che seminano odio sono sempre dietro l’angolo e spuntano fuori quando meno te lo aspetti. Come hanno potuto gli iraniani eleggere un individuo così turpe? La ragione è semplice. E’ difficile che i politici islamici posseggano la capacità di agire secondo le regole occidentali, cioè secondo la concezione del rispetto dei valori della carta dei diritti dell’ONU. La questione è di difficile risoluzione fintantoché la comunità internazionale non adotta strumenti di emarginazione concreta come in precedenza è stato fatto con la Libia che in questo caso sono indispensabili. E’ francamente inaccettabile che nel 2005 ci siano responsabili politici di Stati che ragionano in questi termini. E poi i musulmani si chiedono perché la comunità occidentale ha delle riserve su alcuni di loro. Sfido! Con questo modo di ragionare dovremmo accettare il genocidio! Ma si può continuare a vivere così?

mercoledì 26 ottobre 2005


Ancora sulla polemica Cofferati-Bertinotti sulla legalità.

E’ sconfortante apprendere che dopo 37 anni dal ’68, in Italia, c’è un partito politico dell’estrema sinistra che dice di credere nei valori costituzionali ma sceglie la via della polemica politica contro il Sindaco di Bologna, reo di credere nella legalità e di imporsi nel Consiglio Comunale per realizzare il suo progetto di città che rispetta la legge. Cose da non credere. Anzi. Cose di cui vergognarsi. Povera Unione se deve fare accordi con questi cialtroni che se la prendono con un Sindaco che dà lezioni di civiltà. Consigliamo al compagno Bertinotti di leggersi il libro a fianco indicato.

lunedì 24 ottobre 2005


Bologna: caso legalità. Aveva ragione Berlusconi.

E’ terribile ma è così. A Bologna sta succedendo qualcosa di grave, di molto grave. La polemica tra il Sindaco Cofferati e i rappresentanti di Rifondazione bertinottiani di dura fede e di altri soggetti della contesa (vedi Organizzazioni no-global, cattoliche e satelliti più o meno filogovernativi, Verdi, ecc…) sta sfociando in una guerra aperta. Il caso si riferisce alla decisione del Sindaco di Bologna di far rispettare la legalità (decisione saggia) a questa galassia di soggetti riottosi, anarchici che ritengono di avere il diritto di opporsi (decisione dissennata) alla decisione del Comune circa il rispetto della legge e delle norme relative agli immigrati clandestini. Diciamo che prima o dopo questa grana doveva scoppiare e, come abbiamo accennato nel titolo, Berlusconi aveva ragione quando disse che il problema dell’estrema sinistra al governo sarebbe stato un problema per il centrosinistra. La difficoltà nasce quando si tenta di fare accettare ai rifondaroli le leggi che escludono la possibilità di chiudere un occhio nei riguardi degli immigrati clandestini. I rifondaroli devono fare ancora molta strada per imparare l’abc della legalità. Che studino!

domenica 23 ottobre 2005


Politica e omicidi: un intreccio perverso

“Vi saluto piangendo per l'uccisione violenta di una scuola, l'Istituto Tecnico Industriale, in cui ho insegnato per 28 anni e in cui continuo a credere nonostante il suo carattere sia molto cambiato da quando l'ho lasciato 9 anni fa e deprecando l'insipienza autolesionistica di certi organismi che a quanto pare ignorano anche i loro stessi interessi”. E' la dichiarazione sconfortante di una docente che ha insegnato nella scuola tecnica per molti anni. La ragione è l'entrata in vigore della riforma Moratti che ha deciso la chiusura di queste scuole e la loro sostituzione con scuole insulse, inutili, che produrranno una ulteriore fonte di giovani ignoranti votati alla disoccupazione. Poche considerazioni necessarie per illustrare il senso della realtà della scuola di oggi così come si presenta agli occhi di un osservatore. Diciamo subito che ad essere stata uccisa non e' una tipologia di scuola (vedi ITIS) ma l'INTERA scuola. Gli assassini non sono solo qualche insegnante fidato, qualche Dirigente scolastico compiacente, qualche Ispettore filogovernativo, qualche Dirigente Generale in odore di candidarsi nelle file del centrodestra o il centro studi della Confindustria montezemoliana. No. La scuola intera italiana è stata uccisa dal potere politico, di centrodestra e di centrosinistra a cui vanno tutte le responsabilità. Cioè dal paese tutto che ha sempre considerato la scuola il terreno ideale di scontro delle proprie ideologie, ormai fuori tempo. Chi ha perduto siamo noi, i nostri figlie e gli italiani tutti. Cosa sarebbe necessario fare per diminuire questa folle corsa all'autodistruzione? Far ritornare un po' di buonsenso e di serietà nel prossimo governo. Rimboccarsi le maniche e ripartire da zero. Con molta modestia e molto pragmatismo, lasciando a casa i voli pindarici delle grandi affermazioni pedagogiche e i soliti stereotipi post-sessantotteschi. La scuola deve ritornare agli insegnanti, a coloro che insegnano, che hanno responsabilità concrete nel processo di educazione e lasciamo a casa i grandi intenti legislativi che a questo punto devono cedere il passo ai propositi di base.

venerdì 21 ottobre 2005



Mutazione genetica e cambiamenti politici.

Non ci piace fare critiche agli uomini politici e ai partiti che realizzano programmi elettoralmente adeguati alle promesse fatte in campagna elettorale. Tuttavia, dobbiamo fare un'eccezione nei confronti del partito dell’On. Fini. Siamo rimasti di stucco in questi ultimi anni nel vedere il partito di Alleanza Nazionale cambiare pelle e politica, come quando si cambia colore dal nero al grigio edulcorando le idee per nascondere le profonde trasformazioni che si sono effettuate sugli ideali della politica di destra. Credevamo che i cambiamenti avvenuti nel partito di Fini e dei “ragazzi” che lo circondano (La Russa, Gasparri e compagnia bella) fossero di crescita sul piano della politica come la si intendeva una volta. Invece, che tristezza vedere messa in atto una colossale mutazione genetica che ha trasformato il partito ex-MSI di destra-destra in una cozza acefala centrista, filoberlusconiana fino alla nausea, senza testa e senza colore. Schiacciati sulle posizioni populiste di Silvio Berlusconi gli ex-delfini di Almirante hanno perduto la caratteristica che li contraddistingueva in precedenza: la patria, il valore nazionale, l’unità politica del paese e, soprattutto, la capacità critica di inseguire il sistema e criticarlo negli elementi meno valoriali che lo contraddistinguevano nelle continue virate che esso ha fatto verso lidi politici sempre di sinistra. Il MSI era un partito legato al passato regime fascista, non in grado di governare per le sue posizione oltranziste in politica nazionale ed estera. Fu un partito carico di memoria storica e di immagini suggestive dovute al nazionalismo più esasperato. E’ vero. Ma era un partito che su questi “valori” non scherzava. Si può dire di tutto contro quel partito di estrema destra ma si era certi che i politici di quella ideologia avrebbero combattuto con impegno battaglie non solo parlamentari contro tutte le storture che avessero solo minimamente accennato al tentativo di produrre la rottura dell’unità nazionale. Mai avremmo pensato che il dott. Fini avesse potuto svendere il valore nazionale della Costituzione per un piatto di lenticchie datogli dal Senatore Bossi, ex secessionista mancato. Fa male sul piano dell’immagine e delle scelte politiche vedere una soldataglia di questo tenore insistere di far finta che il partito di AN abbia portato a casa un "enorme successo" politico dovuto alla cosiddetta clausola dell’“interesse nazionale” presente nella riforma costituzionale. A nostro giudizio è stata una pessima commedia che ha chiarito una volta per tutte la finzione che stanno recitando tutti i partiti di centrodestra che hanno come Capo quel Silvio Berlusconi che è responsabile di avere fornito, con la legislazione contro i giudici, strumenti giuridici favorevoli alla delinquenza criminale per evadere le loro responsabilità. Ahi, povera destra nazionale! In questo momento l’ex capo Almirante si starà rivoltando nella tomba, che poi non è nient'altro che la tomba delle loro idee politiche.

sabato 15 ottobre 2005

La sfacciataggine non ha limiti.

Evidentemente ci eravamo sbagliati. Credevamo che i Ministri della Repubblica fossero persone equilibrate e misurate nella loro attività di pubblicizzazione delle leggi fatte approvare in Parlamento. E in verità il detto funziona per tutti tranne in un solo caso: il Ministro della Pubblica Istruzione Moratti che, in questa rappresentazione, è una novità assoluta. Da tempo si leggono sui giornali interviste a mitraglia da parte di questo iper-ottimista Ministro. Sembra che il suo atteggiamento fiducioso resista a qualunque attacco. E infatti Lei, l’imperterrita Letizia, animata da spensieratezza e felicità, dispensatrice di contentezza e di fiducia, conferma fino alla noia che ha risolto definitivamente una volta per tutti i gravi problemi della scuola italiana. Laddove tutti i suoi predecessori hanno fallito, lei ha vinto alla grande. Evidentemente questa donna è straordinaria: ci ricorda i kamikaze giapponesi, che consideravano una vittoria il loro suicidio. A sentire Lei, superministro dell'ottimismo e della volontà, la sua Riforma è un inno al buon esito del suo lavoro: ha risolto tutto quello che c’era da risolvere. Dal bilancio all’organizzazione, dalla trasformazione dei precari in docenti stabilizzati al consolidamento della dirigenza scolastica (trasformando i presidi in dirigenti a tutti gli effetti); dalla previsione dei bilanci che prima non esistevano all’ampliamento dell’offerta formativa; dalla trasformazione dei curricoli superati e obsoleti di prima ai curricoli moderni e funzionali di oggi; dalle cattedre assegnate in anticipo ai docenti all’eliminazione del precariato e via di seguito, è tutto un inno di lode per il suo lavoro. Peccato che gli studenti italiani siano diventati molto più ignoranti di prima sia nelle materie umanistiche e, peggio, in quelle scientifiche e che gli esami di stato siano diventati una autentica pulcinellata: si promuove circa il 99% dei candidati. Possibile? E' proprio così. In pratica vengono promossi tutti! Peccato che gli insegnanti siano stati trasformati da professionisti in impiegati e che mentre prima avevano prestigio e autorevolezza adesso sono diventati baby sitter degli studenti nelle aule. Peccato che prima a scuola si insegnavano programmi completi e significativi mentre adesso gli studenti di ultimo anno non sanno neanche scrivere e parlare correttamente. Peccato che prima gli studenti leggevano montagne di libri prima di terminare gli studi secondari mentre adesso non leggono neanche un libro. Peccato che prima gli studenti imparavano ad accettare i regolamenti, i codici di comportamento ed erano "personcine a modo" mentre adesso sono giovani che non sanno neanche cosa significhi educazione. Peccato. Peccato. Peccato. Diciamo piuttosto come stanno veramente le cose, anche se per il Ministro tutto funziona, la realtà è un'altra. La scuola della Moratti è la scuola delle chiacchiere, delle verbosità, dei grandi proclami universali e dei giganteschi paroloni pedagogici, vacui, inutili e controproducenti. Questo modo verboso e retorico, tipico delle grandi enunciazioni di intenti berlusconiani, tutto centrato sulle dichiarazioni di principio che anticipano la mancanza di azioni che non si verificheranno, è sempre seguito dall’inconsistenza, dalla mancanza di praticità e dalla totale assenza di operatività. Dunque, l’aspetto fondamentale della questione è che con la riforma Moratti cambia la facciata, fioccano i proclami ma la sostanza non cambia. Non cambiano i comportamenti degli insegnanti perché non cambiano i comportamenti dei dirigenti e quando cambiano, per qualche preziosa coincidenza, mutano solo nella forma. In pratica, fanno peggiorare i risultati, mai li migliorano. Il proliferare delle circolari interne, l’insistere sulla realizzazione dei progetti a danno del programma, in verità nasconde il vuoto e l’assenza di capacità di dare alla scuola efficacia di apprendimento adeguato. Tutti cercano il proprio tornaconto: dai docenti che hanno paura di richiedere agli studenti impegno e studio ai dirigenti che non vogliono fastidi. Caro Ministro, ad essere sempre ottimisti si rischia di prendere lucciole per lanterne. Ma tant’è, con quel super ottimista capo di governo che si ritrova al suo fianco nella sala del Consiglio dei Ministri, come cattivo maestro, anche Lei ha imparato a scambiare la buona gestione della scuola con l’impossibilità di poter comprendere se una scuola funziona o meno. A quando l’ultimo tassello del suo progetto relativo alla sua sicurezza di aver trasformato i nostri studenti in premi Nobel?

domenica 9 ottobre 2005


Politica inaccettabile.

Continua e persiste con maggiore intensità la polemica tra i due schieramenti politici. Dal linguaggio ai toni, dai contenuti ai metodi, la strumentalizzazione politica e la menzogna sistematica la fanno da padrone. Il centrosinistra sbaglia a cavalcare il populismo e il centrodestra commette lo stesso errore nel tentare di rispondere alle accuse con giustificazioni debolissime e semplicistiche. Il fatto è che la classe politica italiana è sempre più incapace di gestire la straordinaria richiesta di principi morali e di professionalità che i politici di entrambi gli schieramenti dovrebbero avere. Ma non vogliamo e non dobbiamo porre sullo stesso piano i due modi di intendere la politica dei due schieramenti. La politica del centrosinistra è insufficiente sul piano dei contenuti, perché poco riformista. La politica del centrodestra è inadeguata sul piano dell’etica perché generata da un colossale conflitto di interessi. Così per colpa di queste insufficienze l’Italia va alla deriva. Che sfortuna. Avremmo preferito essere governati da popoli differenti da questi mariuoli. Abbiamo ciò che meritiamo. Putroppo.

mercoledì 5 ottobre 2005


Sono tutti impazziti.

Poche parole per evidenziare come la politica italiana, in questi ultimi mesi del 2005, sta facendo rivivere una atmosfera cupa di impazzimento generale. Tutti contro tutti. In un periodo di crisi economica, persistente e grave, la politica invece di unire gli italiani per cercare di limitare i danni produce spinte centrifughe in cui al centro dell’interesse spunta fuori un “non problema” assolutamente imprevedibile alcuni mesi prima: la riforma della legge elettorale. Siamo sinceri, ma cosa ha a che fare il cambiamento della legge elettorale con la crisi economica e finanziaria? Nulla, non c’entra un fico secco! La si tira fuori perché questi politici di centrodestra hanno perduto la bussola e non sanno più cosa fare. Non riescono più a comprendere cosa interessa agli italiani e cosa sarebbe necessario fare in questi momenti di forti difficoltà. Attualmente, la risposta più efficace sarebbe quella di stringere la cinghia e coinvolgere in Parlamento l’opposizione per trovare rimedi adeguati in modo da aiutare tanti milioni di italiani che stanno sempre peggio. Servirebbe tanta unità e un profondo senso di solidarietà. Invece litigano su tutto: centrodestra contro centrosinistra, capo del governo contro capo dell’opposizione, mezze figure di uno schieramento contro mezze figure dell’altro. Ma questa è politica oppure è incapacità di aiutare il popolo, ovvero la gente comune, i pensionati e i senza lavoro che vivono sempre peggio? Al lettore dire se stiamo dicendo stupidaggini o meno. Intanto registriamo questa dappocaggine a governare bene.

martedì 4 ottobre 2005

Questione sepoltura boss della Magliana nella chiesa di Sant’Apollinaire: una decisione all'insegna del più classico equilibrismo cardinalizio.

Il capo della banda della Magliana rimarrà sepolto nella bellissima e importante basilica di S.Apollinare, nonostante la sua vita non si possa dire di essere stata autenticamente cristiana. Lo ha deciso, con una dose massiccia di equilibrismo linguistico, il Vicariato di Roma che ha stabilito in “non dovere a procedere” per cambiare la sistemazione del bandito romano che resterà sepolto dove attualmente si trova, cioè in una basilica, come un Papa. Una sola considerazione: il livello di sfrontatezza della Curia romana nel far finta di nulla ha raggiunto limiti insopportabili.

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