Il Cardinale Christoph Schönberg ci è sempre stato simpatico. Pensate che nell’ultimo Conclave lo avevamo dato per papabile. Segno che oltre alla simpatia ci avevano colpito molte altre sue doti. Non ultima quella di portare con se un’idea di teologo di area tedesca che, com’è noto, è una delle carte vincenti dell’essere tedesco ai nostri occhi di latino-mediterranei. Un po’, se volete, è come proporre agli occhi di un freddo svedese l’idea che ad eccellere nel fare una buona pizza è un pizzaiolo napoletano del Vomero, piuttosto che un norvegese di Oslo. Orbene, il Cardinale Schönberg, inserito perfettamente nella logica evangelica di Papa Ratzinger, ha detto che: “c’è una teoria dell’evoluzione che può essere vera (il corsivo è nostro), ma c’è anche un dogma neo-darwiniano che non lo è, e che la Chiesa cattolica considera incompatibile con la Bibbia e con la ragione (articolo sul New York Times del 7 luglio ‘05). E subito dopo aggiunge che “un sistema di pensiero che fondi tutto sul caso e neghi un disegno è ideologia” (anche qui il corsivo è nostro). Al di là degli aspetti coloriti del tifo pro o contro, tra teo-con creazionisti da una parte ed evoluzionisti neo-darwinisti dall’altra, la presa di posizione del Cardinale ci interessa per un altro aspetto della querelle: quello relativo alla modalità con la quale il clero cattolico (ma anche di altre religioni) “piegano” le idee della scienza per ragioni di carattere extrascientifico e che sono per lo più ragioni teologiche a guidare l’operazione di flessibilità dei costrutti della scienza. Negli USA è tornata di moda la contrapposizione tra compatibilità della dottrina dell’evoluzione e altri cattolici che la negano. Si può poi smussare questa posizione utilitaristica come fa qualche teologo cattolico quando afferma che in realtà di posizioni teologiche ce ne sono tre: il creazionismo fondamentalista, il neo-darwinismo e il teismo evoluzionista. Ma la sostanza non cambia. Alla base di tutto c’è un colossale equivoco che è necessario chiarire. Il Cardinale sostiene che l’evoluzione può essere “vera” (le virgolette sono nostre) ma la selezione naturale non lo è. Punto e basta. E adesso passiamo alle nostre opinioni. Il pensiero del Cardinale ci sembra interessante perché è il classico modo di ragionare del cittadino medio quando è costretto a cimentarsi con categorie scientifiche poco note per essere utilizzate a scopi inferenziali onde sostenere una propria convinzione. Le categorie scientifiche poco note sono da un lato i profondi risvolti epistemologici della fisica e dall’altro i risultati ottenuti dalla meccanica statistica. E cioè si danno, come si dice i questi casi, un colpo al cerchio e uno alla botte, senza capire che così operando la botte si rompe. Da un lato si afferma che le idee di Darwin sono solo ipotesi (il che è vero), dall’altro si dice che se non sono ipotesi allora sono dogmi infallibili quelli della Chiesa e non quelli della comunità scientifica. Alcune spiegazioni per comprendere la questione. Tutta la costruzione della scienza, intesa come insieme di teorie, è da considerare ipotetica. Tutte le teorie sono ipotesi e come tali possono essere confutate, compresa quella di Darwin. Non esistono teorie vere e teorie sbagliate, perché la scienza non si pone il problema di dare patenti di veridicità alle teorie intese, come disse Einstein, come costruzioni del pensiero umano e come tali suscettibile di contenere errori. Anzi, diremo di più. Tutte le teorie della scienza, in particolare quelle della fisica, sono provvisorie e mai definitive e chiunque, in qualsiasi luogo e momento, può confutarle (se è bravo). La forza della scienza sta in questa semplice asserzione: non esistono teorie al di sopra delle altre come lo sono i dogmi. Quindi la scienza è sempre aperta alla critica e all’autocritica. Si può sbagliare ma si può, immediatamente dopo, correggersi. Tuttavia, vogliamo ricordare all’illustre e simpatico Cardinale Schönberg che una teoria quando è accettata dalla comunità scientifica vuol dire che ha dovuto superare tanti esami di carattere scientifico, esami di tipo empirico e teorico, di tipo matematico e logico, ecc… Mica la scienza accetta teorie come se fossero noccioline americane! Dunque, quando la scienza accetta nel suo corpus una teoria, non lo fa per creare scompiglio nelle case religiose altrui, ma le accetta con molta umiltà e modestia affermando che esse sono sempre provvisorie. Non è ammissibile quello che fa intendere il Cardinale che vuole stare contemporaneamente con un piede a destra e l’altro a manca: cioè, quando conviene bene, quando cozza con la fede no. Da qui, poi, che la teoria evoluzionistica se non segue il suo suggerimento non possa essere insegnata nelle scuole private cattoliche la consideriamo non una provocazione ma una semplice boutade che offende l’intelligenza di chi la dice piuttosto di chi la legge. E a questo punto per concludere vorremmo ricordare una goffa seguace del cardinale di Vienna. Ci riferiamo all’attuale Ministro della PI, autrice di una riforma scolastica che è una non riforma che ha tentato, maldestramente, di imporre questo punto di vista nelle scuole statali riuscendo a mettersi alla berlina e facendo immediatamente marcia indietro. In conclusione diciamo solo una cosa: chi vuole essere simpatico per favore studi un po’ più di fisica e di epistemologia della fisica ed eviti di dirle grosse. Almeno non prenderà lucciole per lanterne e non sbaglierà nei fondamenti della scienza.
domenica 10 luglio 2005
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