giovedì 13 gennaio 2005

La situazione è comica, anzi no, è tragica.

A parte i radicali, tutti i partiti presenti in Parlamento, di sinistra o di destra, dicono che sono d’accordo con la decisione della Corte Costituzionale nell’avere ammesso quattro dei cinque quesiti relativi ai referendum contro la legge sulla procreazione assistita, bocciando quello più importante attinente all’intera legge. La situazione è paradossale, al limite del comico. Ci chiediamo, come sia possibile, sul piano logico, che due schieramenti, in disaccordo su tutto, siano dello stesso parere su un medesimo fatto. E’ evidente che stanno barando. Cercano di nascondere quanto sia tragica e amara la realtà politica italiana.
E adesso entriamo nel merito dei quesiti referendari. Molto brevemente, diciamo subito che la legge, così com’è attualmente, è da cambiare. Essa parte da presupposti giusti ma ottiene risultati sbagliati. A nostro parere, la legge era necessaria, ha un impianto adeguato, ma come al solito in questo “benedetto” paese i legislatori della maggioranza, per essere troppo zelanti al servizio della Chiesa Cattolica, hanno esagerato nelle misure restrittive ed hanno ottenuto l’effetto contrario. Se fossero stati più autonomi nelle decisioni e se non si fossero autocondizionati e autocensurati nella libertà propositiva della loro sfera d’azione parlamentare, a quest’ora la legge non sarebbe stata sottoposta a referendum e tutti ne avrebbero avuto vantaggi. Invece, come al solito, una classe di governo inadeguata e non all'altezza del compito alla quale è stata chiamata, retrograda, piena di avvocati azzeccagarbugli, che non pensa agli interessi del paese, incapace di essere libera, perché ossessionata a seguire il Capo in tutti gli aspetti privati e non privati che lo riguardano, ha prodotto un mare di guai. Specularmene, si possono dire le stesse cose dell’opposizione. Una opposizione brancaleonica e sbrindellata tra cattolici di “sinistra” e cattolici di “destra”, che inseguono valori cristiani poco evidenziati nella loro politica quotidiana e, dall'altro lato, marxisti più o meno camuffati che inseguono la trasgressione e l’anticlericalismo come moda, producono gli stessi danni prodotti dalla maggioranza. Purtroppo la serietà non appartiene a questa gente di destra e di sinistra. E veniamo alle nostre idee.
Dunque, la legge è sbagliata. Infatti, sulla “limitazione della ricerca relativa agli embrioni” siamo per la difesa della libertà di ricerca scientifica. Giusta o sbagliata che sia questa posizione ci caratterizza per l’idea stessa che abbiamo di scienza. Una scienza che non è libera nella ricerca e che non può fare quello che desidera, anche sbagliando, non è scienza. E’ un’altra cosa. Galileo Galilei in questo momento si starà rigirando nella tomba pensando che i parlamentari italiani della maggioranza (ma anche quelli della minoranza non scherzano), famosi in tutto il mondo per essere i più ignoranti nel campo delle scienze fisiche e matematiche, gli stanno tirando un tiro mancino peggiore di quello che gli tirò il cardinale Bellarmino. Pertanto, si è dell’idea che questo punto della legge deve essere cambiato. Sull’”obbligo del trasferimento al massimo di tre embrioni nell’utero”, mi sembra che questa sia una questione di lana caprina. Pertanto, non ci pronunciamo. Sull’”equiparazione dei diritti dell’embrione ai diritti delle persone già nate”, nonostante la situazione sia complessa e non si possono sbrigativamente dare giudizi definitivi, pensiamo che la legge vada bene così come essa è. Per l’ultimo quesito, cioè per l’”abolizione del divieto dell’eterologa”, siamo più che convinti che la legge non debba venire cambiata perché non accettiamo che siano ammessi donatori esterni alla coppia. Tutto qui. Ma non finisce qui, perché siamo sicuri che la commedia all’italiana continua. E ci sarà ancora da ridere.

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