mercoledì 18 maggio 2011

Due miti diventati con Berlusconi due trombe senza fiato.

All’indomani della recente batosta elettorale subita dal Pdl a Milano, nel partito di Berlusconi si respira con incredulità aria di disorientamento generalizzato. Il dimezzamento delle preferenze al premier, la caduta di stile della Moratti che lancia accuse false al candidato Pisapia all’ultimo momento di un incontro televisivo, il numero di preferenze da gioco della tombola presi da alcuni candidati famosi nella lista del Pdl, il fiasco dell’autore del manifesto contro i giudici accusati di brigatismo e altro ancora ci presentano un quadro a tinte fosche per il Presidente del Consiglio. La lettura della sconfitta al primo turno sta nei numeri e, soprattutto, dà un giudizio impietoso della strategia politica di Berlusconi che ha forzato i toni elevandoli a guerriglia urbana contro opposizione e magistratura. Tre osservazioni. La prima per Berlusconi. Che spudoratezza vedere il Primo ministro di un grande paese occidentale che si candida a consigliere comunale quando sa in partenza che non potrà mai onorare il mandato elettorale. La sua è da considerare una truffa perchè altera la corretta valutazione della composizione della sua lista elettorale. Una vera e propria vergogna! La seconda per la Moratti. Che colpo basso usare mezzucci da osteria in TV quando, approfittando dell’ intervento finale, accusa il suo avversario Pisapia che non poteva più replicare di essere stato un ladro di furgoni per terroristi. Che sconcezza. L’ultima osservazione riguarda i candidati “eccellenti” presi dal mondo della canzone e del calcio e messi lì, a bella posa come belle statuine, per accalappiare qualche migliaio di voti in più. Per la Moratti si sono candidati alle elezioni comunali di Milano Ornella Vanoni e Gianni Rivera. Vedere una icona della musica come Ornella Vanoni che si candida senza fare un comizio per parlare di politica e che prende appena 36 voti, diciamo tren-ta-sei voti nella sua "Milano da bere", ci fa tristezza e ci impone qualche riflessione amara sul concetto di dignità. All’incirca lo stesso risultato l’ha ottenuto Gianni Rivera, l’ex golden boy del calcio milanista. Che figura! Che pena! Se persino icone e miti della società si sono venduti al Sultano di Arcore per un po’ di visibilità mediatica vuol dir che la società milanese è messa proprio male.

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