Ore 8.57 di Sabato 8 Febbraio 2003. Sto leggendo Il Corriere della Sera. Sono a pag.21, nella sezione Economia, e lo sguardo corre sui titoli. Improvvisamente vengo incuriosito da una notizia. Leggo che "Maroni discrimina la CGIL". No! Non posso crederci. Non è possibile. Quelli del Polo sono arrivati anche a questo, a discriminare la CGIL. Che tempi! Chi l'avrebbe mai detto. Qualche tentennamento se decidere di leggere l'articolo o passare avanti. Decido di leggerlo, incuriosito di capire il perchè. A fatica concludo la lettura dell'ultima riga. Sono infastidito dalle notizie. Accuse e controaccuse. I due contendenti, Maroni per il Governo ed Epifani per il Sindacato, litigano spudoratamente, senza ritegno. Querele e denunce, dichiarazioni di fuoco da parte di entrambi, come se le sorti dell'umanità dipendessero dalle loro posizioni in un settore, tutto sommato, marginale. Eppure, se le sono dette di santa ragione. I fatti riguardano l'esclusione della CGIL dai lavori per l'anno europeo dei disabili con la dichiarazione del Ministro che è tutto falso perchè il Segretario Generale della CGIL è stato regolarmente invitato. Cosa dire di una polemica del genere? Una sola cosa, seguita da una breve considerazione.
I due titolari delle cariche economiche più importanti del Paese personificano la realtà politica di questa legislatura, cioè l'incapacità dei due di parlarsi, di confrontarsi, di discutere, di dialogare laicamente e criticamente per il bene del Paese. Come insegnante li boccerei entrambi, come boccerei tutti quelli che la pensano allo stesso modo, in tutti quei casi in cui si mettono in crisi i valori del dialogo, le certezze dei metodi democratici del confronto delle idee, la libertà delle proprie convinzioni e il diritto a possedere idee diverse dall'avversario, gli stili e le modalità adeguati di come presentare all'avversario i propri convincimenti, senza offendere, ma rispettando l'altro soprattutto nella diversità delle opinioni (Sandro Pertini alle Camere durante l'investitura a Presidente della Repubblica). Non credo che entrambi meriterebbero più di 3! Ognuno di noi può valutare da sè il danno di immagine e le ricadute negative di questo pessimo modo di operare su tutto il Paese.
Personalmente, sono convinto che entrambi i contendenti siano accecati dall'idea di avere ragioni da vendere nel combattere l'altro e che non li sfiora il dubbio che anche l'altro possa avere ragione, anche se limitatamente a qualche dettaglio. Credo che entrambi vedano lo scontro come l'unica arma possibile per dare senso e legittimazione alla loro azione e alla loro presenza sulla scena politico-sindacale e dimenticano clamorosamente la funzione e il ruolo della loro mission che non è quella di dare fuoco alla benzina della polemica, secondo la massima "peggio per te, peggio per tutti", ma di ricercare quelle sagge posizioni e prendere quelle intelligenti decisioni che fruttino il bene della collettività.
Sono altresì convinto che i due sono persone intelligenti, preparate, utili al Paese, in grado di trovare le risposte giuste, se lo vogliono, alle domande giuste ma che siano costretti a recitare, improvvisando e male, una squallida commedia scritta da altri, in un desolante teatro di periferia alla presenza di sostenitori che li incoraggiano ad azzuffarsi e che vedono lo scontro come la sola arma di combattimento. Che spettacolo deprimente vedere sciupata tanta intelligenza.
A mio parere gli effetti più disastrosi della misera polemica tra Governo e CGIL ricadono sempre sui più deboli che in questi casi sono dei disabili che meriterebbero molta, ma molta più attenzione. Vergogna!