lunedì 9 maggio 2016

Scivoloni entropici a “Il Giornale”.


Eccolo qui, l'ennesimo giornalista che si improvvisa scienziato e pontifica. La mania di molti giornalisti ignoranti di fisica di entrare a gamba tesa nei propri articoli adoperando un sostantivo che ha a che fare con la scienza comincia ad essere irritante. E' quello che è successo al giornalista economico Gian Maria De Francesco del "Giornale", il quale nel suo lungo articolo contro la candidata Virginia Raggi afferma: "Il grillismo di Raggi, in fondo, è così: in superficie par di riconoscervi il motto «legge e ordine» ma andando a fondo si scorge una malsana passione per l'entropia [...]".
A nostro avviso si tratta di uno scivolone giornalistico che l'ottimo polemista avrebbe potuto e dovuto evitare, perchè in questi casi non basta conoscere il significato della grandezza fisica entropia studiata al liceo (indicata in fisica con la lettera S) ma è necessario ancor più conoscere le ragioni del suo uso prima che in politica nei principi della fisica. E qui casca l'asino, perchè il Nostro invece di mostrare cautela nell'uso del sostantivo entropia ne abusa con leggerezza, commettendo un errore concettuale macroscopico.
La "malsana passione per l'entropia" scritta da lui nell'articolo non significa nulla nella scienza e suppongo anche nella politica. Quello che conta nella scienza non è l'entropia (in assoluto) ma l'aumento di entropia in un processo termodinamico. I fisici parlano di variazione di entropia, indicandola con il simbolo ΔS. Com'è noto in termodinamica, in un processo irreversibile non esiste la possibilità nè di lasciare inalterata l’entropia né, a maggior ragione, di farla diminuire. Dunque, il Nostro avrebbe dovuto scrivere: la "malsana passione per l'aumento dell'entropia".
Omettendo di chiarire che malsana non è l'entropia (nome femminile che finisce col suffisso "a”) ma l'aumento dell'entropia (l'aumento è maschile tanto che finisce col suffisso "o") ha praticamente mostrato un deficit di conoscenza prendendo, come si suol dire in questi casi, "fischi per fiaschi".
Avere una entropia S=1 J/K o averla a un milione di J/K, non ha molto senso in termodinamica. Quello che invece è importantissimo conoscere è che se un processo fisico fa aumentare l'entropia di 1 J/K è una cosa accettabile, mentre se la fa aumentare di 1000 J/K la prospettiva relativa all’ordine è molto più brutta.
Manifestare un aumento del disordine elevato significa produrre cambiamenti peggiorativi dal punto di vista dell’ordine. Al di là degli aspetti fisici più o meno rilevanti, tra le tante cose, non si capisce bene poi perché la Raggi sia con un aumento di entropia piuttosto che con l’entropia sarebbe una candidata inadeguata mentre, per esempio la Meloni, invece no. Che c’entra l’entropia o l’aumento di entropia con i candidati di una elezione a sindaco di Roma?
A proposito J/K è l'unità di misura dell'entropia nel Sistema Internazionale di misura. Tanto per essere precisi. Te capì?

sabato 7 maggio 2016

Immigrazione, diritti, valori ma anche doveri.


Il papa: «l'UE sia madre. Migrare non è un delitto». Ricevendo il premio Carlo Magno alla presenza delle autorità dell’Unione Europea papa Francesco ha affermato che «non è buona cosa erigere muri. E’ buona cosa invece costruire ponti».
La sua dichiarazione ci trova d’accordo ma proprio per questo motivo non è corretto lasciare una asserzione a metà: non giova a nessuno e produce ambiguità. D’altronde la frase di Francesco non può non essere seguita da qualche condizione. Altrimenti si rischia di aggiungere alla sfida la sconsideratezza.
La diversità e la tolleranza sono valori. Questi valori, tuttavia, devono essere inquadrati in una prospettiva legislativa europea che dia senso alla affermazione che il fenomeno della migrazione abbia valenza positiva. Permettere e incoraggiare l'immigrazione in modo sconsiderato e senza regole è a nostro parere un disvalore. Facciamo un esempio per farci capire meglio e per chiarire il senso di questo post.
Ammettiamo che un paese europeo aprisse le porte ai migranti senza porre regole e doveri. Cosa succederebbe? Ne abbiamo visto qualche avvisaglia alcuni mesi fa con la Germania che nel giro di qualche settimana si è vista invadere, con un esodo biblico, da mezzo milione di profughi provenienti dalla parte sud-orientale dei confini dell’UE.
In poco tempo, seguendo la logica sconsiderata della migrazione “senza se e senza ma”, avremmo in questo paese europeo dieci-venti milioni di immigrati provenienti da ogni parte del mondo. Cosa succederebbe a quel punto? Tutta la vita di quello Stato verrebbe scombussolata e sottoposta a una rivoluzione in grado di produrre una autentica guerra civile di proporzioni gigantesche.
Domanda: è questo quello che vuole il Papa? No di certo. Dunque, immigrazione si ma con le regole. E le regole devono essere fissate dalla politica non certo da sacerdoti, da rabbini o da qualche imam. Ci mancherebbe altro! Contingentamento annuale, possesso di requisiti legali, carta dei diritti ma anche dei doveri e degli obblighi dei migranti, partecipazione obbligatoria a corsi di integrazione linguistici, culturali oltre che politici e sociali. Insomma una cosa seria, fatta col cervello a mente fredda e non con le provocazioni dei muscoli o l’anarchia dei centri sociali. Pertanto bene ha fatto il papa a invocare la maternità dei diritti dei migranti ma anche rigorosa applicazione di regole, aggiungiamo noi. Migrare non è un delitto ma neanche un uovo pasquale. Disse Salomone: “I pensieri dei giusti sono equità, i propositi degli empi sono frode”. Indovinate chi è Salomone e chi sono gli empi in questo caso. Te capì?

Support independent publishing: buy this book on Lulu.