lunedì 24 dicembre 2012

Preti ed eredità.


I parenti di don Gianni Baget Bozzo, morto nel 2009, hanno chiesto la riesumazione della salma perché, dicono, “sia fatta chiarezza”. Non è importante chi sia stato a chiedere l’intervento della Procura. E’ importante il perché l’abbia chiesto. Forse, sono stati motivi di ordine teologico? Oppure questioni che afferiscono alla sfera della spiritualità? Argomenti di fede e di dottrina? Mistica e religiosità? No. Nulla di tutto questo. Sembra che il motivo abbia a che fare con la spartizione dell’eredità del caro estinto. Insomma, sembra che la causa dell’apertura dell’inchiesta sia stato il vil denaro. Perché? In ballo ci sono 8 case (di-con-si otto), 750 mila euro in contanti e i pingui diritti d’autore. Roba da otto milioni di euro circa. Ammazza che cifra. C’è da rimanere un tantino sconcertati a sentire sciorinare questi numeri con sette zeri relativi agli interessi in gioco posseduti da un dottore della chiesa cattolica. Dunque, il volpone don Gianni, il sacerdote con la tonaca che dava consigli “disinteressati” all’amico Silvio Berlusconi per il "bene del paese", era titolare di un vero e proprio malloppo da caccia al tesoro. Dietro alla favola dei consigli teologici e cristiani si nascondeva un furbacchione che, a sentire le vicende della storia, faceva profitti politici e materiali. Adesso vengono fuori i veri motivi della natura del legame fra il prete e gli interessi materiali di cui Silvio Berlusconi non può tirarsi indietro perché, ricordiamolo, gli “regalò” l'elezione a parlamentare europeo con uno stipendio non proprio da perpetua. Altro che valori morali. Con tutto quel popò di milioni di euro a chiudere non deve essere la pratica di successione ma il baule nel quale aveva accumulato i soldi il prete.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Già il "povero" Don Baget aveva frequentazioni particolari, sempre vicino al potente di turno , in fondo per lui era normale attività evangelica. I potenti si sa sono soggetti a tentazioni.
I beni materiali che negli anni ha accumulato sono il frutto del suo "lavoro" e della sua oculatezza.
Il nostro si sa era spartano , ricordo le sue apparizioni in televisione con aria ascetica, occhi al cielo, e sempre, regolarmente, con il colletto della camicia non certo lindo di bucato.
Otto case, o otto baracche, beni per otto milioni, o sedici milardi, sono piccoli tesori terreni che ci fanno sorgere il dubbio, non sarà che frequentare potenti sia alla fine redditizio ? Sempre, naturalmente per il bene del Paese e...dell'anima!

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