giovedì 15 novembre 2012

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.


E bravo Lula! Scopriamo che l’ex Presidente del Brasile, il solare e furbacchione Ignacio Lula, è impelagato indirettamente nella faccenda che il suo partito rischia una condanna da parte del Tribunale Supremo. Lui non è inetto e irresponsabile come Berlusconi. Al contrario, è un Bertoldo scaltro e abile. Alle prossime elezioni ce lo ritroveremo di nuovo Presidente, copiando la celeberrima staffetta di Putin con Medvedev. Cos’ha fatto Lula? Il giornalista Rocco Cotroneo, sul n.42 di Sette del Corriere, scrive che nel 2005 il suo vice Josè Dirceu del Pt, il partito di Lula, si diede da fare per “dirottare fondi pubblici di banche e società per finanziare deputati riottosi della maggioranza al fine di permettere l’approvazione più rapida di leggi e decreti”. Gli accusati riuscirono a tenere fuori Lula dicendo che il Presidente “non sapeva”. Ci ricorda Berlusconi, quando il Pdl fece di tutto per giustificare Berlusconi che salvò la minorenne nordafricana dal trascorrere una notte in una cella di un commissariato milanese facendo la famosa telefonata che era la “nipote di Mubarak”. Il furbacchione di Lula se la cavò rimanendone fuori, ma il suo vice no. Morale della favola: cambia la longitudine, cambia la lingua, cambia il cognome ma i populisti si ritrovano sempre sulla stessa barca che è priva di onestà. Lula l’onestà l’ha perduta irrimediabilmente quando salvò dall'ergastolo il pluriomicida terrorista Battisti negando all'Italia l’estradizione.

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