Sapevamo che gli insegnanti da qualche anno fossero in trincea. Lo avevamo compreso da una serie di segnali politici che la classe politica nazionale ha inviato alla scuola pubblica soprattutto in questi ultimi dieci anni. Dall’avvento del centro-sinistra di Prodi con il suo primo “picconatore” Berlinguer, ai suoi mediocri successori, fino ad arrivare all’apoteosi della picconatura raffinata rappresentata dall’attuale ineffabile Ministro Moratti. Ce l’hanno messa tutta. Diciamo la verità: ci sono riusciti pienamente. Non bastava dunque la decostruzione dell’impianto liceale della scuola pubblica. No. Si è andati oltre. Adesso ne abbiamo la prova conclusiva. Il Corriere della Sera di oggi, a pagina 16, afferma testualmente che “le accuse ai professori non sono un reato”. E subito dopo aggiunge: “La Corte di Cassazione ha sentenziato che “gli studenti possono accusare per iscritto i loro insegnanti. E se pure le accuse si rivelassero infondate, non costituirebbero reato. […] Le accuse, per quanto possano “offendere” la reputazione dei docenti, devono essere inquadrate nelle “battaglie ricorrenti nella vita scolastica”. Male. Malissimo. Agli Egregi Alti Rappresentanti della Corte Costituzionale diciamo che di questo “lavoro” da Essi svolto sicuramente con zelo giuridico, non se ne avvertiva la necessità. Anzi. Siamo dell’opinione che il tempo impiegato dalle Loro Altissime Eccellenze poteva essere utilizzato più proficuamente per dire la Loro su fatti e misfatti più importanti e gravi che attanagliano la vita di questo sfortunato Paese. Ma ritorniamo al tema. Dunque, ci siamo. Siamo quasi alla fine. Un altro tassello, e che tassello, è stato aggiunto nell’opera di demolizione della scuola pubblica. La Cassazione, massimo organo istituzionale legislativo, ha impresso una accelerazione notevole al processo di demolizione e di disfacimento dell’intero sistema educativo nazionale. La ciliegina distruttiva che mancava è stata finalmente aggiunta alla torta. Da questo momento le accuse ai professori possono percorrere vie privilegiate per la rovina definitiva della scuola: tanto non è il caso che gli studenti si affannino a scrivere verità. Per la Corte anche le bugie possono essere scritte, riscritte e reiterate. Capperi! Che sentenza. Auguriamo alle Eccellenze Loro di non fare mai i professori: potrebbero essere accusati di aver costruito sentenze fasulle, da dilettanti e inconsistenti. Tanto gli studenti che le avrebbero scritte non pagano. Erano menzogne!
sabato 13 novembre 2004
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