domenica 23 marzo 2014

We have a dream: un Matteo Renzi al Campidoglio.


Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi con la sua personalità e con il suo modo sbrigativo di agire ha creato nel paese una grande attesa per le riforme. Con le sue dichiarazioni azzardate e con il suo piglio decisionista sembra abbia fatto breccia nel cuore degli italiani che sentono parlare da sempre di cambiamenti senza mai vederne l’ombra. Se saprà operare da premier come ha operato da sindaco a Firenze potrà veramente diventare il beneamato premier d’Italia. La consapevolezza che ci riesca è palpabile. Chi invece ha fallito è l’attuale sindaco di Roma Ignazio Marino. Il nostro giudizio su questo Signore è negativo. Ma andiamo per ordine. Cominciamo col dire che siamo profondamente delusi da questo Signore che aveva promesso, più del suo predecessore Alemanno, consistenti cambiamenti nel modo di operare della nuova Giunta capitolina. Ha illuso i cittadini romani che finalmente si sarebbe “cambiato registro” e invece, a distanza di un anno dalle elezioni, si è dimostrato un clamoroso fiasco. Lo diciamo perché avevamo creduto alle sue roboanti promesse di cambiamento e di trasformazione della macchina amministrativa romana. Invece, a parte la pedonalizzazione dei Fori Imperiali, non abbiamo visto nulla. La vita dei cittadini romani è rimasta quella di sempre. Ignazio Marino ha finora fallito su tutta la linea. Perché? Crediamo per due ragioni. Il primo perché è stato sopravvalutato. Aveva fatto credere “mari e monti” e invece è di una mediocrità tremenda. In secondo luogo non ha rispettato gli impegni elettorali perché ha praticamente rinunciato a ralizzare il suo programma di Sindaco e si è praticamente impantanato nella melma della piccola politica romana, fatta di beghe da cortile, di personalismi e di ripicche fra quadri arrembanti del Pd che reclamano quote di potere. Che vergogna. I sindaci di Roma praticamente falliscono tutti perché invece di fare i sindaci si mettono a fare i primi ministri, diventano narcisisti, si ritengono indispensabili e dimenticano che il ruolo di sindaco è quello del “buon padre di famiglia” che deve far funzionare la città e non l’intera nazione. Ignazio Marino è diventato più un vanitoso taglia nastri che l’operatore concreto delle “buone cose”, le quali com’è noto se messe insieme, una dopo l’altra in fila, producono il miracolo del buon funzionamento di una città. Noi siamo contrari alle accuse generiche. Vogliamo pertanto giustificare questo nostro giudizio negativo sulla base dei fatti e suggerire cosa avrebbe probabilmente fatto, a nostro parere, un Matteo Renzi sindaco di Roma come promemoria, dal momento in cui il sindaco Marino l'ha perduto e a maggior ragione perchè la "malattia" sta peggiorando insieme al nostro stato d'animo.
Innanzitutto un buon sindaco è un buon amministratore. Questo è il punto di partenza corretto. E un buon amministratore cerca di risolvere i problemi della sua città poco a poco, con continuità e a piccoli passi. Una pubblicità di alcuni decenni fa diceva pressappoco: quello che c'è di bisogno "non è un pennello grande ma un grande pennello". In sintonia ci sentiamo di affermare: "non grandi problemi ma piccole cose" in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini. Non grandi progetti e discussioni sterili sui massimi sistemi ma realizzazione di cose ovvie e banali, sinonimi di buona amministrazione. Ecco un campionario di cose che il sindaco avrebbe dovuto fare e che non ha finora fatto e che, a questo punto, è probabile che non farà mai.
1)Avrebbe dovuto impegnarsi a pulire la città e curare il suo decoro con testarda sistematicità e cura. Ogni cittadino tiene pulita la propria casa come una reggia. Perché il Sindaco della capitale non la tiene pulitissima come casa sua?
2)Avrebbe dovuto assicurare trasporti decenti. Nelle capitali d’Europa i sindaci migliorano con continuità, di anno in anno, il trasporto pubblico ai danni di quello privato, colpendo con efficacia i soprusi degli automobilisti delinquenti che inquinano, che rallentano il traffico di autobus e taxi, che posteggiano in modo ormai ossessivo dovunque. Perché il sindaco Marino non lo fa? E poi si legge addirittura di autisti Atac maleducati, che si rivolgono con insolenza e scortesia contro gli utenti. Cose inenarrabili da far vergognare anche gli sfrontati. Sarebbe obbligatorio un corso di educazione civica e di bon ton per tutti i conducenti di mezzi pubblici, tassisti compresi prima di rilasciare loro l’autorizzazione a condurre veicoli.
3)Avrebbe dovuto proporre e far votare delibere per dare disposizioni affinché tutti i quartieri di Roma sarebbero stati sistematicamente monitorati e controllati per migliorare la sicurezza e perseguire i cittadini prepotenti e malavitosi. Invece c’è totale indifferenza per questi problemi. Come mai?
4)Avrebbe dovuto far funzionare a dovere le municipalizzate (Atac,Acea,Ama) che rappresentano, a detta di tutti i cittadini romani, un vero e proprio calvario e scandalo nella loro esistenza. Non si contano le proteste dei cittadini contro questi veri e propri centri di potere e di favoritismo della città.
5)Avrebbe dovuto evitare il degrado spaventoso in cui versano tutti quartieri di Roma che decenni fa erano bellissimi e invidiati da tutti e che invece adesso sono abbandonati all’incuria, al degrado e, peggio, nelle mani della malavita. L’Oscar a Sorrentino per il film La Grande Bellezza è stato possibile perché il bravo regista ha girato le scene romane esclusivamente in piena notte o all'alba.
Non ci credete? Ebbene guardate cosa succede nelle zone centrali di Roma per le strade la sera tardi: barboni che adoperano le entrate dei negozi come “cuccette dormitorio” e come WC; idioti graffitari che imbrattano muri storici con frasi che dire sceme è un complimento e che macchiano intenzionalmente in modo vergognoso persino le palette dei percorsi degli autobus alle fermate dell’Atac (vedi foto); cittadini screanzati che con provocazione e arroganza posteggiano le loro macchine non solo sui marciapiedi ma addirittura davanti ai passaggi pedonali per portatori di handicap impedendo l’accesso alle loro carrozzine; automobilisti che non rispettano il codice della strada e vigili che osservano le infrazioni senza intervenire; strade importanti piene di spazzatura per terra; stupidi padroni di cani che lasciano le deiezioni dei loro cani sui marciapiedi; e tanto altro ancora. Il degrado di Roma è dovuto in grande quantità all'inazione della polizia municipale della capitale. I vigili, una volta solerti, attivi ed efficaci controllori e sanzionatori degli abusi, sono diventati adesso un corpo di individui nel migliore dei casi estranei al buon funzionamento della città; nel peggiore dei casi addirittura conniventi con i modi di fare aetici di molti loro concittadini. Hanno frequentemente permesso alla parte peggiore della società romana di utilizzare prassi incivili fuori dalle regole quasi sempre senza intervenire. E che dire poi del vero e proprio suq che è stato creato in via dei Fori Imperiali che, nonostante la folta presenza dei nostri beneamati vigili, gli stessi fanno finta di non vedere il degrado e lo stupro della zona del Colosseo, tra l’altro nella stessa area dove il sindaco Marino ha con testardaggine realizzato il suo unico provvedimento. Cosa avrebbe dovuto fare il sindaco Marino? Poche cose.
In primo luogo avrebbe dovuto imporre alla polizia municipale di fare i vigili, cioè di vigilare, controllare e fare contravvenzioni. Invece l'intero corpo di polizia locale si considera piuttosto degli osservatori dell’ONU. In modo metaforico hanno più responsabilità i nostri beneamati vigili che i caschi blu olandesi quando con la loro inazione permisero alle milizie serbo-bosniache il genocidio nella nella zona protetta di Srebrenica. Perchè di questo si tratta: i nostri beneamati vigili permettono quotidianamente il "genocidio" del buon funzionamento della cosa pubblica. Per esempio anni fa ci avevano informato che, con la nuova legge che vietava di utilizzare i cellulari durante la guida, i vigili sarebbero stati irremovibili nell'applicare la norma e avrebbero fatto tante multe, con la "certezza" della perdita di punti sulla patente. Avete visto tutti com'è andata a finire: a ridere. Ogni giorno migliaia di privati cittadini guidano nella capitale con il cellulare incollato all'orecchio infischiandosene della norma. Si è trattato di una vera e propria presa in giro che ha rafforzato l'idea che a Roma tutto è possibile e che i codici di comportamento e le regole prescrittive non hanno alcun valore.
In secondo luogo avrebbe dovuto chiedere a Prefettura, Polizia, Carabinieri, Guardie di finanza e Presidenti di tutti i municipi un progetto concreto di pochi interventi mirati per realizzare in sinergia una vigilanza attiva ed efficace nell’interesse dei cittadini utenti tale da scoraggiare atteggiamenti malavitosi e colpire l’inciviltà dei refrattari alle regole.
Avete mai visto cosa viene depositato vicino ai cassonetti dell’immondizia? C’è di tutto, per la felicità dei Rom che trovano addirittura divani, elettrodomestici e mobili vecchi per i loro campi nomadi. Sarebbe stato necessario un approccio differente da tutti gli altri precedenti sindaci per rendere efficiente la macchina amministrativa e i controlli. Controlli che nella città di Roma non esistono. Imbroglioni, piccoli bulli, furbetti del quartierino regnano incontrastati, padroni della città. Un esempio? Circa il 50% delle superfici degli appartamenti dichiarati dai romani per il pagamento della relativa tassa Ama è falso. Le autodichiarazioni sono tutte arrotondate per difetto con una stima dell'ordine del 25%. E’ come dire che un quarto del bilancio dell’Ama viene colpevolmente lasciato nelle tasche degli evasori. E’ troppo chiedere al sindaco di Roma di organizzare una task force di giovani che, a seguito di adeguati corsi di formazione, potrebbero non solo trovare un posto di lavoro e diminuire la piaga della disoccupazione giovanile ma soprattutto rimpinguare le vuote casse del Comune di Roma adeguatamente svuotate negli anni dalle varie Giunte capitoline per tutt’altri motivi, non ultimi quelli per aiutare gli amici? Si chiama “nepotismo” il fenomeno sociale negativo definito dal vocabolario come la “tendenza dei politici a favorire i propri familiari, e specialmente i nipoti, indipendentemente dai loro meriti”. Per queste ragioni il nuovo sindaco avrebbe dovuto creare uno iato con la logica precedente e realizzare il cambiamento. Ma lo sta facendo? A noi sembra di no. Dicono che sta trovando resistenze al cambiamento. Se così fosse Marino avrebbe dovuto indire una conferenza stampa alla settimana per denunciare tutti coloro che non avessero collaborato e non avessero modificato i loro colpevoli comportamenti di non fare l'interesse generale della città e dei cittadini. Ma l’aspetto più inquietante è quello che si riferisce al fatto che ci si sarebbe aspettato dal sindaco di considerare i cittadini di Roma come i suoi veri “datori di lavoro” e i referenti principali verso i quali avrebbe dovuto dare il massimo di se stesso. Ma né lui, né la sua maggioranza sono stati finora in grado di fare questa rivoluzione di "nuova politica" per i cittadini, contro tutti coloro che non amano Roma e che fanno male alla capitale. Perché la sorpresa è questa: i veri cittadini che vogliono bene a Roma sono quelli che esigono interventi per colpire e stroncare i fenomeni di corruzione e di inciviltà. Viceversa, coloro che affermano che ci vuole buonismo e/o permissivismo sono i veri nemici di Roma. Che pena. E per sgombrare il campo da possibili strumentalizzazioni politiche diciamo subito che l'attuale opposizione di centro destra fa pena come e più dell'attuale maggioranza di centrosinistra, perchè è la stessa coalizione che ha governato malissimo la città con il mediocre Alemanno per cinque anni. Caro Sindaco Ignazio cambi o si dimetta. Abbia la dignità di ammettere che finora il suo è stato un insuccesso di proporzioni notevoli. In ogni caso, visto come Ella sta operando, avremmo preferito che al suo posto fosse stato candidato Nicola Zingaretti. Se ci troviamo nello stato pietoso in cui versiamo è anche colpa sua, ma soprattutto del Pd nazionale e del modesto e limitato Bersani che imposero il dirottamento a tutti i costi di Nicola Zingaretti da candidato al Comune di Roma a quello della Regione Lazio. Un pessimo affare per noi cittadini di Roma. Faccia qualcosa. Si sbrighi! Di sinistra o di destra o di centro poco importa, ma faccia qualcosa per Roma. Copi Renzi e concretizzi la sua azione con pochi obiettivi certi e preventivati, con scadenze precise e controllabili come sta facendo l'attuale Premier. Altrimenti sarà ricordato come uno dei tanti mediocri sindaci di Roma.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Concordo, fino ad ora , e di primavere ne ho 70 sulle spalle, ho avuto il piacere di conoscere un solo sindaco che ha lasciato in me un grande ricordo, putroppo mori durante la campagna elettorale che avrebbe dovuto rieleggerlo per la seconda volta, Petroselli ! Dopo di lui, destra sinistra centro, solo il buio perfino il politico più anonimo che abbiamo avuto un certo Carraro. Ma questo è altro discorso !

Support independent publishing: buy this book on Lulu.