martedì 24 febbraio 2015

La nuova società fatta di Tizi e Semproni “furbetti del quartierino”.


Il Sig. Tizio è stato convocato dal Pubblico Ministero Caio come testimone. Il Sig. Tizio, dopo un breve consulto telefonico con l’avvocato Sempronio, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Già condannato nel processo X per 5 anni per favoreggiamento della prostituzione, in questa veste il Sig. Tizio è indagato in “procedimento connesso” e ha dunque la possibilità di non rispondere.


Questo breve inciso è stato prelevato da un quotidiano a tiratura nazionale in questi giorni. Ma è sempre lo stesso inciso che da almeno vent’anni si può leggere, come dice l’attore pugliese Lino Banfi “un giorno si e l’altro pure”. Tutti noi lettori di quotidiani l’abbiamo incontrato tantissime volte. Spesso abbiamo provato fastidio e imbarazzo nel riflettere sull’inciso e abbiamo continuato a sfogliare il giornale turbati dal significato di queste quattro parole. E’ venuto il momento che qualcuno faccia chiarezza sulla questione.
Orbene, se chiedete a un qualunque Operatore Giurisprudenziale (in genere avvocati) se trova qualcosa di strano nel trafiletto sopra riportato vi dirà con estrema convinzione: “no, assolutamente no”. Se invece fate la stessa domanda a un comune cittadino noterete immediatamente sul suo viso un moto di stizza e di irritazione e vi darà una risposta pronta e lapidaria del tipo: “si, assolutamente si”. Non ci credete? Fate un esperimento e chiedete in giro tra i vostri amici, non necessariamente avvocati. Naturalmente la domanda dovrà essere rivolta a una persona onesta, proba, conosciuta per le sue qualità morali ed etiche, che fatica a guadagnarsi i soldi per sopravvivere in questo “mondo cane”, fatto di crisi a ripetizioni, assenza di valori, aumento incontrollato di imbroglioni e impuniti, etc. Ovviamente se farete la medesima domanda a un tizio, come questi ultimi, la risposta sarà simmetricamente al contrario. Ovvio. A Roma si dice: “qual è il problema”? Il problema è la frase “avvalersi della facoltà di non rispondere”.
In Italia per motivi di civiltà giuridica - ricordate che da noi il Diritto viene chiamato Scienza del Diritto ed ha una tradizione di cultura millenaria che risale al Diritto Romano - si permette a un indagato di non rispondere a una domanda del PM che è il titolare dell’azione giuridica per la ricerca della verità. E’ come se davanti a un medico che stesse ricercando le ragioni di un pessimo stato di salute di un paziente, quest’ultimo alla domanda se ha mangiato cibi intossicati, rispondesse: “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”! Ci chiediamo se la stessa risposta fosse data da un indagato qualsivoglia durante un processo negli USA, quale sarebbe stata la risposta del giudice statunitense? Come minimo l’indagato sarebbe immediatamente messo in carcere con la motivazione di oltraggio alla Corte! Se ne conclude che negli USA sono meno civili di noi in Italia?
La conclusione è purtroppo amara. Finché si spacciano per civiltà giuridica norme ad hoc per ostacolare l’azione dei PM e dei giudici nei processi, che invece sono spregevoli aiuti ai potenti o agli imbroglioni per evitare prove che portino i tribunali a rendere più efficace la ricerca della verità, avremo sempre una Italietta in cui gli imbroglioni avranno le strade in discesa mentre gli onesti le avranno sempre in salita. Basta ricordare quante centinaia di volte abbiamo letto, o visto in tv, che la Cassazione ha annullato la sentenza dei due gradi di giudizio di condanna a mafiosi e criminali vari per decine di anni di galera perchè si è scoperto che uno dei cento e più testimoni non ha ricevuto per un disguido postale una comunicazione formale ottenuta peraltro per altre vie. Ecco l’amara verità che ci rende unici in Europa in fondo alla lista per giustizia ed equità. Ennio Flaiano nel suo straordinario libro Diario degli errori, della casa editrice Adelphi, nella nota [316] a pag. 116 dice a questo proposito: «Italia, paese di porci e di mascalzoni. Il paese delle mistificazioni alimentari, della fede utilitaria, della mancanza del senso civico (le città distrutte, la speculazione edilizia portata al limite), della prepotenza teppistica, un paese di ladri e di bagnini (che aspettano l’estate), un paese che vive per le lotterie e il giuoco del calcio, per le canzoni e per le ferie pagate. Un paese che conserva tutti i suoi escrementi». E se lo ha scritto Ennio Flaiano decenni fa e nessuno ha protestato vuol dire che è vero. Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Esiste la possibilità, anche negli Usa, di non rispondere ad una domanda, il diritto a non autoincriminarsi è riconosciuto,ed in molte trasmissioni viene evidenziato questo. Vi è anche, però, l'implicito riconoscimento di avere, come minimo qualcosa da nascondere, e questo, nel giudizio finale ha il suo peso. Quindi non mi soffermerei sul fatto che il, presunto colpevole sia o no consenziente a rispondere ad una domanda, delicata, mi soffermerei sulla, eventuale, ricaduta di questa sua scelta.Inutile porre a confronto i due sistemi, inutile anche sottolineare che non esiste un sistema perfetto, come quello politico, ma di certo da noi il sistema oltre che essere farraginoso consente all'eventuale colpevole di farla franca. Da un lato la lunghezza esasperante dei processi, superata negli ultimi anni solo dalla magistratura indiana, dall' altro dal garantismo , che in teoria dovrebbe rendere il sistema il primo al mondo ma che nei fatti consente pericolose ed ingiuste, per chi riceve il danno, immunità ! La lunghezza dei processi, il loro ripetersi, la durata della prescrizione ed il suo conteggio, danno la possibiltà ai soliti noti di uscire indenni dall'accusa di reati gravissimi, leggi processo dell'amianto. Non è quindi la facoltà di non rispondere a fare dl nostro sistema un colabrodo, ma il sistema stesso è articolato in modo che il colpevole, risponda o meno alla domanda, ha buonissime propabilità di non pagare il conto alla giustizia !

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