domenica 7 marzo 2010

Peccati e reati in canonica.

L'intera vicenda del religioso che custodiva i soldi dell’imprenditore accusato di corruzione può essere riassunta dalla vignetta pubblicata ieri in prima pagina sul Corriere della Sera. Nella canonica di una chiesa ci sono due carabinieri che, alla presenza del parroco, trovano dietro un quadro della Madonna una grande quantità di banconote nascoste in una cassaforte a muro. Alla vista di tutto quel "ben di dio" il parroco esclama: "Miracolo!!". Il tutto raffigurato sotto il titolo "Corruzione: le mazzette in canonica". Si tratta di un esempio rivelatore di come stanno le cose oggi in Italia. Il denaro e il potere, con il contorno di prestazioni sessuali di veline di turno, sono il vero problema della politica in Italia. Come siamo caduti in basso. Ormai non esistono più santuari. Tutti rubano e delinquono, compresi i religiosi, sia nel campo della finanza, sia in quello ancor più grave della pedofilia. Ormai è diventato un ritornello: davanti al denaro si sacrificano tutti i valori in cui si credeva e nessuno resiste alla tentazione. Vogliamo qui brevemente trattare un particolare aspetto di questo sistema delittuoso. Desideriamo cioè sviluppare alcune argomentazioni relative al rapporto che intercorre tra clientele e religiosi, che poi non riguarda altro che il più generale rapporto tra Stato e Chiesa. Emerge sempre più evidente il rapporto preferenziale esistente tra strutture religiose e ambienti politici imparentati con l’ideologia conservatrice della politica di centrodestra. E' un dato di fatto ormai sotto gli occhi di tutti. I casi già assodati sono purtroppo molti e ben conosciuti. Si potrebbero fare decine di esempi su questo intreccio perverso. E, tuttavia, se interpellati le Autorità religiose dicono che la Chiesa non fa politica. La Chiesa cattolica, dicono, è interessata alle anime e solo a queste. La Chiesa non si interessa dei beni materiali ma solo di quelli spirituali. E' la litania sistematica che ci si sente ripetere tutte le volte che le gerarchie cattoliche sono invitate ad esprimere la loro opinione in merito alla vexata quaestio se la Chiesa faccia o meno politica in Italia. Ci chiediamo, tuttavia, se la Chiesa cattolica non ha proprio nulla da dire in merito alla sconcertante scoperta del prete missionario, don Evaldo Biasini, ribattezzato "don Bancomat", che custodiva e gestiva il tesoretto di un milione di euro in contanti, tra assegni circolari e banconote, trovati dai carabinieri nella cassaforte nascosta dietro un quadro della Madonna. Il prete in questione, economo della Congrega Provinciale dei Missionari, viene accusato di essere il bancomat di una cricca di avventurieri della politica del centrodestra che intercettati dalla magistratura hanno mostrato il vero volto di procacciatori di denari agli uomini che si sono interessati ai grandi appalti legati al G8. Sua Eccellenza, l'Eminentissimo ed Eccellentissimo Cardinal Bertone non ha proprio nulla da dire su questa vicenda? E' possibile che per l'ennesima volta un prete viene colto in fragranza di reato, peraltro confermato da intercettazioni telefoniche, facendosi prendere con le mani nel sacco? Ma non si era detto che l'8‰ bastava per le esigenze della curia italiana? Lo schifo della immoralità degli italiani, cattolici o laici, credenti o atei, purtroppo continua alla grande e non è destinato a finire. Che tempi!

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