sabato 14 novembre 2015

Nuzzi e Fittipaldi santi subito.


Alcune decine di anni fa la sorella del parroco di un paese siciliano litigò con una sua amica che protestava per avere comprato da lei del vino sfuso adulterato. Alle rumorose proteste dell’amica, con calma olimpica, rispose : «cara signorina ‘Ntonia, nel commercio il furto non è peccato»! Orbene, mentre lei con sfrontata sicurezza rivendicata il diritto, in quanto sorella di un sacerdote, a imbrogliare la gente credulona il suo non meno sfrontato fratello, pastore della stessa chiesa dei Bertone e dei Ruini, ricordava all’Arciprete della parrocchia dello stesso paese che Egli non poteva rimanere escluso dai proventi parrocchiali di Santa Romana Chiesa Cattolica. Con parole meno sfumate, rivendicava parte del bottino che l’arciprete, suo scaltro e lucido rivale, lucrava dal patrimonio curiale della parrocchia. Per chiarire la natura delle entrate l’Arciprete, non solo utilizzava per fini personali le sostanze parrocchiali ma in quel periodo era concentrato a distrarre anche cemento, marmi e mattoni di travertino dai lavori di ristrutturazione della chiesa impiegandoli, sempre per uso privato, nella costruzione della nuova casa di famiglia. Naturalmente parlare in paese della faccenda era vietatissimo e i pochi che avevano il coraggio di protestare contro la rapina venivano tacciati di irreligiosità e miscredenza, rimanendone alla fine emarginati.
Questa vicenda ci è venuta in mente in questi giorni perché la stampa abbonda di notizie sull’ultimo scandalo del Vaticano in cui, com’è noto, si fronteggiano tra di loro due schieramenti, a favore e contro papa Francesco. Abbiamo già scritto su questo blog quanto siamo grati all’azione risanatrice e pastorale di questo papa venuto da lontano. Quello che qui desideriamo sottolineare è la sfrontatezza dello schieramento avverso al Papa che con calcolata furbizia e strategia cardinalizia sostiene l’idea della coppia di sacerdoti del paesino siciliano, che in poche parole consideravano proprietà personale i beni della parrocchia.
L’aspetto più sgradevole della vicenda vaticana è che la cordata di avversari di papa Bergoglio è formata da due formazioni che non si possono dire francescani.
La prima, che opera nell’ombra, è formata dalle gerarchie ecclesiastiche che si oppongono al rinnovamento della chiesa. Non è difficile individuarne alcuni. Certo non appartengono a coloro i quali si interessano esclusivamente di studi teologici, pastorali e missionari. Piuttosto sono da individuare in coloro che da un lato non appaiono mai in pubblico e dall’altro hanno esperienze di sostegno politico pro-berlusconiano, in cui un certo numero di anni fa fecero “il bello e il cattivo tempo”. Per individuarli basta solo elencare i posti di responsabilità ottenuti durante il pontificato di papa Wojtyla, al quale peraltro, non dispiacque la richiesta (accettata ipso facto) di “liberarlo” dai fastidiosi impegni della chiesa italiana e permettergli di concentrarsi sull’azione politica mondiale. Non dimentichiamo che quelli furono gli anni forti del papato wojtyliano che, con la sua azione politica incalzante, velocizzarono il successivo collasso del comunismo polacco prima e quello sovietico poi. Il do ut des funzionò egregiamente sul doppio fronte nazionale e internazionale, in sinergia con il berlusconismo più settario. Ricordare qui che la CEI di Ruini rimase estranea a questo processo è come affermare che Berlusconi fu veramente vittima innocente dei comunisti e della magistratura.
La seconda fazione che opera pubblicamente contro il papa - affermando paradossalmente che opera nell’interesse di Bergoglio - è formata dalla categoria contigua alla precedente e che riguarda l’informazione: la sola che manifesti insofferenza a qualunque cambiamento venga introdotto da papa Francesco.
Avete mai ascoltato o letto qualcosa di quel mondo che ruota intorno alla stampa cattolica e berlusconiana e ad alcune televisioni private? Leggete qualcosa e vi verrà il disgusto. Per non parlare poi di tutte quelle organizzazioni che ruotano intorno ai movimenti integralisti della chiesa cattolica che stanno facendo “il diavolo a quattro” proprio come si faceva nel teatro medievale quando nelle rappresentazioni uno dei personaggi era proprio il diavolo che doveva cambiarsi di abito più volte. Così si preferì far interpretare il diavolo fino a quattro attori, agghindati da diavolo in maniera differente per svolgere la loro parte in modo immediato, senza pause per il cambio di abito di scena. Questi personaggi, direttori di quotidiani cattolici e laici, fondazioni, movimenti politicamente schierati “senza se e senza ma” con il centro-destra, Bambini Gesù etc, la stanno facendo da padrone, minacciando arresti qualora si continuasse a pubblicare libri e articoli che sostengano posizioni di pulizia nelle gerarchie religiose.
Noi non abbiamo letto, né acquistato i due libri dei due giornalisti italiani che hanno denunciato truffe, menzogne e scandali della Curia vaticana. Non è la saggistica che preferiamo. Siamo tuttavia convinti che qualcosa di vero in quei libri ci sia, anche se non tutto il contenuto sarà oro colato. Pensiamo che esista sempre un momento della vita di uno Stato (v. Stato del Vaticano) in cui è necessario fare pulizia come è indispensabile che in un appartamento vetusto, dopo un certo numero di decenni, sia necessaria un'opera di ristrutturazione. Il Vaticano, purtroppo nell’ultimo millennio, non ha mai dato neanche una rinfrescatina di vernice nuova alle pareti. Forse è giunta l’ora che intervenga a farla.
Noi in questa sconcertante vicenda siamo con Trilussa, quando dice : “quanno ce vò, ce vò”. E in questo momento ci vuole un papa come Francesco che faccia pulizia degli imbrogli e degli imbroglioni che spendono vergognosamente denaro proveniente da oboli vari, che ci ricordano il trio (sacerdote, sorella del sacerdote e arciprete) del paesino siciliano. Volendo possiamo dire alle Loro Eminenze, che si oppongono al cambiamento voluto da papa Francesco, che non potranno mai più fare come fecero a suo tempo contro Galileo. Oggi, sarebbero sommersi da una sonora pernacchia, magari alla Eduardo De Filippo come nel film L’oro di Napoli diretta alle Loro principesche personalità, nella parte del Duca Alfonso Maria di Sant'Agata dei Fornari che pretese di passare con la sua automobile di rappresentanza per gli stretti vicoli del quartiere occupati dalle masserizie, dalle sedie, dalle poltrone e dai fornelli degli abitanti dei bassi.

2 commenti:

Tiberio ha detto...

Non mi meraviglio più di nulla!
Ho sempre pensato che l' ambiente dei prelati è, purtroppo, fatto di uomini onesti e disonesti; questi ultimi si giustificano sacerdoti con una missione precisa, ma che usano il loro potere (perchè è di questo che si tratta) per scopi personali.
Sono comportamenti tipicamente umani, comprensibili, ma non condivisibili.
E' da sempre che si verificano queste situazioni che sono in contrasto con la loro missione; perciò penso che il compito di papa Francesco di cambiare questa natura, in un mondo di benessere come il nostro, sarà arduo se non impossibile.
Gli auguro "BUONA FORTUNA"!

Giancarlo ha detto...

Salvezza per sola fede (Sola fide): la salvezza non si ottiene a causa delle buone azioni; si ottiene solamente avendo fede in Dio, che può salvare chiunque Egli voglia.L'uomo compie azioni pie poiché è giustificato dalla grazia di Dio: non è giustificato a causa delle sue azioni pie.Libero esame delle 'Sacre Scritture' (Sola Scriptura): chiunque, illuminato da Dio, può sviluppare una conoscenza completa ed esatta delle 'Scritture'.Sufficienza delle 'Sacre Scritture': per comprendere le 'Sacre Scritture' non occorre la mediazione di concili o di papi; ciò che è necessario e sufficiente è la grazia divina e una conoscenza completa ed esatta di esse.Negazione dell'infallibilità papale.I sacramenti sono ridotti al battesimo e all'eucaristia, gli unici, secondo Lutero, ad essere menzionati nella Sacra Scrittura. Essi tuttavia sono validi solo se c'è l'intenzione soggettiva del fedele, quindi perdono il loro valore oggettivo. Inoltre Lutero ritiene che nell'eucaristia vi sia la consustanziazione non la transustanziazione.Sacerdozio universale: per ricevere la grazia divina non occorre la mediazione di un clero istituzionalizzato: tra l'uomo e Dio c'è un contatto diretto.

« Che ragione c'è di mostrare clemenza ai contadini? Se ci sono innocenti in mezzo a loro, Dio saprà bene proteggerli e salvarli, Se Dio non li salva vuol dire che sono criminali. Ritengo che sia meglio uccidere dei contadini che i principi e i magistrati, poiché i contadini prendono la spada senza l'autorità divina. Nessuna misericordia, nessuna pazienza verso i contadini, solo ira e indignazione, di Dio e degli uomini. Il momento è talmente eccezionale che un principe può, spargendo sangue, guadagnarsi il cielo. Perciò cari signori sterminate, scannate, strangolate, e chi ha potere lo usi. »

Vero !

Lo riconosco, la mia è una posizione preconcetta, mi sono dichiarato, e lo sono, ateo, quindi non giudicatemi su ciò che penso ma si apra un confronto su ciò che scrivo.

Nella prima parte di questa lettera si leggono le teorie, o meglio le argomentazioni che portarono Martin Lutero allo scontro con il Papato, in queste rivendica quello che, ovviamente, Roma,e la chiesa, osteggiavano ferocemente. In fondo è la stessa cosa quando il cristiano abbracciò, convinto, che quella era la fede vera a differenza della pagana.

Nel secondo passo si legge una lettera che lui, Lutero, scrisse per autorizzare, si fa per dire, la repressione della rivolta che i contadini, in ribellione, scatenarono nel 1524, costoro, guidati da un nuovo cavaliere della cause perdute, reclamavano, poveri illusi, di avere diritti cosa impensabile in quei tempi.Pensate osavano chiedere, perfino, la restituzione delle terre cedute alla Chiesa.

Quella lettera scatenò una repressione feroce con bande armate che attraversavano la Germania alla caccia dell'uno e dell'altro, già perchè una delle caratteristiche della guerra di religione è che ciascuno opera nel nome di Dio.

In fondo la caratteristica comune è proprio questa, ciascuna delle parti opera nel nome di una divinità, benedetta da questa e, grazie a questa, avrà la certezza della vittoria, certo questa divinità avrà gravi problemi di scelta tra i diversi contendenti, coma farà a  decidere chi dei due sarà vincente? Quali saranno i parametri che faranno pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra? Questi sono problemi terreni, di certo quella , ipotetica divinità, dall'allto della sua grazia saprà scegliere. Come scelse, a suo tempo, il Papa, santo subito, e come ha scelto il Papa venuto da lontano. Lo scricchiolio che si sente è forte, non mi auguro, non credete che io sia così cieco, non mi auguro la fine, il posto vuoto sarebbe immediatamente occupato da altri, non necessariamente migliori. Mi auguro un ritorno a quelle che furono le prime regole. Ma, questa è utopia, lo so. Chissà se il Dio in cui credono una volta stanco d'esser chiamato in causa non si faccia sentire con un bel....calcio?

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