martedì 25 aprile 2017

Elezioni da speranza in Francia e melma politica in Italia.


La Francia ha votato per il primo turno. Il risultato parla chiaro: vanno al ballottaggio Macron e Le Pen. Il primo è filo europeista ed è il vero vincitore di questo turno e molto probabilmente lo sarà ancora di più fra due settimane perché è il favorito nella corsa finale all’Eliseo.
Non ci interessa qui parlare delle elezioni francesi. Ci interessa partire dal risultato delle elezioni transalpine per arrivare a una semplice conclusione. La Francia ha una soluzione al problema della crisi politica interna ed europea mentre l’Italia non ce l’ha. Questo è il terribile risultato delle elezioni francesi agli occhi di un cittadino che non può soffrire la deriva populista.
Detta così potrebbe sembrare la solita spiritosaggine per sottovalutare la politica italiana rispetto a quella francese. Ma non è così perché la sottovalutazione dei politici italiani non è un’opinione bensì un fatto. E poi la sottovalutazione non è stata proposta dai cittadini francesi, ma da quelli italiani. Basta leggere i giornali e vedere che tutti sono contro tutti. Non c’è assolutamente nulla di buono nella politica italiana di oggi. Galli che si beccano tra di loro; galline che schiamazzano nelle aie dei siti web e del giornalismo da strapazzo in cui ci si azzanna per incapacità a proporre una piattaforma politica adeguata, ragionata e propositiva.
Analizziamo brevemente come stanno le cose in casa nostra. Non abbiamo una legge elettorale decente. E’ scandaloso che tutte le forze politiche facciano i finti tonti. Abbiamo tre grosse formazioni che da sole fanno più dei ¾ dell’intero Parlamento. In un sistema parlamentare proporzionale con uno sbarramento adeguato, le tre forze prenderebbero il 100% della rappresentanza parlamentare. Se si lascia invece uno sbarramento basso come lo è attualmente è possibile che qualche altra piccola formazione politica possa entrare in Parlamento. In ogni caso non sarà determinante.
Quello che conta è che i tre schieramenti sono tra loro tutte incoalizzabili perché profondamente diversi: il M5S è compatto ma inaffidabile e rimane inadeguato a governare. Il Centrodestra è diviso ed eterogeneo a meno che Berlusconi non riesca a mettere in riga la componente “sovranista” antieuro. Attualmente è inidoneo e manchevole di certezze. Il Pd è in mano a una macchietta che per anni ha scodinzolato tra le gambe dei due Grandi d’Europa come un invitato ingenuo a Corte da prendere in giro. Improvvisamente per colpa sua è stato costretto alle dimissioni e si è provvisoriamente eclissato e pensa di risorgere dalla polvere in cui si è trovato immerso dopo la sconfitta del referendum. Ora, e solo ora, sbraita contro l’UE, come un cane che abbaia ma che non potrà mordere perché insulso e pieno di sé.
Rimangono le Sinistre, come al solito più disunite e inutili d’Italia che mai, portatrici di politiche insulse, superate e inadeguate, destinate a essere sconfitte sonoramente dagli avversari e dalla realtà. Sono un pugno di ex politicanti proveniente dal partito comunista che si ritrovano in uno stato di confusione e di velleitarismo francamente da piangere.
Ecco cos’è diventata l’Italia politica di oggi: un paese inaffidabile, con una rappresentanza politica inadeguata sia sotto il profilo politico e più che mai sotto il profilo culturale, senza alcun politico intelligente all’orizzonte che dovrebbe traghettarla nel mare procelloso delle difficoltà di oggi.
E questa sarebbe la ex settima potenza del mondo di craxiana memoria? “Ma per piacere” direbbe Totò con una delle sue inimitabili contorsioni di collo e di braccia.
Rimane l’amarezza di vedere che a farci male non sono gli “estranei” francesi o tedeschi per invidia o per antipatia ma gli stessi cittadini italiani che sono il vero specchio rotto della società e il vero tarlo del legno di casa, in cui criminali e poteri statali mascalzoni da una parte e magistratura imbelle e buonista dall’altra riescono a mandare in malora un paese che fu un raggio di luce nel buio della cultura del dopoguerra. Ah, dimenticavamo: oggi l’unica attenzione di politici e “poteri forti” è scroccare lauti stipendi creando sacche di povertà inimmaginabili. Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Vivere, anzi sopravvivere sul passato è uno degli sport nazionali, la cosa peggiore? Non rendersi conto di essere, oggi, la periferia del mondo. E nelle periferie cosa vuole che cresce in abbondanza? La mediocrità! Ecco che i nostri pseudopolitici esprimono al meglio questa qualità. Basta leggere le, tante, ed insulse dichiarazioni dopo le elezioni francesi, fino a giungere, questi si inqualificabili, neppure mediocri, commenti sul vincitore, al primo turno, Macron e di sua moglie! Ebbene, credo fermamente che costoro siano lo specchio della società che li ha prodotti. Un tycoon graziato dall'intervento riparatore del suo nume tutelare e, grazie a lui, divenuto il proprietario della maggiore impresa televisiva e di giornali, che sceso in campo inventa da un giorno all'altro un partito politico ed ottiene il premio dell'elettorato, nessun congresso lo ha eletto ma il Popolo, quello sovrano, dice la Costituzione! Nel panorama vi è oggi un nuovo soggetto, ecco il terzo attore di cui ci parla, ebbene in questo vi è una ulteriore degenerazione del dettato, virtuale, della democrazia. Nessun congresso, nessun segretario eletto, nessun altro di quegli organismi che fanno di un partito quel soggetto descritto dlla Costituzione, infine addirittura la proprietà, privata del logo. No, caro professore, questa periferia si imbarbarisce sempre di più. Ultimo, anche e non solo virtuale, quelle formazioni di cui accenna, ideologicamente un residuo del passato con percentuali da prefisso telefonico che, se fossero coerenti alla frase "volontà popolare" dovrebbero alzare bandiera bianca, eppure tenaci protettori della più deleteria delle frammentazioni politiche, si chiama rappresentatività, quella che nella realtà è più semplicemente il potere di veto da parte di una minoranza. Si, anche questo fa dell'Italia un Paese inaffidabile, ma i primi responsabili, in assoluto, non sono i politici, lei passeggerebbe al centro dell'autostrada del Sole se qualcuno le chiedesse di farlo? No, immagino darebbe del pazzo a chi le farebbe questa proposta. Ebbene, credo che questo è quello che accade. Diamo ascolto a chi ci invita a passeggiare al centro dell'autostrada.

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