lunedì 14 febbraio 2011

Gianfranco Fini for President.

Abbiamo ascoltato il discorso congressuale di Gianfranco Fini. Vogliamo dare un nostro libero giudizio sulle cose dette e pervenire a una conclusione. Noi non siamo mai stati di destra. In realtà non siamo stati neanche di sinistra, ma questa è un’altra storia. La vicenda che ci interessa qui è che Gianfranco Fini, dopo decenni di assenza di politici credibili sul palcoscenico della politica italiana, con il suo discorso ci ha fatto provare sensazioni ed emozioni che credevano non potessero mai più manifestarsi dopo il 1992. Finalmente abbiamo sentito un uomo politico italiano che adopera un linguaggio chiaro, semplice e diretto. Raramente ci è stato dato di ascoltare un uomo di destra fare una analisi politica così completa, efficace e coinvolgente come quella che ha fatto Fini su un progetto politico da condividere. Il discorso di Fini è importante perché per la prima volta dopo più di due decenni di assoluto vuoto nella politica italiana si sono sentite di nuovo categorie politiche da molto tempo dimenticate e di cui sentivamo la necessità. Al di là di alcuni intenti polemici relativi al suo rapporto con Berlusconi, il Presidente della Camera ha sottolineato efficacemente l’importanza di certe scelte che si riferiscono ai valori della nostra Carta costituzionale, alla necessità di accettare l’idea della tolleranza, al dovere che abbiamo per l'integrazione degli immigrati, al confronto delle idee sui temi politici che volino alto e a una serie di altri fattori generalmente dimenticati dagli altri politici. Solo un politico di razza poteva fare un discorso del genere. Ascoltare idee e ragionamenti sul valore dei principio della legalità, del riformismo, dell’accettazione del principio di uguaglianza davanti alla legge è tipico di coloro i quali credono nel sistema valoriale dell’azione politica intesa come servizio alla Nazione. E’ da interventi come il suo che si manifesta la credibilità di un progetto politico ed è così che si riesce a dare entusiasmo a coloro che ascoltano, perché si capisce che non sta parlando solo alla mente ma anche al cuore. Il progetto della destra finiana ci è piaciuto e non è per niente scandaloso supporre che molti militanti di centro e di sinistra possono aderirvi perché il progetto proposto supera barriere ideologiche di schieramento e fa leva su valori e idee politiche di alto contenuto etico e morale. Noi sull’onda dell’emozione provata crediamo di fare cosa gradita se esprimiamo il compiacimento di avere trovato un politico italiano in grado di esprimere un buon livello di vera politica e proponiamo ai lettori l’idea che vedremmo volentieri “questo” Gianfranco Fini essere un candidato credibile alla prossima Presidenza della Repubblica del 2013. Niente imbarazzo o disagio nel sostenere una candidatura che a nostro parere merita attenzione e rispetto per le cose che ha detto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Zeno ,
Gianfranco Fini nel momento in cui ha accettato la carica di presidente della Camera ha assunto un obbligo di imparzialità nell' esercizio di tale funzione. Tale obbligo non è stato per nulla rispettato, diventando quasi il leader dell' opposizione, tradendo inoltre il mandato che gli elettori di centro-destra gli avevano affidato....non credo quindi sia una persona degna di rivestire una carica super-partes come quella di Presidente della Repubblica.

Zeno ha detto...

Caro Anonimo,
intanto grazie del commento. Immaginavo che qualcuno avrebbe sfruttato l’argomento filo- berlusconiano proposto per controbattere alla mia idea. Ma mi sembra un argomento debole e spiego perché. Premesso che io non sono iscritto a Fli e non ho alcuna intenzione di iscrivermi a quel raggruppamento, né ad altri di qualunque orientamento politico, non devo certamente essere io il difensore di Fini a candidato alla corsa al Quirinale. Tuttavia una mia opinione su quanto detto ce l’ho ed è la seguente.
La candidatura di Fini alla Presidenza della Repubblica non ha nulla a che vedere con l’osservazione di imparzialità per non aver dato le dimissioni, perché non c’è alcun nesso tra il fatto politico che Fini non ha mai accettato di dimettersi a causa della ben nota e ignobile campagna di stampa montata da killer giornalistici di professione (vedi Direttori di giornali della famiglia Berlusconi) e la condotta morale ed etica del Presidente della Camera che è e rimane irreprensibile. A Fini nessuno può, fino ad oggi, contestare il suo ruolo superpartes nel condurre i lavori della Camera, ed è questo il fatto politico che conta. Tentare di dire che Fini, siccome non si è dimesso, non è imparziale significa accettare la posizione strumentale di Berlusconi che non è minimamente interessato a sviluppare un Parlamento libero e sovrano. Altrimenti si fa il gioco del Sultano di Arcore che con le dimissioni di Fini avrebbe avuto gioco facile a forzare l’imparzialità della carica affidandola a un suo dipendente come lo sono tutti (e sottolineo l’aggettivo indefinito “tutti”) i parlamentari di Berlusconi che non hanno l’autonomia e l’indipendenza di pensare con la propria testa. Anzi, aggiungo che dopo aver osservato il "mercato" dei parlamentari tenuto da Berlusconi, che si sono venduti per un piatto di lenticchie passando da uno schieramento all’altro, mi convinco sempre più che Fini ha fatto benissimo a non permettere l’asimmetria di regalare all’avversario, che non merita, “cocuzze e cocuzzaro”. Come dice il detto napoletano “ca’ nisciunu è fesso”! Pertanto mi dispiace ma il suo ragionamento è paurosamente sbilanciato a favore di Berlusconi e pertanto è irricevibile.

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