lunedì 31 dicembre 2012

Matrimonio, diritti e non diritti.


E’ in atto il tentativo di far passare l’idea che con un nuovo governo di sinistra, finalmente, anche l’Italia avrà una legge sul matrimonio omosessuale. Con Galli della Loggia condividiamo l'idea che il tentativo è lecito ma che non è un diritto. Vogliamo dirlo subito, senza ipocrisie o reticenze. Per le coppie omosessuali siamo contrari sia al matrimonio, sia all'adozione. Sull'unione civile si può discutere e pervenire a una conclusione. Noi non temiamo condizionamenti di nessuno e non abbiamo paura di esprimere il nostro punto di vista con chiarezza. In entrambi i casi ci muove la convinzione che tutti dovrebbero avere chiari in mente i motivi per cui sono per un si o per un no. Temiamo, purtroppo, che molti sono per una o l'altra tesi per ragioni di ideologia o, peggio, di opportunità. Noi partiamo dall'idea che non esiste alcun “diritto all'uguaglianza” tra matrimonio eterosessuale e matrimonio omosessuale. Non basta che una persona si svegli la mattina e dica che ha il diritto alla pensione se non ha mai lavorato. Non esiste alcun diritto ad avere la pensione per chi non ha mai lavorato. Così come non esiste alcun diritto di una donna a sposare due uomini. E viceversa. Il “diritto” non nasce perché si è minoranza. Il diritto nasce se si hanno ragioni valide, in grado di sostenere giuste motivazioni. Due persone dello stesso sesso non possono accampare il diritto al matrimonio come quello tra soggetti di sesso diverso, per il semplice motivo che il matrimonio è un istituto che si è retto sempre fra due persone, una donna e un uomo. Punto. Se due persone dello stesso sesso vogliono vivere insieme sono libere di farlo con un atto che non si chiami matrimonio ma qualcos'altro. Non si possono chiamare due cose diverse con lo stesso nome. Stesso discorso esiste per l’adozione. Non si può parlare di “adozione” nel caso di due persone dello stesso sesso perché l’adozione nasce dall’idea di dare senso al diritto di un bambino che è un essere umano, nato da un uomo e una donna. A un bambino non si può imporre una scelta differente da quella degli altri bambini che vivono e sono educati da un uomo e una donna che li hanno generati entrambi, in due, un uomo e una donna. Un bambino non è un oggetto, ma un soggetto di diritto e di diritti in cui la complementarità dei due sessi non è un optional. Il discorso della complementarità tra i due sessi non è un’invenzione della società borghese e conservatrice o delle religioni. Né è da intendere come uno scherzo della natura. No. E’ una legittima istanza della naturale conseguenza del rapporto complementare tra uomo e donna che, a parità di diritti e di doveri, compiono atti che producono la sintesi dei due sessi. Sintesi è il sostantivo che chiarisce la questione e che considera fondante l'esistenza della differenza sessuale tra i due. Attenzione. Non è necessario essere credenti (cristiani, ebrei, musulmani, etc.) per ragionare secondo questa tesi. Paradossalmente è necessario non essere credenti se si è della tesi contraria. E questo fatto la dice lunga sulla asimmetria della tesi al matrimonio omosessuale. Noi siamo contrari. Poi il Parlamento esiste perchè in esso ci si confronti e ci si assuma le proprie responsabilità.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

E' evidente che sulla questione vi sono differenti posizioni, ciascuna delle quali legittima. E' anche evidente che la società è cambiata da quando la stessa, società, si reggeva con regole ora definite arcaiche.
Certo parlare di "matrimonio" tra individui che, almeno per l'anagrafe sono dello stesso sesso è una anomalia ed uno stravolgimento del termine, parlare invece di una unione civile, riconosciuta e "legalizzata" tra due adulti consenzienti è un'altra cosa.
Detto questo è chiaro che le scelte sessuali non sono e non possono essere soggette a limitazioni, ad ognuno di noi deve essere riconosciuta la libera scelta.
Altra cosa è la possibilità, richiesta, di adozione. Credo che la pulsione, se così si può chiamare sia legittima ma non lo è di certo la eventuale scelta del legislatore ad accedere a questa richiesta. La ragione primaria che inserita nel sua lettera, si creerebbe nel bambino la certezza che la famiglia sia composta da individui dello stesso sesso, ma sopratutto mancherebbe in questa famiglia il contraltare dell'altro sesso. Cosa che viene unanimemente riconosciuto come essenziale per il corretto sviluppo del minore. Anche se, diciamolo chiaramente, vi sono casi di matrimoni etero che non depongono certo a favore di queste convinzioni.
Sono convinto che , almeno in questo caso, non si possa parlare di condizionamenti religiosi, ma di semplice logica.

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