domenica 20 settembre 2009

Rinnovamento etico e inerzia dei vertici della CEI.

Chi si attendeva dal Card. Bagnasco, nel suo intervento alla Conferenza annuale della CEI, una spiegazione in merito alla faccenda delle dimissioni del Direttore dell’Avvenire è rimasto deluso dalla totale assenza di riferimenti ai fatti avvenuti qualche tempo fa. Si dirà che quando il Presidente della CEI interviene pubblicamente si pone come obiettivo i grandi temi del cattolicesimo e del mondo, non certo alcuni aspetti marginali e personali, soprattutto quando come in questo caso si sconfina nella politica. Rimane il fatto che per la Chiesa cattolica italiana il ricatto del Direttore del Giornale, di proprietà del fratello di Berlusconi, non è stato considerato tale e, come nella migliore tradizione dei romanzi gialli, possiamo dire che “il caso è chiuso”. A noi pare che la questione sia suscettibile di una prospettiva imprevista e, per certi aspetti, imprevedibile se non addirittura imbarazzante. Sembra evidente a tutti che dopo l’affaire Boffo la Chiesa, per la prima volta nella sua storia bimillenaria, ha perso autorevolezza e, soprattutto, ha perduto la capacità di condizionare il capo del governo, peraltro amico. Diciamo che ha preso una sberla senza essersela cercata. Non si spiega altrimenti la cappa di silenzio che è calata sulla vicenda delle dimissione del Direttore del quotidiano dei vescovi. Noi avanziamo l’ipotesi che al vertice della chiesa cattolica le dimissioni di Boffo interessano poco. A parte una timida difesa d’ufficio appena accennata non sembra che ci siano sviluppi del caso e che non ci si debba aspettare altro. Noi pensiamo che il Direttore dell’Avvenire sia stato sacrificato sull’altare della politica. Alla Chiesa interessano altre questioni che non quelle di difendere il prestigio di una poltrona di un giornalista laico, nonostante il metodo adoperato per crocifiggerlo non si possa dire accettabile o condivisibile. Quello che la Chiesa sta facendo è proprio quello che sa fare meglio: far finta di niente e aspettare che la memoria dimentichi. Evidentemente il Sottosegretario Letta ha fatto bene il suo lavoro di pompiere. Il direttore Feltri può adesso continuare la sua opera distruttrice e senza scrupoli dei personaggi influenti, non allineati con la maggioranza berlusconiana. Qualcuno l’ha chiamato killer del giornalismo. Ci aspettiamo infatti che il Presidente della Camera Fini, delle due l’una: o si allinea oppure vedrà i sorci verdi dalle colonne del giornale di Berlusconi. D’altronde Feltri è bravissimo nel fare le campagne di discredito. In questo campo è un vero esperto. L’ignavia dei vertici cattolici comunque lascia sbigottiti e attoniti. Se questo è il segnale del rinnovamento etico che auspicava Bagnasco senza denunciare in modo diretto stiamo freschi. Ci attende un pessimo futuro.

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