Un benzinaio è stato ucciso per rapina in un paese lombardo. Un fatto di cronaca che dovrebbe far riflettere sul bene della vita nella nostra società. Una società sempre più degradata, senza più valori, che non è più in grado di indirizzare la nostra vita verso mete di grande portata ideale, morale e spirituale. Un partito politico razzista di governo si fa portavoce del malcontento e propone una taglia sugli assassini. Siamo dell’opinione che la diagnosi è giusta ma la terapia è sbagliata. L’Italia non ha bisogno di sceriffi, di bounty killer alla Clint Eastwood, di taglie del tipo “vivo o morto” o di cose del genere. L’Italia ha bisogno di maggiore serietà dei politici e dei magistrati nel gestire il delicato fenomeno della criminalità. Una criminalità sempre più sfrontata, sempre più aggressiva che è il frutto della ricerca facile del guadagno, del denaro, del successo, e della vita comoda. Se si verificano fatti inaccettabili come quelli dell’assassinio del benzinaio è perché la malavita criminosa sa di poter sfruttare un ordinamento penale che fa acqua da tutte le parti. Per tutelare la vita dei cittadini è necessario che gli organi politici non diano tregua alla criminalità con l’unica arma legale che ha una società civile: l’arma dell’impegno di tutti gli operatori interessati ad applicare la legge, con fermezza e senza sconti. Ma siamo pessimisti, perché una classe politica, di sinistra e di destra non fa differenza, imbelle e perdonista come quella che ci troviamo in questi ultimi anni e una magistratura inetta e inefficiente, che fa solo politica per salvaguardare il proprio interesse a continuare a fare politica non danno garanzie. La loro dappocaggine è diventata proverbiale. Ahi! Povera società italiana!
lunedì 29 novembre 2004
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