sabato 25 febbraio 2012

Treni notte, licenziamenti e corporativismi.

Da mesi impiegati di Trenitalia scioperano perché protestano contro i licenziamenti nel comparto dell’accompagnamento notte. Che idea ci siamo fatti? Pensiamo che il nodo della questione sia sempre lo stesso: come tutelare i lavoratori dai licenziamenti senza produrre, con la riassunzione, più danni dei licenziamenti stessi. Il problema è, a nostro parere, prima di tutto un problema di “cultura" e poi di cultura politica e sindacale. E’ ovvio che al mutare della società e delle condizioni di vita dei cittadini alcuni lavori diventano inessenziali e, pertanto, non possono più stare sul mercato. Per esempio i treni notturni, stretti tra la concorrenza dei viaggi aerei low cost e delle mutate esigenze degli spostamenti dei viaggiatori, adesso non hanno più molto senso. Continuare a chiedere di farli funzionare a tutti i costi, spesso vuoti e in modo antieconomico, è da folli. Il problema è pertanto questo: i sindacati devono fare sempre e ostinatamente muro contro muro per qualunque tipo di licenziamento oppure chiedere alla politica di modificare le leggi per tutelare il posto di lavoro dei licenziati con forme di mobilità che garantiscano il lavoro? Rispondete alla domanda: si o no? Il fatto è che abbiamo un sindacato che tutela solo se stesso, riproponendo sempre la tutela dei tutelati e al diavolo chi il lavoro non ce l’ha. Ma che razza di sindacalismo è questo? Così, chiunque sarebbe bravo a fare questo tipo di sindacalismo miope. Il fatto è che la società di oggi non è più la società di pochi decenni fa. Oggi muoiono e nascono forme di lavoro dall’oggi al domani. Un sindacato che non si sintonizza su questo modo di fare chiedendo la modifica delle leggi per conseguire il vero obiettivo della tutela non del posto fisso ma del salario è un sindacato moribondo che non tutela più nessuno.

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