venerdì 1 luglio 2011

Carta che vince e carta che perde.

Il ministro della giustizia Angelino Alfano è stato eletto Segretario politico del Pdl. I presenti hanno dichiarato che l’elezione è avvenuta per acclamazione. La prima dichiarazione del neo segretario è ottimistica e propositiva. Ha detto che “dopo tutto siamo ancora il primo partito, ma dobbiamo riconquistare gli elettori”. Questa la notizia che vogliamo commentare. Dunque è fatta! Finalmente habemus papam. Hanno avuto bisogno di tempo ma alla fine ce l’hanno fatta. Ci sono voluti 17 anni da quando Berlusconi si è presentato in politica ma il risultato finale è di quelli che lasceranno tracce famose nella storia: anche il partito di Berlusconi è diventato adulto e normale come tutti gli altri. Certo fa un po’ sorridere l’idea di un ministro che viene eletto segretario di partito. Di solito avviene il contrario: un segretario di partito entra nel governo e diventa ministro, dopo aver mollato naturalmente la carica di segretario. Qui invece no: c’è una regola al contrario. Si è ministro e si diventa anche segretario di partito, senza mollare la carica. Una domanda: ma che significa essere segretario di un partito in cui c’è un padrone che lo possiede? In altre parole ci chiediamo che garanzia di autonomia e di libertà può avere il neosegretario Alfano nel partito di Berlusconi, se lo stesso partito è di proprietà di Berlusconi medesimo? Ci sembra come minimo un “non senso” eleggere un segretario nazionale in queste condizioni, quando cioè esiste e non può essere messo in discussione un padrone che comanda e comanderà sempre. Per certi versi ci ricorda il segretario nazionale Lorenzo Cesa del partito di Casini. Ma almeno in questo caso l’UDC non ha un padrone. In teoria Casini potrebbe essere estromesso da un nuovo segretario che si prende tutto. Ma nel Pdl cosa diavolo può significare la carica di Segretario politico? Forse una spiegazione plausibile c’è ed è la seguente: se il Pdl vince le elezioni allora vuol dire che ha vinto Berlusconi. Ma se il Pdl perde allora a perdere non è stato Berlusconi ma Alfano. Te capì?

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