giovedì 28 febbraio 2013

M5S e la conferma della validità della teoria delle rivoluzioni scientifiche.


Si chiama La struttura delle rivoluzioni scientifiche il celebre saggio di filosofia della scienza di Thomas Kuhn. Il libro rappresenta un riferimento importante nel dibattito epistemologico perché "analizza il processo di graduale formazione della scienza nella storia, seguendo le dinamiche della scienza normale, che parte dalla crisi di un paradigma e del momento rivoluzionario fino al ristabilimento di una situazione di normalità" [1]. Per favore cambiate il sostantivo "scienza" con "politica italiana" e avrete il senso di questo post. Questa premessa ci serve per avere un quadro di riferimento dei fatti politici avvenuti in Italia all’indomani dei risultati elettorali rivoluzionari dovuti alla grande novità del M5S di Beppe Grillo. Il PCI di Bersani ce l’aveva quasi fatta. Se non fosse stato per quel rompiscatole di Grillo il sogno del vecchio PCI si sarebbe realizzato. Ciò che non era riuscito a Togliatti, Berlinguer, Occhetto & Soci (pardon compagni) stava per essere realizzato dal grigio e monocorde Suslov di Bettola. All’ultimo momento però, a bottiglia di spumante pronta per essere stappata, arriva questo rompiscatole genovese, di professione comico, e rovina la festa. Probabilmente è stato questo il primo pensiero di Bersani dopo la doccia fredda dell’inversione dei sondaggi burla. L’Illuso non ricordava che gli italiani hanno nel loro DNA la slealtà miscelata con l’imbroglio, in cui l’intervistato dice il falso al sondaggista (vi ricordate l’«inganno della cadrega» di Aldo, Giovanni e Giacomo?). I sondaggisti credevano forse di essere in un paese scandinavo di tipo luterano dove correttezza, onestà e moralità sono ancora considerati valori? In verità il fatto importante è un altro e riguarda l’idea che i partiti purtroppo pensano ancora con il paradigma superato della partitocrazia, quasi sempre inteso come spartizione delle risorse e inciucio da do ut des. Non sanno che le rivoluzioni hanno il compito di distruggere un paradigma (vedi incipit) e di sostituirlo con un altro, spesso in modo brutale e violento. Se invece di essere nell’anno 2013 fossimo stati in qualche secolo precedente a quest’ora, invece della protesta effettuata con i cinguettii su Twitter, sarebbero cadute le teste come a Parigi con la rivoluzione francese del 1789 e molti sarebbero stati percossi con «’o bastone napoletano». Che fare adesso? Noi non vogliamo dare ricette. Una cosa però la vogliamo dire. Il successo del M5S è la conseguenza della perdita di valori etici nella società italiana. Beppe Grillo e il suo movimento hanno soltanto raccolto la forte domanda di etica e moralità che c’è nel paese, e pretendono per il futuro trasparenza e buone pratiche in politica, richiamandosi ai valori della lealtà, dell’onestà, della sobrietà, della rettitudine, etc. Chi non ha capito questo semplice passaggio non potrà mai capire la rivoluzione “grillina” in atto in Italia. E saranno guai per chi si ostina a credere di poter fare ancora i propri interessi a sbafo, scaricando sulla collettività i propri egoismi. Diciamolo con forza: l’Italia con Grillo non sarà più la stessa di prima. A cominciare dal Parlamento e giù fino ai Condomini sarà sempre più un pullulare di persone che chiederanno rispetto per le regole e i codici di comportamento. A questo proposito vogliamo ricordare che il famoso luogo comune del “tanto siamo tutti uguali”, come volevasi dimostrare, è falso. Non siamo tutti uguali. C’è qualcuno (in questo caso milioni di elettori del M5S) che con il loro voto hanno dimostrato che sono diversi dagli altri. Chi ci ha sempre seguito nel blog noi lo abbiamo sempre detto e desiderato. Ben venga una rivoluzione etica che è l’unica ricetta per salvare il paese.

mercoledì 27 febbraio 2013

Le vere ragioni della rinascita elettorale di Berlusconi.


Intanto complimenti a Silvio Berlusconi per essere stato in grado di avere realizzato l'impossibile e l'imprevedibile: far eleggere nelle sue liste i due Molto Onorevoli uscenti Scilipoti e Razzi. Congratulazioni e rallegramenti. E veniamo al post di oggi. E’ indubitabile che queste elezioni hanno marcato la rinascita di Berlusconi considerato, non a torto nell’anno 2012, un “morto vivente”. Era dato per spacciato da tutti. Sondaggisti, rilevatori e “flussisti” di trend e buone riuscite elettorali, misuratori di successi, e chi più ne ha più ne metta, avevano dato Silvio Berlusconi per spacciato. Invece il Redivivo è ritornato in campo più pimpante di prima. Di chi il merito? A nostro parere di due personaggi che lo hanno rimesso in piedi, sono riusciti a scacciare la sua depressione e gli hanno ridato la forza di credere nel miracolo. In primo luogo il potente e onnipresente personaggio che lo segue da un anno, che è la sua “psicologa” personale, sempre al suo seguito, che gli ha permesso, giorno dopo giorno, di trovare non solo l’equilibrio psicologico perduto ma di percorrere la strada della rinascita con perseveranza e coraggio. In secondo luogo, la Chiesa cattolica nella persona dell’Arcivescovo di Milano, il potente Cardinale Angelo Scola, suo ex-Precettore e probabilmente il prossimo Papa. Partiamo da una domanda: dov’è andato a finire l’elettorato cattolico in queste elezioni? Nessuno ne parla. Si è disperso in tutti i partiti? Neanche per sogno. Il Conclave che sta per aprirsi ha distolto lo sguardo sulla “politica arcivescovile” delle Eminenze della Chiesa cattolica e il silenzio è diventato più rumoroso. Noi avanziamo l’ipotesi che dopo la dichiarazione delle dimissioni di Papa Ratzinger le Eminenze, prima zittite dallo stesso Papa, si sono immediatamente messe al lavoro e si sono scatenate. E’ scattato quello che si suol dire il "tutti in riga". Da Fisichella a Scola passando per Ruini, da CL ai vari Gentiluomini del Papa, si è messo in moto un sistema di campagna elettorale pro-Berlusconi silenzioso e discreto che ha permesso di produrre una concentrazione di voti come si è visto utile ed efficace. Nel centro sinistra non si è parlato di voto utile? Ecco, il centro destra l'ha realizzato in pieno. Le ragioni? Il relativismo dei laici della sinistra italiana, i valori etici non negoziabili e la prospettiva di avere in Italia, sede del Papato, un iter velocizzato “alla Hollande” di legge sui matrimoni gay ha formato una Santa Alleanza in grado di produrre l'impossibile. Vi sembra poco?

martedì 26 febbraio 2013

Elezioni, ingovernabilità e irresponsabilità degli italiani.


E’ finita, ma visto l’epilogo era meglio che non fosse mai iniziata e i risultati sono pessimi. Emerge un solo giudizio: l’impossibilità di costituire un governo in grado di governare l’Italia perché non sono possibili maggioranze coese e coerenti. In pratica, col voto abbiamo provocato un disastro. Un primo dato è sicuro. La vittoria del M5S di Grillo. Un secondo dato riguarda il sorprendente Berlusconi che, grazie al pienone di voti assicurato dalle Gerarchie cattoliche (che non si sono fidate di Monti punendolo), conquista una maggioranza relativa al Senato, insperata fino al giorno prima. Un terzo dato sicuro è anche la sconfitta di Bersani. Cannibalizzato da Grillo al Segretario del Pd, che aveva fatto fuori alle primarie Renzi con uno sporco gioco di squadra del partito, non rimane altro da fare che dimettersi per una sconfitta che ha del clamoroso. Pensate che non solo non ha conseguito nessun obiettivo ma addirittura, nel suo paese natale di Bettola, ha vinto il Pdl di Berlusconi. Peggio di così non si può. Rimanendo nelle cose cattoliche, com’è noto, a breve si aprirà un Conclave dominato dalle notizie dello “scandalo Wikileaks” e dalle dimissioni del Cardinale scozzese O’Brien ufficiosamente per molestie "inappropriate”, in realtà perché accusato di molestie "sessuali". Una catastrofe. A confronto di queste, la notizia meno irresponsabile è il ritorno a Napoli del calciatore Maradona, che ha fatto letteralmente impazzire la città. Che volete altro che vi dica? Siamo nel paese di Pulcinella.

domenica 24 febbraio 2013

Ultima volta.


Oggi si vota. Qualcuno ha detto: finalmente! Ma siamo proprio sicuri che con il voto di oggi e di domani cambierà qualcosa? A sentire tutti i candidati c'è da avere forti dubbi. Abbiamo assistito a una specie di cambiamento antropologico nei soggetti della politica: chi è sempre stato sobrio è improvvisamente diventato estremista e chi è sempre stato radicale è diventato moderato. Un esempio per tutti. Mario Monti che sembrava il "pio bove" e Rosy Bindi che sembrava "santa Chiara" hanno dato il peggio di loro dando del cialtrone ad altri; mentre Giorgia Meloni dalle bacchettate filofasciste è passata alla moderazione peggio di Suor Paola. In questi due mesi abbiamo visto il peggio del paese in azione su tutti gli schermi tv. Tutto ciò che non avreste voluto mai ascoltare è stato urlato: dalle parolacce alle battute sessiste del "lei viene? quante volte?". Insomma, c'è da essere sdegnati non solo dei nostri connazionali che improvvisamente sono diventati tutti populisti ma soprattutto da coloro che li dovrebbero rappresentare. Mai come in questi casi vale la massima di Ennio Flaiano: “gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore”. Volgarità, promesse da marinaio, spacconate, meschinità, esibizionismi, insomma tutto un campionario “del pessimo” da fare orrore al più nazionalista dei tifosi di calcio. Oggi sul CdS Sergio Romano dice delle cose giuste. Afferma che una seria campagna elettorale avrebbe dovuto essere svolta all’insegna “del confronto, della spiegazione dei programmi e del bon ton”. Invece è stato tutto il contrario. Possibile che noi italiani siamo messi così male? Questa è l’ultima volta che crediamo di poter cambiare. O questa volta cambia qualcosa sul serio oppure non ha più senso parlare di democrazia e di dovere civico del voto, compreso a quel comico dalle sparate spaziali, che sta facendo di tutto per sfruttare la crisi di molti di noi che viviamo in questa pessima società. A ridateci gli Etruschi.

martedì 19 febbraio 2013

Rai, politica e campagna elettorale.


E’ uno spettacolo indecente quello che riguarda il confronto televisivo tra i leader delle coalizioni. Una vera vergogna. In breve ecco di cosa si tratta. Un sistema elettorale incentrato sulle coalizioni induce a credere che i candidati leader dovrebbero essere i soggetti privilegiati del confronto televisivo. Sulle schede elettorali saranno presentate all’elettore sei coalizioni che, per brevità, indichiamo qui col nome dei loro leader: Bersani, Berlusconi, Grillo, Monti, Ingroia e Giannino. Li abbiamo elencati in ordine di ultimo sondaggio, che adesso è vietato pubblicare. La logica e la democrazia impongono che tutti e sei i leader devono partire alla pari. In altre parole non ha valore la carica posseduta nella precedente legislatura, perché tutti e sei sono nella stessa e identica condizione. Dunque, la Rai dovrebbe organizzare un confronto tra tutti e sei i candidati. E qui cade l’asino, perché uno di questi leader, Berlusconi e Monti, non vuole questo confronto a sei. Una emittente di Stato seria dovrebbe imporre a tutti e sei questa modalità e infischiarsene delle sue minacce e dei suoi ricattucci. Ciò che conta è il concetto di democrazia e di uguaglianza davanti agli elettori: nessuno deve essere avvantaggiato. Invece, assistiamo ad avvertimenti e addirittura a intimidazioni ignobili fatte dall'entourage di Berlusconi che convincono sempre di più della sua inadeguatezza. La Rai deve fare il suo mestiere, che è quello di offrire a chi paga il canone, cioè a noi, le stesse opportunità di mettersi in mostra relativamente agli altri. E chi non ci sta rimanga a casa.

lunedì 18 febbraio 2013

Se non è il circo Barnum poco ci manca.


Come era prevedibile la campagna elettorale è diventata un circo. Quasi tutti i candidati si esibiscono come i clown nelle arene, facendo promesse da marinaio per accalappiare gli elettori. Il maestro è Berlusconi ma gli altri non scherzano. Coccolano cani, propinano battute e, soprattutto, non danno fiducia perché promettono ma non mantengono e non citano mai dove prenderanno le risorse per fare la tal cosa. Tutti si sono dotati di esperti della comunicazione e addirittura di truccatori, perché si presentano non come sono realmente ma come vorrebbero che fossero e barano, barano spudoratamente. Lo si vede da chilometri di distanza. Sperano nell’effetto alone, per produrre negli elettori la sensazione di essere riconoscibili per le proposte shock che hanno lo scopo dell’accalappiamento. Promesse che sono fandonie, ovvero falsità non controllabili in via predittiva, per niente credibili se si possiede un minimo di razionalità e di psicologia degli imbroglioni. Proposte compiacenti per attirare l’elettore ingenuo e manipolatori della realtà, con idee e cifre affermate senza poter essere controllati e, soprattutto, una campagna elettorale tutta davanti alla tv, fatta in salotti più o meno ovattati. Ma l’aspetto più bizzarro è che non vogliono confrontarsi nella stessa tv fra di loro. Si presentano alle elezioni ma non vogliono fare confronti televisivi. Il giornalista Mentana dice: "Il confronto tv non si farà perché Monti lo farebbe solo con Bersani e Berlusconi, Bersani solo tra tutti e sei e Berlusconi solo con Bersani". Ecco come si presenta questo paese: sta ponendo le premesse per farsi spernacchiare dall’Europa all’indomani delle elezioni se non uscirà chiaramente una maggioranza. E perché? Perché tutti, veramente tutti, non hanno voluto cambiare il sistema elettorale“porcellum” da loro stessi definito una porcata.

giovedì 14 febbraio 2013

Dimissioni coraggiose e intrighi di palazzo.


Benedetto XVI si dimette da Papa. Si tratta di una notizia clamorosa, inimmaginabile e di portata storica. L’annuncio è di quelli in grado di scuotere l’intero pianeta e tutti si chiedono perché. Perché il Papa si è dimesso? Il motivo è impensabile ma semplice e lo ha riferito lo stesso Benedetto XVI. Riguarda la sua "incapacità" a risolvere le divisioni interne della Curia vaticana. In pratica Benedetto XVI, preso atto della indisponibilità di Cardinali e Monsignori a dare ascolto ai suoi propositi volti a eliminare le rivalità tra i porporati, ha deciso di denunciare l’anarchia della Curia con il coraggio delle sue dimissioni. Il coraggio, non la viltà. Sentire dalla viva voce del Pontefice, con le dovute sfumature, che i porporati vaticani si sono ostinati a perseguire l’individualismo e gli intrighi di palazzo ci fa capire quale livello di bassezza si sia raggiunto in Vaticano. Siamo senza parole. E’ come se si fosse verificato una specie di contagio virale che la politica italiana ha esercitato su quella vaticana. Si può affermare che il rifiuto dei porporati della Curia ad accettare i propositi del Papa equivale a una vera e propria guerra che si fanno tra di loro i vari Presidenti dei Pontifici Consigli alla stregua dello scontro politico che si fanno i vari Berlusconi e Bersani. Cose da pazzi. Noi speriamo che non si verifichi ciò che temiamo. E cioè che il Cardinale di Milano, il potente Arcivescovo lombardo Angelo Scola, amico e sostenitore di CL e di Roberto Formigoni, riesca a convincere il Conclave a farsi eleggere successore di Benedetto XVI. Sarebbe una grave sciagura avere per Papa un uomo dal pericoloso precedente di avere fatto da precettore a Silvio Berlusconi.

martedì 12 febbraio 2013

La farsa della "Scienza del Diritto" in Italia.


Il fatto che vogliamo commentare riguarda la sentenza della Corte Costituzionale, che avrebbe dovuto essere definitiva, relativa alla distruzione delle intercettazioni telefoniche fra Procura della Repubblica di Palermo e Presidente della Repubblica. Dopo più di un anno di polemiche feroci e dopo una sentenza definitiva della nientepopodimenoche Corte Costituzionale basta un semplice ricorso alla Corte di Cassazione per bloccare la sentenza. Non è bastata la risoluzione dei Supremi Giudici circa il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale nei confronti della Procura di Palermo. Non staremo qui a ricordare gli aspetti formali e giuridici della faccenda. Non ci interessano. Ci interessa affermare che in questo disastrato Paese il Diritto e la Giurisprudenza sono in realtà una palude nella quale qualunque Azzeccagarbugli è in grado di bloccare una sentenza quando gli pare e piace. Con tutti gli avvocati in circolazione e con una struttura farraginosa dei codici non esiste alcuna certezza, rendendo impossibile il funzionamento del Diritto nell'intero paese. A questo punto sarebbe preferibile sostituire tutte le possibili sentenze dei vari gradi di giudizio e di controllo con il metodo più semplice e chiaro possibile che è quello di lanciare in aria la classica monetina: “testa vince la difesa e croce vince l'accusa”. Se ci pensate un po' è da preferire a qualunque protocollo di procedura legale. Piuttosto che far durare dieci anni e più la serie di processi penali e civili è meglio che ci si affidi alla fortuna. Se si è arrivati a questo elevato grado di confusione e di palese e kafkiana indeterminatezza allora vuol dire che siamo combinati proprio male. Ma l'aspetto più grave è l’indifferenza che si respira da parte degli addetti ai lavori, i quali continuano a prendere in giro i cittadini e a spillare loro quattrini con salatissime parcelle. Non parliamo poi della classe politica che avrebbe dovuto risolvere il problema che è peggio dei vari Azzeccagarbugli del Diritto. Che figura con l'Europa e il mondo. L'Italia, patria del Diritto Romano, sede della cultura della Scienza del Diritto, è combinata peggio dell'ultimo disastrato paese dell'Africa. Si dovrebbero vergognare tutti i premier e i ministri della Giustizia di questo paese che hanno permesso per decenni un disastro del genere.

lunedì 11 febbraio 2013

Sfrontatezza ripetuta.


Che Silvio Berlusconi sia sfrontato appare confermato in ogni sua apparizione in tv. Più difficile è stanarlo dalla sua tana di imbroglione. Berlusconi è un attore nato. La sua arte cinematografica e teatrale di far apparire tutto il contrario di ciò che egli è veramente, ha dello straordinario. Addirittura spolvera la vena umoristica laddove non te lo immagini, come quando ha pulito con il fazzoletto la sedia dove era seduto prima di lui il giornalista suo nemico Travaglio nella trasmissione di Santoro. In verità è capace di trasformare un gesto di maleducazione in una trovata scherzosa che fa sorridere. Ecco dove è bravo: nell'imbroglio. L’ultima trovata “geniale” è stata però quella della restituzione dell’Imu a tutti gli italiani. Dice Berlusconi che al primo Consiglio dei ministri abolirà l’Imu e procederà alla restituzione della tassa pagata. Dice poi che, in un modo o nell’altro, troverà i fondi per riportare in pareggio il bilancio. E’ tutto vero. Ha omesso di dire che comunque vadano le cose, e da qualunque parte provengano i soldi per coprire il buco, lui li prenderà a spese della collettività. Non certo ce li mette lui i quattro miliardi di euro. Però lo fa apparire, dicendo che la sua è una trovata geniale. Quindi il suo è un imbroglio vero e buono. Ha ragione Mario Monti quando dice di lui che “la restituzione dell’Imu la farà con i soldi degli italiani”. Abbindola solo i gonzi. Ed è bene che lo sappiano tutti, soprattutto gli italiani che lo vogliono seguire.

lunedì 4 febbraio 2013

Berlusconi al circo.


Se non fosse tutto vero ci rideremmo sopra. Purtroppo è la disarmante realtà che si coglie nel leggere i resoconti politici dei fatti più recenti della campagna elettorale. Si tratta dell'ultima proposta bizzarra di Silvio Berlusconi (e di chi se no?) che la pubblicizza come se fosse l’asso calato sul tavolo elettorale per fare Bingo. Se abbiamo capito bene Berlusconi vuole restituire per intero l'Imu agli italiani. Ha poi aggiunto che prenderebbe la somma dalla Svizzera, tassando i capitali degli italiani che hanno portato i loro soldi in quel paese. In realtà la faccenda è un po' più complicata di come la pubblicizza lui. Non basta infatti dire che i soldi "li trova in Svizzera", se poi il Governo svizzero non è d'accordo. Dunque, la trovata è una delle sue solite panzane per far cadere in trappola i gonzi e gli ingenui. Piuttosto, sarebbe il caso di chiedergli se ritornando al governo intenderà continuare con il suo giro di ragazze squillo ad Arcore o se permetterà di nuovo ai vari Batman & Co. di continuare il valzer dei furti di denaro pubblico. Dubitiamo che sia in grado di stare lontano dai garbugli. Lui ci sguazza bene. “Il lupo perde il pelo ma non il vizio” dice un saggio proverbio. Appunto. I suoi sono vizi, al plurale, perché sarebbe la più grossa iattura averlo di nuovo al governo. Chissà quanti altri disastri farebbe e chissà quante altre barzellette, più o meno legate “al contesto”, racconterebbe. Per carità! "Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio" verrebbe da dire. E’ il caso di dirgli che se vuole può continuare a raccontare favole, ma gli italiani di oggi sono più attenti di quelli di ieri a non farsi imbrogliare di nuovo. L’ultima volta che gli credettero ebbe la spudorata idea di dire che non era vero che gli italiani sentissero la crisi. La crisi non esisteva e lo dimostrava il fatto che i ristoranti e gli aerei erano pieni di gente che si divertiva. Sappiamo come andò a finire.

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