sabato 26 settembre 2015

La Catalogna tra secessione e conflittualità.


In Catalogna, a breve, ci saranno le elezioni regionali. Sembra che la maggioranza assoluta dei catalani sia per l’indipendenza di questa bella e importante regione della Spagna. Una notevole fetta dei catalani la chiamano legittima aspirazione all’indipendenza. Anche noi, in Italia, abbiamo avuto a che fare con un tentativo di secessione all’italiana di una parte del paese che voleva prendere il nome di Padania. Sappiamo come è andata a finire. "Io non credo. La Catalogna però è bella". Sono queste le parole che il comico Maurizio Crozza avrebbe potuto far dire al personaggio Razzi durante una sua interpretazione comica. Fuor di metafora diciamo con convinzione che la Catalogna è bella finchè appartiene alla Spagna. Fuori di essa la Catalogna sarebbe un'entità nuova, da definire e soprattutto da scoprire. Chi ci dice che i catalani indipendenti sarebbero migliori? E se fossero invece peggiori? Prendiamo per esempio la ex Cecoslovacchia. Formata da cechi e slovacchi all’indomani della caduta del muro di Berlino hanno deciso in comune di separarsi. Lo hanno fatto insieme, condividendo la scelta, e adesso vivono in pace e d'accordo. Invece Catalogna e Spagna non hanno fatto alcun accordo. Anzi, al contrario, c'è il tentativo di imporre uno (la Catalogna) all'altro (la Spagna) una decisione che l'altro non condivide. E le imposizioni non sono mai cosa buona e giusta. D'altronde se si concedesse condivisione di scelta a tutti in Europa avremmo non più 51 nazioni o Stati indipendenti come adesso ma 5000 staterelli che produrrebbero babilonie di problemi senza risolvere alcunché. Non parliamo poi del fatto che una tale decisione sarebbe incostituzionale in Spagna e dunque sbagliata in partenza con un peccato originale difficilmente accettabile dalla comunità internazionale. Dunque noi non capiamo la testardaggine dei catalani a perseguire un disegno di secessione che sicuramente porterebbe moltissimi guai a questa popolazione che attualmente ci è simpatica ma che, se si dovesse verificare una decisione forzata di secessione lo anticipiamo, a noi i catalani non sarebbero più simpatici. Se i catalani vogliono separarsi allora devono seguire la via maestra della legalità. Prima si modifichi la Costituzione spagnola prevedendo la secessione. Poi si faccia un referendum per invitare tutti i cittadini spagnoli a esprimersi sulla richiesta e dopo aver vinto il referendum possono procedere pure alla separazione. Altrimenti è un atto deliberatamente ostile e illegale con tutte le conseguenze del caso. Piuttosto, facciano approvare dal Parlamento spagnolo una maggiore autonomia ma la smettano di fare i bambini che vogliono a tutti i costi che il papà compri loro il giocattolino pericoloso con cui farsi male. Noi la pensiamo così.

venerdì 25 settembre 2015

Da Halloween a Pulcinella.


Sembra che il senatore leghista Roberto Calderoli, ex-ministro alla “semplificazione”, nella polemica sulla riforma costituzionale con la ministra Boschi, sia diventato un sostenitore della “complicazione” dei lavori parlamentari. Nella spinosa faccenda degli 82,5 milioni di emendamenti presentati in un Dvd per la discussione della legge di Riforma costituzionale, dall’ex-ministro ci si attendeva qualcosa di più intelligente. Diciamo la verità, il suo espediente non solo non risolve nulla ma complica ancora di più la già contorta faccenda dei lavori parlamentari. Ma si sa che l'intelligenza non si può comprare a ettogrammi dal salumiere. D’altronde il distopico senatore Calderoli ha più frequentazioni con i protagonisti del romanzo formale orwelliano che con quelli pragmatici dickensiani. Il fatto è che quando da ministro si propose di semplificare il sistema di leggi italiane votate dal Parlamento per delegiferare fallì clamorosamente nell'intento. Il perchè lo ha rivelato lui stesso che in quel periodo era interessato più alla sua legge elettorale che chiamò “porcata elettorale” che al resto della sua attività semplificatrice. Ebbene vedere un senatore della Repubblica che, con spavalderia da pistolero messicano, si vanta di essere riuscito nel suo Guinness dei primati di avere depositato ben 82,5 milioni di emendamenti non è che si possa rimanere sereni pensando di che pasta è fatto il nostro Parlamento nazionale! D’altronde gli emendamenti sono stati prodotti mediante un algoritmo matematico, che è riuscito a produrre da un solo periodo 82,5 milioni di varianti, sfruttando tra l'altro come differenza tra loro l’uso di una o più virgole presenti nelle frasi. La cosa che colpisce è che il Nostro non solo non si vergogna di inserire in una attività seria come quella del delicato lavoro legislativo la stratosferica cifra di 82,5 milioni di asserti con virgole sistemate in modo irrazionale ma addirittura se ne vanta. Non bastavano i Razzi e gli Scilipoti adesso si aggiunge anche questo strano soggetto, metà serioso e metà baldanzoso, che crede che il Parlamento sia un teatrino nel quale vince chi è più furbetto nel bloccare i lavori. Purtroppo la decadenza del Parlamento italiano è iniziata un po’ prima di questa performance leghista. L'autore vero di queste porcate non è Calderoli ma il suo ex Capo di governo, Sultano di Arcore, noto criminale condannato con sentenza definitiva a 4 anni, poi con alcuni espedienti formali ridotti a meno di un anno, ai servizi sociali. Si tratta di quel Silvio Berlusconi che aveva più dimestichezza con le minorenni e gli scherzi da cucù con le corna fatte nelle foto ufficiali dei capi di governo europei, che con i provvedimenti legislativi del suo governo. Concludiamo queste brevi considerazioni come al solito ricordando che negli USA se un parlamentare avesse fatto come l'On. Calderoli non solo sarebbe stato licenziato in tronco come sarebbe giusto fare con persone che prendono in giro le istituzioni ma avrebbe anche dovuto rispondere davanti a un tribunale di “oltraggio alla legge”. Ma si sa che qui siamo in Italia. In USA hanno Halloween mentre in Italia abbiamo Pulcinella. Te capì?

giovedì 17 settembre 2015

Minoranza Pd dura e pura alla grillina.


La svolta grillina della minoranza Pd è ormai un fatto assodato. La cosiddetta minoranza del Pd dopo lo sbandamento, dovuto al successo elettorale di Renzi alle europee con il famoso 40,8 % di voti, sta cercando disperatamente di recuperare le “ragioni della politica” secondo usi e costumi da Prima Repubblica. Usciti dal Pd i due parlamentari naif antirenziani Civati e Fassina, la minoranza è riuscita a compattarsi con un programma e un metodo precisi: la contrarietà e l'ipocrisia. Scegliere pochi temi esattamente opposti a quelli del premier e far apparire che la democrazia è a rischio. Apparentemente si dichiara disponibile al confronto; in realtà sa che lo scontro è l'unica arma rimastale per evitare l'oblio. Ormai tutti hanno capito che alle prossime elezioni pochi avranno il contentino della candidatura sicura. Dunque, hanno deciso di non uscire dal Pd per evitare l’autoemarginazione e sopravvivere mediante l’apparenza di un confronto. Scartate le due possibilità di entrare in Sel o di presentarsi da soli, la minoranza del Pd sta lavorando ai fianchi il governo. Deve fare però attenzione a non prendere qualche uppercut perché alla cosiddetta “etica di sinistra” non ci crede più nessuno, soprattutto dopo le porcate che l’intero Pd ha fatto a Roma e dintorni. Loro, ovvero i duri e puri del Pd, quelli dell'etica "senza se e senza ma", si sono chiusi in un fortino e credono di dettare le condizioni al premier. Chiariamo che alcune loro ragioni sono valide. Purtroppo sono tardive. Questa storia che se non passerà l’emendamento della elettività diretta dei nuovi senatori la democrazia del Parlamento è a rischio è una colossale balla, perché noi non crediamo alla storiella che gli attuali senatori eletti direttamente siano al di sopra dei sospetti. Infatti, gli attuali senatori eletti direttamente dai cittadini - alcuni dei quali rispondono ai nomi di Berlusconi (addirittura espulso), Formigoni, Ghedini, Razzi, Scilipoti, etc. - non è che abbiano brillato per etica e competenze! Tutt’altro. Molti degli attuali senatori sono personaggi squallidi sotto il profilo sia etico, sia politico, sia specialistico. Razzi e Scilipoti per esempio sono l’unico esempio di parlamentari eletti direttamente nell’intero sistema planetario che fanno piangere per ignoranza e comportamento quando sono intervistati. Ma più squallida di questa coppietta siculo-abruzzese ci sono i senatori eletti direttamente nelle altre legislature che sono riusciti a caricare miliardi di euro sul bilancio dello Stato per i falsi rimborsi elettorali dei partiti. Tra l'altro il trio Berlusconi-Razzi-Scilipoti, ironia della sorte, è attualmente indagato nell'inchiesta per la compravendita di senatori. E poi la minoranza del Pd ha la sfrontatezza di dirci che è a rischio la democrazia! Il fatto è che Renzi non può accettare la loro proposta di modifica dell’art. 2 del progetto di nuovo Senato, perché altrimenti si azzererebbe il percorso di riforma. Il fatto equivarrebbe a una sconfitta del premier non solo sul piano dell'immagine ma soprattutto su quello programmatico e delle promesse. Dunque, lo scontro continuerà fino a quello decisivo della fiducia nella votazione finale del provvedimento. Alla minoranza non interessa modificare la non elettività dei membri del Senato. Alla minoranza interessa lo scontro perché solo così i componenti del gruppone avranno visibilità politica. Il loro dramma è che così facendo stanno copiando i Cinque Stelle : l'importante non è produrre le leggi di riforma; l'importante è apparire puri e duri. Finiranno come i Verdi o i Socialisti: cioè inessenziali ed emarginati, ovvero inutili.

lunedì 14 settembre 2015

Italiani e imbrogli: un’accoppiata trionfante.


I media riportano notizie gravissime a proposito della gestione dei patrimoni confiscati ai boss della mafia. Sembra che una pattuglia di giudici preposti a questo scopo siano sotto inchiesta perché sospettati di una gestione, diciamo così, un po’ allegra dei beni dei mafiosi. Non ci interessano i loro nomi. Ci interessa viceversa sottolineare che se anche i giudici sono indagati per qualche reato vuol dire che siamo arrivati al capolinea di un percorso granitico di amoralità, iniziato in modo sostanzioso col berlusconismo e ininterrotto fino ad oggi in cui tutti, in modo indegno, sono coinvolti nel vuoto etico della vita dell’intera nazione senza aver fatto nulla per evitarlo. In pratica non si salva nessuno. Politici, giornalisti, avvocati, magistrati, professori universitari, sindacalisti, manager e dirigenti pubblici, industriali di piccola e grande industria, chi più e chi meno, in questi anni hanno vissuto per arricchirsi in modo immorale e scorretto col concorso di politici senza scrupoli di tutti gli schieramenti. Di questi ultimi non ci sono più distinzioni da fare: politici di destra, di centro e di sinistra, di governo e di opposizione tutti uguali nella loro sete di denaro, sono riusciti negli anni passati e ancora oggi con leggi appositamente studiate a tavolino e votate in un colpevole silenzio, a creare le condizioni normative per il più colossale furto nazionale di ricchezza ai danni degli svantaggiati che mai nazione nell'intero sistema planetario abbia prodotto. Certo un furto se viene coperto da una norma legislativa non è più furto. Pertanto è bene che impariamo a prendere nota che si è trattato non di furto ma di applicazione accurata di norme. La pietanza in ogni caso è la stessa ed ha il medesimo sapore: sfruttare la propria carica e il proprio ruolo per accaparrarsi il massimo possibile! Ricordate tutti quei casi di sindacalisti e dirigenti regionali che sono riusciti a prendere pensioni d’oro fino a un massimo di novantamila euro al mese con un normale lavoro? Tutti hanno dichiarato che hanno sfruttato le norme di legge. Dunque, in questo paese tutto è possibile se si ha a disposizione un capo di governo prezzolato e disponibile. Ricordate quando si è toccato il fondo in cui la Camera dei deputati votò una mozione in cui si asserì che una minorenne, non certo dalla condotta irreprensibile, che allietava le serata di Berlusconi era la «nipote di Mubarak»? Non sappiamo quante pernacchie nel mondo siano state prodotte per questa scandalosa condotta del nostro Parlamento. Certo di sicuro c'è che siamo stati associati più ai Pulcinella che ai S. Francesco d’Assisi. Non bastavano gli scandali precedenti adesso si aggiungono anche quelli creati da magistrati che avrebbero dovuto inquisire e invece sono stati inquisiti. Cose da pazzi si direbbe in questi casi. Queste leggi, appositamente create per far guadagnare in modo scorretto chi non merita, riguardano praticamente tutti coloro che hanno potuto sfruttare leggine di inaudita immoralità in grado di capovolgere un imbroglio in una opportunità. Per esempio, che ne dite di quei sindacalisti che hanno accettato una promozione appena pochi mesi prima di andare in pensione per percepire un assegno sovrastimato da aumenti fittizi e contraffatti di salario permesso da industriali scorretti per un volgare e utilitaristico do ut des? Un esempio recentissimo fra i tanti. Nel mese di giugno di quest’anno, non il secolo scorso, il Senato nella sua autonomia approva una leggina ad hoc per i commessi di quest’aula. La leggina afferma che i commessi del Senato se hanno raggiunto i 57 anni (57 non 67 come è adesso la legge) possono, entro il mese di luglio del 2015, chiedere di andare in pensione con una decurtazione del 20% dell’assegno pensionistico che, in modo beffardo, verrà reintegrato al 100% nel momento in cui il dipendente conseguirà l’età di pensione prevista dalla legge nazionale corrente. I giornali non ne hanno parlato e la notizia è solo il passaparola di illusi o di arrabbiati che credono ancora in uno scatto di moralità della classe di governo o di improbabili rivoluzioni politiche. Tra questi spicca il nostro Presidente del Consiglio il quale, dietro le riforme costituzionali e facendo il finto tonto, nasconde una inaccettabile condotta di connivenza che crea ulteriore zavorra sul bilancio dello Stato, mediante dazioni immorali. Siamo di nuovo al punto di partenza. Cioè siamo di nuovo al capolinea di un percorso di immoralità che ha trasformato gli italiani onesti e puliti dell’inizio della Repubblica in lestofanti attuali che mettono al primo punto dei loro interessi il profitto, per giunta con l’imbroglio. Papa Francesco è stato l’unica autorità che l’ha denunciato con franchezza. Tutti gli altri sono correi.

giovedì 10 settembre 2015

Responsabilità e spregevolezza.


La decisione dei profughi siriani di realizzare un secondo esodo biblico, sicuramente più drammatico e difficile del primo attraversando mari e montagne, ha il pregio di aver fatto chiarezza nel panorama politico dei governi europei. In un solo colpo sono stati spazzati via miti e tabù che sopravvivevano da molto tempo in merito all'etichetta di "civiltà" guadagnata dalle nazioni europee nella loro storia. Della decisione tedesca di accettare unilateralmente centinaia di migliaia di profughi ci ha colpiti il significato e il modo con i quali è stata realizzata. Ecco il senso del ragionamento della donna più potente d’Europa, Angela Merkel, che lo ha concretizzato. Al Reichstag - nello stesso luogo dove Hitler fece discorsi esattamente opposti - la Cancelliera ha detto alcune cose che rimarranno memorabili nella storia d'Europa e scolpiti nella memoria di noi tutti che abbiamo assistito impotenti alla tragedia dei profughi tra i quali spiccavano, per la loro debolezza, vecchi e bambini. Noi le sintetizzeremo con tre parole: accoglienza, regole e integrazione. Molti potevano dirle queste parole ma solo lei le ha dette e sta facendo seguire i fatti. In un breve discorso alla nazione ha informato i sui concittadini che si assumeva per intero la responsabilità non solo di non respingere i profughi ma addirittura di invitarli a trasferirsi con fiducia nel suo paese (ne ricordiamo il nome corretto per non dimenticarlo mai come esempio: Bundesrepublik Deutschland) in copiose quantità nel quale saranno accolti con generosità, rifocillati con simpatia, sistemati in un primo momento per alcuni mesi in alloggi provvisori con tre pasti al giorno, due caldi e uno freddo, forniti di tutte le necessità e dopo verrano loro assegnate delle case con un sussidio in denaro per vivere decentemente in attesa di un posto di lavoro. Contemporaneamente le “regole” alle quali dovranno sottostare imporranno loro corsi di studio della lingua e cultura tedesca per essere successivamente integrati nella società a condizione di possedere i requisiti necessari. Carota e bastone; aiuti e regole; disponibilità e obblighi. Solo una grande statista poteva dire le cose che ha detto Angela Merkel. Crediamo di avere trovato finalmente in Europa un autentico e concreto Capo di governo che è riuscito a coniugare regole rigide e carità umana, generosità e coraggio ma anche vincoli severi e prospettive concrete di integrazione. Al contrario, e finalmente aggiungiamo noi, altre nazioni europee hanno buttato giù la maschera. Di questi paesi, che lasceranno sui loro popoli un marchio di infamia per la crudezza delle loro politiche di repressione, vogliamo sottolineare che non solo non hanno fatto accoglienza ma addirittura non hanno permesso se non con violenza il transito dei profughi chiudendosi nel fortino del loro giardino, nel bunker blindato del loro territorio. Una vera vergogna continentale che i loro antenati vichinghi e ugro-magiari non meritavano . Dal discorso di Angela Merkel dell’altro ieri l'Europa non è più la stessa. Il marchio del pregiudizio e della discriminazione si è impresso con forza sulle pelli bianche di molti europei. Un vero e proprio programma di difesa del loro cortile che ci fa vergognare di definirci tutti alla stessa maniera: europei. Non siamo tutti uguali. No. A questo punto sarà necessario rivedere le regole dell'UE per evitare che possano identificarsi come europei gente che non lo merita. Gli Adenauer, i De Gasperi, i Monnet, gli Schuman, gli Spaak, gli Spinelli e Altri a quest'ora si staranno rivoltando nella tomba.

venerdì 4 settembre 2015

Basta morti di migranti.


Spesso si dice che le immagini raccontino meglio di un testo una tragedia. In casi particolari un'immagine vale più di mille parole. Mentre le discussioni a livello europeo sul fenomeno drammatico dei migranti che vanno incontro alla morte procedono al rallentatore senza produrre decisioni, il flusso di persone che lascia la Siria e i paesi limitrofi in guerra, non solo non si arresta ma aumenta. Diciamo chiaramente senza se e senza ma che questo produce un tributo di morti che l'UE ha sulla coscienza.
La foto del bimbo che giace senza vita sulla spiaggia di Bodrum in Turchia racconta questo dramma inarrestabile al quale i leader europei hanno risposto con un egoismo squallido e, peggio ancora, con parole ipocrite e vergognose che nascondono il livello di mediocrità della intera classe politica a cui appartengono. C'è da vergognarsi di essere rappresentati nella famosa Unione Europea da capi di governo che sembrano nani, proprio sul loro terreno che è quello della politica. Ma più vergognoso di tutti ci colpisce il silenzio assordante della Nazioni Unite, la famosissima ONU, che in questo momento ha prodotto la più ignobile e vile ritirata che la storia ricordi. Li vogliamo nominare uno per uno perché non è giusto che passi tutto nel dimenticatoio. Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina e il loro eletto Segretario Generale, il pilatesco Ban Ki moon, con i rispettivi capi di governo stanno offrendo al mondo intero uno spettacolo di desolante viltà che annulla in un solo colpo i loro passati di civiltà per la manifesta e insopportabile avarizia di umanità e di nobiltà d’animo mostrata nei confronti dei più deboli e svantaggiati che sono i profughi di guerra.

Mentre quel povero bambino moriva nell’oscurità della notte le classi politiche di questi meschini paesi, che hanno il potere di veto all’ONU, mangiavano a ristorante probabili e costose porzioni di cibi e facevano copiose bevute di champagne. Un contrasto disgraziato e indegno tra ricchi e poveri, tra fortunati e sventurati, che ci hanno ricordato i precedenti storici delle loro società tradizionali di qualche secolo fa in cui masse enormi di contadini e schiavi venivano sfruttati fino alla morte. Una vera e propria follia collettiva infarcita di pochezza e di inanità ha caratterizzato finora l’ignavia di questi cinque politici che si chiamano, non dimentichiamolo mai, Obama, Cameron, Hollande, Putin e Xi Jinping. Cosa avrebbero dovuto fare questi inetti della politica mondiale? Semplice: avrebbero dovuto riunire il Consiglio delle Nazioni Unite e votare una risoluzione immediata con la quale dare mandato a una forza militare, formata dai loro esclusivi soldati, di eliminare le cause di questa migrazione, che è poi la ragione per la quale c’è questo esodo biblico. In altre parole i Cinque dopo avere reclamato il potere di veto all’ONU adesso si assumano le loro responsabilità. E' necessario che risolvano immediatamente il problema dell’esistenza di Stati canaglia e di fazioni bellicose che hanno prodotto i guai della colossale migrazione. I Cinque devono sapere che essi sono i veri responsabili di questo caos mondiale, prodotto dai loro interventi militari mediante il loro potere di veto all’ONU. Dunque, chi è causa del male altrui paghi il pegno della sua irresponsabilità. Ne abbiamo subite troppe da questa ONU che invece di fare gli interessi del mondo esiste solo per fare gli interessi dei Cinque.

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