Qui si muore e il Governo prende in giro la gente.

Lunedì 25 Agosto 2003. Il caldo è ancora opprimente e costituisce un autentico tormento. In tutto il centro-sud non si è vista una sola goccia di pioggia e intanto si ritorna al lavoro. Lavoro, nella quotidianità della maggior parte dei cittadini, significa fatica, impegno, sudore. Ci sono invece categorie di persone per le quali lavoro è sinonimo di chiacchiere, di inutilità verbali e di improduttività fannullona. Un esempio? Mentre a Rozzano sono state assassinate ben quattro persone in una sola volta (una bambina, un pensionato e altri due adulti) e circa 15 mila (dico 15000) persone su 37 mila abitanti sembra abbiano una denuncia pendente sulle loro spalle e i pitbull continuano con la loro opera di aggressione ai bambini e agli anziani di tutte le Regioni, introducendo la paura come abitudine nella vita della gente, il Governo che fa? Non ci crederete: invia quattro persone, definite Saggi, in uno sperduto paesetto di montagna per riformare la Costituzione. Avete capito? Io non so se è chiaro a tutti cosa stia veramente succedendo. Rimane il fatto che mentre la nave affonda l'equipaggio sta a discutere se il ventesimo marinaio deve prendere la terza o la quarta scialuppa di salvataggio per mettersi in salvo. Ma vi rendete conto? Non esiste un solo Paese, una sola Nazione al mondo, dico una sola, che perde tempo in chiacchiere per discutere di come deve essere cambiata la carta costituzionale nel momento in cui incombono problemi drammatici che interessano la società tutta. Intendiamoci, non voglio dire che la Costituzione non puo' o non deve essere cambiata. Le cose non stanno cosi'. Affermo che questo non è il momento più opportuno e che ci sono delle priorità che dovrebbero dirottare l'attenzione del Governo su altri aspetti che hanno la precedenza. E poi, poi, .... suvvia, ma mi faccia il piacere avrebbe detto Toto', si puo' mai concepire che i quattro Signori, Calderoli, D'Onofrio, Nania e Pastore, siano chiamati Saggi? E che basta che si riuniscano al fresco di una baita per essere in grado di realizzare un progetto di cosi' immensa difficoltà? Mi rifiuto di abboccare all'amo! Dico a chiare lettere che questi quattro Signori saranno delle ottime persone, ma per favore non li si chiamino Saggi e, soprattutto, mi rifiuto di credere a questa favola! Nel momento in cui si assiste a questa pagliacciata il Ministro Sirchia, quello della Salute, che fa? Mentre la gente muore perchè uccisa (meglio dire assassinata) dalla furia bestiale di queste macchine di morte che sono i cani da combattimento pitbull il Ministro nicchia, fa finta di nulla, come se il problema dovesse cadere da un momento all'altro nel dimenticatoio. Si sappia che se si dovesse ripetere anche un solo episodio drammatico come quelli precedenti il Ministro avrebbe una responsabilità gigantesca per non avere preso nessun provvedimento per evitarlo. Complimenti, pertanto, a tutti e viva il Governo liberale e democratico di Silvio Berlusconi che interpreta il liberalismo e la democrazia come fumo negli occhi, in maniera demagogica, e che se gli conviene produce, a tamburo battente, una legge apposita per creare intoppi formali alle rogatorie internazionali e per la gente comune non fa assolutamente niente di concreto. E bravi tutti quelli che la pensano cosi'. Invece di smetterla di dire sciocchezze sui giudici e sul fatto che abbiano costituito un partito politico si cambi il codice penale. Si aggravinino le pene e si impedisca agli stessi giudici (che di irresponsabilità ne hanno altrettanta quanto quella del Governo) di far uscire dalle galere i mascalzoni che sono i veri nemici della società e delle persone deboli. Altro che perdonismo. Si impedisca ai giudici di applicare sempre e sistematicamente il minimo della pena con le attenuanti, perchè è uno schiaffo morale a chi subisce la violenza. E si costruiscano altre carceri per far riflettere chi sbaglia che la violenza compiuta sui deboli è il più efferato delitto concepibile. Altro che chiacchiere sul cambiamento della Costituzione. Siamo seri, per favore.