Non abbiamo intenzione di commentare i risultati delle elezioni regionali. Noi non siamo dei giornalisti e lasciamo ad altri questo compito. Perseguiamo solo uno scopo, che è quello dell’analisi di alcuni fattori politici e sociali che entrano nel processo di degrado dell’etica nella società italiana a causa della politica. Ci interessa solo questo: metter a fuoco alcuni fatti della vita del nostro paese per criticare i distruttori dell’etica e della morale nel paese. In Italia c’è il record mondiale della popolazione più immorale del mondo e noi da questo blog rivendichiamo il diritto di criticarla. Abbiamo più volte detto che a nostro parere il motivo più importante della diversità degli italiani nell’Europa è la loro sostanziale incapacità di saper governare il paese in modo onesto, professionale e trasparente. Viceversa, il modo di operare dei politici del Bel Paese è quasi sempre all’insegna dell’interesse personale, dell’imbroglio e della cattiva politica. Questo fatto vale per tutte le componenti presenti nel Parlamento: destra, centro e sinistra. Tutti i partiti che si richiamano a queste posizioni politiche hanno imbrogliato e fatto i propri interessi. Le varie tangentopoli lo dimostrano. Oggi vogliamo parlare brevemente dell’insuccesso del centrosinistra nelle tre regioni del sud: il Lazio, la Campania e la Calabria. Un unico filo conduttore lega i tre insuccessi e la sconfitta dei tre candidati “rossi”, ovvero l’incapacità di amministrare onestamente e in modo cristallino le tre regioni. Un modello immorale di conduzione del governo regionale è il motivo ispiratore della sconfitta. Non ci sono altre interpretazioni. I cittadini delle tre regioni hanno potuto vedere in azione piccoli boss di sinistra che hanno diretto le tre regioni in modo immorale e inetto. Basti pensare all’affaire trans del governatore uscente del Lazio, alla questione spazzatura in Campania e al tema del degrado e della corruzione in Calabria per fare la foto ufficiale della sconfitta del centrosinistra. I tre candidati sono stati battuti clamorosamente con percentuali bulgare in Calabria e Campania mentre nel Lazio la sostanziale parità è stata solo di facciata, perché com’è noto la candidata Polverini ha dovuto correre in condizioni di inferiorità per la mancanza nella scheda elettorale del partito del Presidente del Consiglio. Dunque, sconfitta pesante. Perché? Sostanzialmente per supponenza e presunzione dei politici della Campania, per immoralità nel Lazio e per incapacità e vizi endemici in Calabria. A vincere non c’è solo l’immoralità del berlusconismo, paladino della deregulation, ma parimenti anche l’incapacità e la inettitudine di un centrosinistra che ancora non ha imparato la lezione. Ci attendono anni bui e cupi. Adesso, più di prima, i rampanti del centrodestra hanno campo libero nel distruggere quel po’ che era rimasto dopo la distruzione di massa effettuata nelle tre regioni dai “rossi” del sud. More solito.
martedì 30 marzo 2010
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