mercoledì 31 agosto 2011

Lacrime e sangue per tutti. E la Chiesa cattolica?

Il Cardinale Bagnasco, la CEI e le Reverendissime et Eminentissime Gerarchie cattoliche cerchino di non fare i furbi. Le loro dichiarazioni, relative ai moniti che vengono trasmessi da giornali e tv filogovernativi e filo-vaticane (in primo luogo la Rai) a proposito della compartecipazione alle rinunce finanziarie dovute alla crisi, fanno passare l’idea che la Chiesa paga da tempo tutte le tasse dovute per legge e non è pertanto una frodatrice fiscale. La Chiesa e tutto lo schieramento filo-cattolico fingono di non capire che il problema è, come è stato già detto dalla stampa di opposizione, l’insieme di leggi che Le garantiscono esenzioni ed elargizioni. Entrambe sono privilegi, ovvero regalie, che non sono altro se non assegnazioni di risorse finanziarie ed economiche che vengono meno allo Stato italiano per varare la manovra economica che l’Europa e i mercati ci chiedono. Le “lacrime e sangue” che dovremo versare, per decisione di un governo iniquo, non riguardano la categoria dei ricchi e men che mai, purtroppo, la categoria dei super-ricchi del Vaticano. Per favore non si facciano i finti tonti. La Chiesa cattolica è ricca. Non pianga miseria, perché non è così. Non ci si venga qui a dire che è povera. Con i miliardi di euro che intasca dallo Stato italiano e con i guadagni principeschi che incassa dal commercio religioso, alberghiero e dalla ristorazione la Chiesa cattolica dovrebbe contribuire per il giusto. Per esempio, si inizi a pagare l’ICI per tutte le categorie di alberghi in cui i turisti stranieri pagano, e profumatamente, per dormire e mangiare. Qui il culto non ha niente a che vedere con la dimensione spirituale. A Roma, tanto per fare un esempio, c’è il complesso alberghiero del “Divino Amore” che è una eccellente struttura che fa ristorazione e albergo per tutto l’anno. Perché Essa non paga l’ICI mentre i pensionati d’Italia devono pagare copiose tasse dalle loro magre pensioni per ridurre il disavanzo dello Stato? Questi non sono misteri gloriosi e dolorosi. Sono misteri dolosi se non verranno tassati dal governo Berlusconi. Su quest’ultimo soggetto diciamo che non abbiamo più né parole, né aggettivi per il suo squallido ed egoistico modo di intendere la giustizia e l’equità. Silvio Berlusconi rimane è il principale responsabile della crisi dell’Italia, per anni nascosta da lui e dal suo sciagurato Ministro del tesoro.

domenica 28 agosto 2011

Eppure gli italiani hanno un'arma: il 117.

Questo è un invito. Un invito alla denuncia. Esiste ed è attivo da anni un numero di telefono della Guardia di Finanza, il 117, che ha il magnifico e splendido scopo di combattere l’evasione fiscale per segnalare alle autorità preposte i furbetti che non rilasciano lo scontrino. Per comprendere come il 117 sia uno strumento più che efficace contro gli imbroglioni che non rilasciano la ricevuta fiscale (commercianti senza scrupoli, professionisti che vogliono guadagnare di più illecitamente, autonomi a cui non piace mettersi in regola, ecc.) basti pensare che è osteggiato dal governo Berlusconi. Noi siamo del parere che se non piace a Berlusconi vuol dire che “è cosa sommamente buona e giusta”. Abbiamo il piacere di appartenere a coloro che non solo non lo avversano ma lo incoraggiano. Perché? Per il semplice e banale motivo che non ci sono mai piaciuti i furbetti, ovvero quella categoria di mascalzoni, falsi lavoranti, che vivono come parassiti nella società e lucrano ai danni dei veri lavoratori. L’invito alla delazione è cosa altamente giusta. Diciamo che è un diritto costituzionale laddove abbia come obiettivo l'equità fiscale. All’estero, soprattutto in Germania, viene costantemente utilizzato dalla popolazione civile che avverte il senso etico e morale della collaborazione con le forze dell’ordine che contrastano l’evasione. Le debolezze fiscali, in un periodo di crisi iniqua contro gli onesti, è da perseguire con sistematica diligenza e forte gratificazione per riportare in equilibrio la sfrontata attività illegale di chi non paga le tasse. Aiutare a perseguire gli evasori e gli elusori delle tasse con una telefonatina, anche anonima, è piacevole perché opera per ristabilire equilibrio e verità. Chi ciarla e non fa nulla è un codardo che non ha coraggio. Ecco come segnalare un episodio di evasione fiscale sul web.

mercoledì 10 agosto 2011

Rigore ed equità: perché solo adesso?

La situazione finanziaria ed economica dell’Italia sta precipitando a ritmi sempre più sostenuti. Borsa, spread, titoli di Stato, tutto sta andando malissimo. In Europa siamo i peggiori e il dramma della recessione si sta materializzando sempre più. E’ lecito chiedere chi è, o chi sono i responsabili di tutto ciò? Il governo fino a un mese fa diceva che tutto era a posto e l’unica cosa da fare era lasciare il “manovratore” libero di dirigere il Paese. Il manovratore, ovvero il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è il solo responsabile della faccenda e tutti coloro che lo difendono sono in mala fede. La situazione è diventata drammatica a causa di questo Signore, irresponsabile e testardo, che pur di battere il record di longevità al governo sta mandando la nave a picco come il Titanic. Il governo non è intervenuto quando doveva e poteva in modo equo e rigoroso. Adesso, forse, è tardi e le conseguenze le pagheranno come al solito i poveri e i meno tutelati. La classe politica è ormai una casta indiana, con i suoi riti e le sue prebende. Noi diciamo che questo modo di fare politica è da Grandi Mascalzoni come lo fu il Presidente Megagalattico dell’Azienda di Fantozzi. I politici italiani sono degli imbelli e gravissima è la loro responsabilità, insieme a quella dei loro sponsor, tra i quali spicca la Chiesa cattolica dei Reverendissimi et Eccellentissimi Cardinali che hanno sempre appoggiato politicamente ed elettoralmente il Capo del Governo. Quando il Signor Berlusconi andrà a casa licenziato dalla sua carica, tutti gli italiani diranno che loro non hanno mai sostenuto Berlusconi. Come sempre, si verificherà ciò che è successo col fascismo. Quando Mussolini cadde tutti gli italiani si dichiararono antifascisti. Ipocriti e mascalzoni. Questa è la loro carta di identità.

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