lunedì 10 agosto 2015

Farsi gli affaracci propri.


Sei giovani mascalzoni a Genova picchiano mortalmente un uomo perché creduto gay. Notizia gravissima nelle cause e ancor di più nelle conseguenze. Si poteva evitare. Invece un ignavo autista di un bus cittadino, nonostante abbia assistito alla scena, non è intervenuto ed ha "lasciato fare". Interrogato dalla polizia ha detto testualmente: «io non ho visto nulla, e poi mio nonno mi ha insegnato che nella vita è meglio farsi i "fatti propri"». Ha risposto proprio così, come se si trattasse di un fatto normale consentire la tragedia di un pestaggio omicida per rispettare la prassi del nonno rozzo e primitivo. Assistiamo impotenti sempre di più, nella società italiana, alla celebrazione del "diritto all'omertà" come una delle colonne portanti di questa nostra disgraziata società. Attenzione, perché l'idea degli "affaracci propri" non è un'idea isolata, proposta da uno squallido autista che se ne infischia della vita di un uomo pestato a morte. Non è così. Quest'idea prima esisteva soltanto in zone limitate dell'Italia meridionale, dove era alto il tasso di mafia, di ndrangheta e di camorra. Adesso si è estesa e generalizzata, soprattutto nella vergognosa Roma Capitale, e sta divenendo patrimonio comune degli italiani.
Si è ormai fatta strada in larghi settori trasversali della società l'idea che ciascuno deve farsi "gli affari propri" affinché non si abbiano seccature e, fatto non secondario, perché così facendo si agevolino meglio i “fattacci degli altri”. Probabilmente c’è, nella gente comune simile all’autista, l’idea del cosiddetto do ut des, cioè l’idea che se io ti lascio fare i “fatti tuoi” tu, dopo, mi lascerai fare i “fatti miei”.
E adesso la nostra opinione. La colpa? Soprattutto di politici, giornalisti e giudici. Sono tre categorie che, con le loro elucubrazioni trasgressive sulla libertà della persona, hanno trasformato la società italiana in un “eldorado di violenza”. In breve le tre categorie non sono riuscite a stroncarla per tempo nè con norme legislative efficaci, nè con articoli di giornali adeguati nè, soprattutto, con sentenze esemplari. Ci si mette poi la Scuola che non educa i giovani ai valori della generosità, dell'altruismo e dei doveri. Ci si mettono anche i Sindacati e i Radicali che parlano solo e soltanto di diritti e mai di doveri.
Che Caino ormai non possa e non debba essere “toccato” è lo standard di questa tragicommedia che i Radicali hanno messo in scena nel teatrino della politica italiana, in cui i carcerati sembrano essere diventati la sola parte buona della società.
Ormai la trasformazione della società italiana da società caratterizzata da bontà d'animo in società violenta e disumana è una realtà e viene confermata dai quotidiani atti di crudele e spietata prepotenza e aggressività che porta, come in questo caso, alla morte di un innocente. E questo sarebbe il frutto della libertà di pensiero e del garantismo?
Ma a questo punto, a che serve avere una “meravigliosa Costituzione” quando si permettono in continuazione omicidi, stupri, furti e violenze di tutti i generi contro i più deboli senza che il fenomeno diminuisca di intensità? A nostro parere è tutta apparenza e il castello di granitica perfezione dello "splendido" Diritto italiano non è altro che solo e soltanto vuota forma e pura esteriorità. Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Già, farsi i fatti propri è diventato il secondo piatto della bilancia, dove prima questo piatto era sempre alto per mancanza di peso ora sia abbassa semprepiù perche in molti, ora, contribuiscono dalla sua parte. E' il piatto che mortifica sempre di più l'altro quello dell'impegno civico, quello dell'impegno etico, ma che possiamo farci? Non si può essere eroi tutti, quando si possa definire eroico un comportamento civico ed etico ! La giustificazione del nonno, buon anima immagino, è la giustificazione dell'ignavo , di quello cioè che pur di non essere minimamente coinvolto cerca giustificazione dietro un paravento virtuale, sai mio nonno mi ha insegnato..ecc. ecc.

Support independent publishing: buy this book on Lulu.