domenica 27 settembre 2009

Il Papa incontra Berlusconi. Ogni commento è superfluo.

Apprendiamo dai giornali che i due si sono incontrati. Dicono che l'incontro è stato proficuo. Dicono che hanno parlato come vecchi amici. Dicono che l'occasione per vedersi e parlarsi sia stata preparata con grande attenzione dall'amico comune Gianni Letta. Dicono che insieme stanno lavorando per il bene di tutti. Dicono. Per noi che leggiamo le notizie da lontano, piccoli granelli di sabbia al cospetto dei grandi furbacchioni del giornalismo e della politica, diciamo semplicemente che lo sapevamo che sarebbe andata a finire così. Abbiamo sempre saputo che la "ragion di Stato" ammette la possibilità di superare il limite della decenza e della ammissibilità. Ma, soprattutto, essa rappresenta uno schiaffo all'Etica, quella con la E maiuscola che non si piega alle ragion di Stato ma insiste sui principi, ovvero sui valori fondanti dell'uomo, della giustizia e della moralità. Purtroppo, questa Etica sembra essere inconciliabile con l'altra etica, quella con la e minuscola della ragion di Stato. E' sempre stato così dalla notte dei tempi, è e sarà sempre lo stesso per chi comanda ed ha potere su questa Terra. Complimenti ai due.

venerdì 25 settembre 2009

Lezione 6 - Commento alla verifica relativa al sesto esercizio di pag.13.

Sesta lezione. Il gioco continua ad essere duro. E questo mi piace. L'esercizio-applicazione di oggi verte, quasi come il precedente, in sette righe di traslitterazione dall'arabo all'italiano e quattro righe dall'italiano all'arabo. Si trova a pag.13 e si propone di abituare l'allievo alla scrittura e all'uso delle tre lettere: la ج , la حe la خ . Cosa dire di queste tre importantissime lettere dell'alfabeto arabo? Senza di loro non ci sarebbero le "acca aspirate", nè la g alla francese. Come dire che l'arabo sarebbe irrimediabilmente monco. La Veccia chiama la ج "gim" con il suono dolce, come in "giro", rassomigliante a una j francese, mentre le altre due le chiama "acca": la ح la scrive con la h aspirata (in translitterazione ḥ), mentre l'ultima ovvero la خ la traslittera con kh che rassomiglia alla jota spagnola. In fonetica, dice la Veccia, la ح si definisce una "faringale fricativa sorda", mentre la خ una "velare fricativa sorda". Te capì? Mica semplici, come definizioni fonetiche. Più specialista di così la Veccia non poteva essere. Che insegnante bravissima doveva essere, la Sig.ra Laura! E fin qui le cose si può dire che vanno bene. Quello che mi ha lasciato molto perplesso è la scrittura "a castello". In pratica, alcune lettere si scrivono nella parola una sull'altra. Nell'esercizio che segue sono tutte quelle scritte due volte, di cui una tra parentesi tonda. Dico: ma perchè si è voluto complicare le cose? Non stava bene la scrittura normale? Io mi rifiuto di scrivere in questo modo. Chiedo al mio maestro se questo modo di scrivere è obbligatorio. In caso contrario mi rifiuto di scrivere le parole con lettere una sull'altra. Comunque, ecco il risultato del mio impegno che ha il nome di sesto esercizio. Spero che il mio maestro non mi faccia troppe correzioni.

















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giovedì 24 settembre 2009

Lezione 5 - Commento alla verifica relativa al quinto esercizio di pag.10-11.

Quinta lezione. Finalmente il gioco si fa duro. Non mi è mai piaciuto lo studio di una lingua o di una scienza, per esempio la matematica, con pochi e banali esercizi. Viceversa, credo che l’apprendimento di qualunque conoscenza diventi più efficace e più significativo laddove c’è vera applicazione, autentico sforzo mentale e almeno “un quintale” di impegno. La Veccia, con la sua inimitabile grammatica, ci riesce. Non per niente è stata una insegnante di altri tempi, quando non c’era il “copia e incolla” tanto per intenderci. La lezione di oggi, anch’essa brevissima (si tratta di apprendere l’uso delle due sole lettere e ), propone per menù un “esercizio-applicazione” molto lungo, ben otto righe di testo contro una media di appena due o tre righe delle esercitazioni precedenti. Dunque, impegno, studio e applicazione che in questo caso specifico devono essere moltiplicati per tre rispetto alle lezioni precedenti. A mio parere, la questione “dell’impegno” mediante applicazioni costanti e continue è la vera medicina per imparare. Adesso vediamo di non commettere errori nella traduzione. L’errore, si sa, è sempre dietro l’angolo o tra le pieghe di un foglio.
Lae lasono due lettere "simpatiche", piacevoli a scrivere. Il loro aspetto morfologico presenta la scrittura di due parti. Quella iniziale, che è il tratto più importante per il suo riconoscimento nella scrittura legata, è una vera e propria “omega” greca, mentre per usare le parole della Veccia l’altra parte “il tratto di abbellimento (ﺲ) scende al di sotto della riga. Iniziali o mediane il tratto di abbellimento si perde”. Dunque, è la prima parte, quella che si adagia sulla riga, ad essere fondamentale. Basta scrivere una omega al contrario, cioè da destra a sinistra, e il gioco è fatto! Non c’è niente di difficile da apprendere. C’è solo da lavorare duro, scrivendo e riscrivendo decine e decine di volte le parole (spesso senza senso) proposte dalla Veccia come esercizio. Ecco il mio risultato. Spero che il mio maestro apprezzi lo sforzo del suo allievo.

















Lezione precedente
Lezione successiva

mercoledì 23 settembre 2009

Il Papa e la CEI invocano più etica nella politica e Berlusconi al contrario vara il condono degli evasori fiscali.

Berlusconi getta giù la maschera e si presenta per quello che è, ovvero per essere il Capo del governo che aiuta gli evasori. Non ci sono parole per definire l’inaccettabile comportamento del Presidente del Consiglio Berlusconi, che ieri ha fatto approvare al Senato un emendamento che introduce il condono anche per le società che hanno evaso fiscalmente lo Stato e che prima, nello schema di disegno di legge sullo scudo fiscale, non c'era. Non stiamo scherzando. La legge sullo scudo fiscale, di per sé immorale perché permette ai furbi di evadere le tasse facendo rientrare i capitali esportati illegalmente all’estero, da oggi è stata emendata in peggio, introducendo anche una sanatoria per i reati penali fiscali e societari, compreso il falso in bilancio. La richiesta dell’emendamento già votata al Senato ha dato il via libera all’articolo che introduce il condono dei furfanti. Perché di questo si tratta: si aiutano i mascalzoni che hanno evaso. Invece di aiutare i poveri lavoratori che con sacrifici sovrumani fanno i salti mortali per mantenersi onesti e far vivere le loro famiglie, il Presidente Berlusconi, ovvero il Papi nazionale, aiuta i disonesti con leggine ad hoc. Da gente come quella che lavora nel partito di Berlusconi non si poteva attendere altro. Sono ormai più di vent’anni che questo partito aiuta gli imbroglioni di reati fiscali. L’emendamento è stato proposto proprio dal partito di Berlusconi, nella persona di un senatore siciliano, un certo Salvo Fleres di Catania (e chi poteva essere più bravo di un siciliano a proporre una indecenza del genere?), quel partito di plastica, costruito alla maniera dei rappresentanti di commercio, che non vota mai nei suoi congressi i propri dirigenti perché le nomine le fa solo Lui, il Capo, ovvero Berlusconi, Re d’Italia. E così il Partito di Berlusconi ha introdotto l’emendamento che fa a pugni con le dichiarazioni della Chiesa cattolica. Ci chiediamo fino a che punto l’impunito sarà ancora sorretto dagli italiani che si professano cattolici. Il Papa prima e la CEI dopo hanno sostenuto che è necessario introdurre nella politica più etica e più moralità mentre invece Berlusconi va giù diritto sul suo terreno più preferito, che sono i condoni dei disonesti che hanno evaso. Più anti-etica di questa non ne può esistere. Se questo non è uno schiaffo morale alla Chiesa Cattolica ditemi voi che cos’è uno schiaffo morale. Che disgusto!

domenica 20 settembre 2009

Rinnovamento etico e inerzia dei vertici della CEI.

Chi si attendeva dal Card. Bagnasco, nel suo intervento alla Conferenza annuale della CEI, una spiegazione in merito alla faccenda delle dimissioni del Direttore dell’Avvenire è rimasto deluso dalla totale assenza di riferimenti ai fatti avvenuti qualche tempo fa. Si dirà che quando il Presidente della CEI interviene pubblicamente si pone come obiettivo i grandi temi del cattolicesimo e del mondo, non certo alcuni aspetti marginali e personali, soprattutto quando come in questo caso si sconfina nella politica. Rimane il fatto che per la Chiesa cattolica italiana il ricatto del Direttore del Giornale, di proprietà del fratello di Berlusconi, non è stato considerato tale e, come nella migliore tradizione dei romanzi gialli, possiamo dire che “il caso è chiuso”. A noi pare che la questione sia suscettibile di una prospettiva imprevista e, per certi aspetti, imprevedibile se non addirittura imbarazzante. Sembra evidente a tutti che dopo l’affaire Boffo la Chiesa, per la prima volta nella sua storia bimillenaria, ha perso autorevolezza e, soprattutto, ha perduto la capacità di condizionare il capo del governo, peraltro amico. Diciamo che ha preso una sberla senza essersela cercata. Non si spiega altrimenti la cappa di silenzio che è calata sulla vicenda delle dimissione del Direttore del quotidiano dei vescovi. Noi avanziamo l’ipotesi che al vertice della chiesa cattolica le dimissioni di Boffo interessano poco. A parte una timida difesa d’ufficio appena accennata non sembra che ci siano sviluppi del caso e che non ci si debba aspettare altro. Noi pensiamo che il Direttore dell’Avvenire sia stato sacrificato sull’altare della politica. Alla Chiesa interessano altre questioni che non quelle di difendere il prestigio di una poltrona di un giornalista laico, nonostante il metodo adoperato per crocifiggerlo non si possa dire accettabile o condivisibile. Quello che la Chiesa sta facendo è proprio quello che sa fare meglio: far finta di niente e aspettare che la memoria dimentichi. Evidentemente il Sottosegretario Letta ha fatto bene il suo lavoro di pompiere. Il direttore Feltri può adesso continuare la sua opera distruttrice e senza scrupoli dei personaggi influenti, non allineati con la maggioranza berlusconiana. Qualcuno l’ha chiamato killer del giornalismo. Ci aspettiamo infatti che il Presidente della Camera Fini, delle due l’una: o si allinea oppure vedrà i sorci verdi dalle colonne del giornale di Berlusconi. D’altronde Feltri è bravissimo nel fare le campagne di discredito. In questo campo è un vero esperto. L’ignavia dei vertici cattolici comunque lascia sbigottiti e attoniti. Se questo è il segnale del rinnovamento etico che auspicava Bagnasco senza denunciare in modo diretto stiamo freschi. Ci attende un pessimo futuro.

lunedì 14 settembre 2009

La saggezza che viene dall’alto.

«Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi pensa di essere saggio e intelligente? Bene! Lo faccia vedere con i fatti, comportandosi bene: mostri insieme gentilezza e saggezza. Se invece il suo cuore è pieno di amara gelosia e di voglia di litigare, faccia a meno di vantarsi e non dica menzogne che offendono la verità. Una saggezza di questo genere non viene da […]: è sapienza di questo mondo, materiale, diabolica. Infatti dove regnano la gelosia e l’istinto di litigare, ci sono inquietudini e cattiverie di ogni genere. Invece la saggezza che viene da […] è assolutamente pura; è pacifica, comprensiva, docile, ricca di bontà e di opere buone; è senza ingiuste preferenze e senza ipocrisia. Le persone che creano la pace attorno a sé sono come seminatori che raccolgono nella pace il loro frutto: una vita giusta».

Secondo voi chi ha detto queste cose giudicando con estrema severità il comportamento del nostro Presidente del Consiglio? Pensateci un po’ e poi fate la vostra ipotesi. Un suo avversario politico? No! Un suo compagno di partito, per esempio Gianfranco Fini, che lo sta mettendo in forte difficoltà su tutta la linea politica di partito? No! Un giornalista di Repubblica che non lo può soffrire? No! Un giornalista di El Pais o di tutti i vari giornali internazionali che gliene dicono ogni giorno di cotte e di crude? No! Sapete chi le ha dette? O meglio, sapete chi le ha scritte? O meglio ancora, sapete dove ho letto questo giudizio tranciante su Silvio Berlusconi? Ve lo dico subito e ve lo dimostro anche. Queste parole sono scritte nel libro dei libri, cioè nel Vangelo. Non ci credete? Basta che prendiate una copia della Bibbia e andiate a Giacomo 3, 13-18. Non ci credete ancora? Basta sostituire nel brano al pronome personale plurale “Voi” il nome Berlusconi e avrete lo stesso identico scritto. Ah dimenticavo, tra le due doppie parentesi quadre c’è il nome “Dio”. Voi direte che è una operazione scorretta. Che non si può identificare nel Voi pronome personale presente nel passo della Bibbia il nome Berlusconi. Io non ci sto. La differenza tra il nome proprio di persona Berlusconi e il pronome personale Voi è similare e della stessa natura grammaticale per due ragioni. In primo luogo, il brano si rivolge agli uomini, a tutti gli uomini che hanno vissuto, vivono e vivranno su questa Terra, compresi me e voi. E Berlusconi è uno di questi. In secondo luogo, il brano mette in evidenza un soggetto che pensa di essere “saggio e intelligente”, e Berlusconi si sente più saggio e intelligente di tutti i Presidenti del Consiglio da 150 anni a questa parte. Lo ha detto lui. Anzi, basta aspettare ancora un po’ e Berlusconi dirà che è il più saggio capo di governo da Giulio Cesare in poi, cioè da 2000 anni circa ai nostri giorni, Mussolini compreso. Poi Berlusconi dice sempre che ha voglia di litigare con tutti i comunisti, con tutta l’opposizione, insomma con tutti i suoi avversari che non sono uno, dieci o cento. Abbiamo sentito direttamente dalla sua voce, per decenni, che egli si oppone e si opporrà ai comunisti e a tutti coloro che non la pensano come lui sempre. L'On. Casini ha detto che trascorre più del 90% del suo tempo a litigare con tutti. Berlusconi ha sempre ribadito che non si fa intimidire da nessuno. Il linguaggio dimostra che il suo non è proprio la lingua di Gandhi, né di Suor Teresa di Calcutta. Poi, Berlusconi non è saggio. Saggio magari sarà il suo Sottosegretario Letta, quello del “troncare, sopire, molto Reverendo”, ma lui non è saggio. Per curiosità e solo per curiosità, sempre nello stesso passo di Giacomo, precisamente in Giacomo 3, 5 c’è l’originale nel quale pescò Manzoni, che dice testualmente: “Un focherello può incendiare tutta una grande foresta”. Che è, se lo ricordate, la considerazione che fecero entrambi i soggetti manzoniani del Padre Provinciale e del Conte Zio quando punirono insieme Padre Cristoforo, trasferendolo dalla sua sede. Ritornando a Berlusconi, diciamo che egli è collerico, permaloso, vendicativo, astioso, non dimentica i torti fattigli dagli avversari, non crea pace intorno a se, non è umile, e neanche modesto. In più è divorziato, adesso lo sarà per la seconda volta, si circonda di belle ragazze che porta con se in tutti i luoghi delle sue residenze private, permette alle sue televisioni di trasmettere programmi televisivi dove compaiono allusioni e simboli fallici e, per giunta, si è costruita per tomba un mausoleo in cui non c’è neanche una croce come simbolo di cristianità, etc. Insomma, non è per niente simile al buon cristiano che la Bibbia descrive con proverbiale diligenza. La domanda che ci si pone allora è la seguente: perché un cattolico, ma anche un laico, che credono nei valori religiosi della fede e/o nei valori più generali della ragione, dovrebbero sostenerlo politicamente permettendogli di comportarsi come un irriverente irreligioso? Ecco, questo è il fatto che noi non comprendiamo. I cattolici di centro-destra vogliono sostenere politici di centro-destra? Facile. Votino per Fini o altri cattolici che soddisfino le caratteristiche richieste dalla Bibbia. Non Lui, che fra non molto dirà che è più bravo anche dei Santi. E questa volta non sarà perché racconta una barzelletta. Te capì?

domenica 13 settembre 2009

La televisione del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: un esempio di TV da scomunicare.

Siamo ancora una volta costretti a ritornare sulle televisioni del Premier Berlusconi perché non intendiamo far passare sotto silenzio l’ennesima perla del vanesio Capo di governo italiano. Il Corriere della Sera scrive un articolo su una trasmissione televisiva di una delle televisioni private di proprietà di Berlusconi che conferma, da voce autorevole, quello che noi stiamo sostenendo da anni. E cioè che la Chiesa Cattolica dovrebbe scomunicare Silvio Berlusconi per il pessimo esempio antieducativo dei messaggi che veicolano le sue televisioni sul piano morale, etico e della educazione dei giovani. Ecco cosa scrive il Corriere.

«Ciao sei al lavoro?». «No sono a casa...». «E come sei vestita?». «Ho un vestito nero di seta, trasparente, bellissimo, cortissimo, mi arriva a metà coscia.. Di più , mi arriva all’inguine». «E il reggiseno?» «E' di pizzo nero a balconcino». «E gli slip?». «No, non ce li ho». «E se fossi lì cosa mi faresti?». «Beh guarda, se fossi qui.. Intanto ti leccherei tutto, ma tutto tutto. Poi ti sdraio sul tavolo e ti mangio con le brioches e le fette biscottate. E ti sdereno un po’ anche. E ti cavalco da dietro. Io.., ma no è il contario. Va beh, come vuoi».
«Non è lo script di una conversazione rubata in una chat a luci rosse. E neppure il copione di un filmetto erotico, di quelli che andavano di moda negli anni Settanta e Ottanta e che vengono oggi riproposti come "cult" ma con la decenza della seconda o della terza serata. Quello scambio di battute che nessun genitore vorrebbe trovarsi a spiegare ai figli piccoli che dovessero avervi casualmente assistito è invece andato in onda alle 20 in punto, su Italia Uno la televisione di Berlusconi. Fascia famigliare per antonomasia. E tanto di bollino verde.»

Quando noi abbiamo sollevato il problema politico della affidabilità di un Primo Ministro che vanta non solo il più colossale conflitto di interessi della storia moderna mondiale ma anche la proprietà della più gigantesca televisione privata antieducativa mai esistita in Italia diciamo che abbiamo visto con esattezza i pericoli che la nostra società corre da quando questo Signore ha fuso le due attività incompatibili di imprenditore della comunicazione e di capo di governo. Duole che la Chiesa cattolica e le Parrocchie ancora esitino, in modo afasico, a prendere provvedimenti chiari e ostativi, per impedire che queste televisioni influenzino in modo negativo l'educazione dei giovani italiani e anche degli adulti. Questi messaggi di wurstel che vengono suggeriti come peni eretti da leccare sono semplicemente stomachevoli (l’immagine è stata presa dal sito del Corriere della Sera). Tutto ciò è indegno di un uomo che si professa il "miglior" Capo di governo cattolico di sempre (o almeno da 150 anni, come ha recentemente affermato in una dichiarazione non certo gandiana di Maria Teresa di Calcutta). Noi insistiamo che sconcio non è solo lui che permette ai caporali della sua televisione di decidere i pessimi e antieducativi programmi da trasmettere, ma sconci sono tutti quegli italiani che lo sostengono e che gli danno la forza di agire in questo modo sprezzante contro tutti. In poche parole, la Chiesa Cattolica dovrebbe dire con chiarezza che o Berlusconi fa il produttore televisivo sconcio e lascia la politica, oppure fa il politico ma imponga ai suoi capetti che dirigono le sue televisioni di fare programmi più consoni alla sensibilità e alla coscienza della educazione dei cittadini cattolici e non cattolici di questo paese che non possono essere sommersi dai messaggi sgradevoli e osceni veicolati dalle sue televisioni. Abbiamo o non abbiamo il diritto di ribellarci a queste immoralità?

venerdì 11 settembre 2009

Dichiarazioni in libertà di Berlusconi: sono il "Migliore" da 150 anni.

Sfrontata e presuntuosa. Ecco come si può definire la dichiarazione del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella conferenza stampa tenuta insieme al Primo Ministro spagnolo Zapatero ieri. Siamo alla farsa più grossolana. Un capo di governo megalomane che dichiara che Lui è il migliore di sempre da che esiste l'Italia, e cioè dall'Unità d'Italia, è semplicemente tracotante e sfrontata. Avevamo capito da molto tempo con chi abbiamo a che fare, ma l'ultima sua uscita davanti alla stampa internazionale è non solo umiliante per chi non si sente rappresentato adeguatamente da un vanaglorioso e smargiasso politico come lui, ma è anche la più imperdonabile. Ai cittadini italiani non importa alcunché se lui, massimo interprete della vanità, è il migliore o meno, quando poi tratta la popolazione dei dipendenti pubblici e dei lavoratori salariati come se fossero dei suoi sudditi, non aiutando concretamente i cittadini meno abbienti e in forti difficoltà dovute alla crisi finanziaria attuale. Dovrebbe pertanto vergognarsi di questa dichiarazione sfrontata e provocatoria che prende in giro i cittadini che non hanno la fortuna di lavorare ai piani alti del lavoro finanziario e/o politico, dove imperano retribuzioni milionarie indegne da paese civile. La sola dichiarazione che doveva fare avrebbe dovuto essere opposta a quanto detto. E, cioè, avrebbe dovuto dichiarare con umiltà che lui si sente modesto nel lavoro di primo cittadino d'Italia, onorato di rappresentare il paese e inadeguato per la tremenda responsabilità relativa al ruolo che gli impone la carica. Conseguenza di questa modalità di vita è che il suo stile avrebbe dovuto essere all’insegna della morigeratezza dei costumi e del linguaggio, della sobrietà dei comportamenti, della prudenza nel trattare temi delicati come quelli dove lui ha un colossale conflitto di interessi, nonché dell’equilibrio nei rapporti con i vari poteri dello Stato a cominciare dai magistrati e a finire ai giornalisti. Viceversa, ci siamo trovati un soggetto che non si capisce se sia più un dittatorello sfrontato di provincia o un comico mancato che fa ridere chi lo ascolta, come nel caso del suo intervento al Parlamento europeo di qualche anno fa quando accusò il capogruppo socialista europeo Schulze di somigliare a un kapò. Roba da far vergognare milioni di italiani che capirono da quel momento che il paese avrebbe perduto credibilità internazionale, com’è purtroppo avvenuto. Cos’altro aggiungere di un uomo che esalta le sue virtù sessuali e, viceversa, ingiuria quotidianamente i pochi che ancora lo contrastano? Ma in tutta questa confusione primeggia una Chiesa cattolica afflitta da afasia, timorosa, che non lo avversa in modo adeguato e lo lascia fare giustificandosi che ella "non si intromette nelle questioni politiche", quando per la sua vita dissoluta avrebbe dovuto ricevere la scomunica, perché reo di essere un divorziato recidivo, che svolge - lo afferma la moglie che ha chiesto il divorzio - una vita familiare scorretta e lontana dall’ideale di vita dei cattolici. Povere quelle famiglie sfortunate che hanno perduto il lavoro. Si trovano innanzi un capo di governo di gomma, che invece di diminuire loro l’IRPEF e aumentare quella dei ricchi fa il contrario: toglie ai poveri per ingrassare i ricchi. Bell’esempio di religiosità cattolica e di Robin Hood all’incontrario!

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