domenica 13 dicembre 2015

Saga dell'unità della sinistra.


Sembra che la fusione tra Sel, Prc e Fassina non si faccia più. Sembra che non si siano messi d'accordo. Sembra altresì che il ruolo di prima ballerina sia stato contestato a turno da due dei tre al rimanente capo dei tre partitini dello “zero virgola”. Sfuma così il progetto antirenziano di creare a sinistra del Pd un forte raggruppamento di vera sinistra, alternativo al premier Renzi e fortemente orientato a creare finalmente in Italia un vero partito di sinistra in grado di contrastare lo spostamento al centro del Pd di Renzi.
Mentre in Francia il partito socialista di Hollande che è, lo ricordiamo per i distratti, Monsieur le President de la Republique Francaise, mica Paolo Cento nuovo coordinatore Sel dell'area metropolitana di Roma, non presenta candidati ai ballottaggi di oggi e invita tutti gli iscritti e simpatizzanti a votare l'avversario Sarkozy, in Italia i tre maggiori rappresentanti di una sinistra che si dichiara a parole “vera sinistra” - cioè i Sigg. Vendola, Ferrero e Fassina - si dividono prima ancora di unirsi. Che spettacolo!
Qualcuno aveva mai avuto dubbi? Ve lo ricordate Bertinotti? Siamo al bis. A nostro avviso i tre sono patetici e infantili. In poche parole sono condannati all'irrilevanza e la cosa grave è che ancora non se ne siano accorti. Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Grande lezione ci viene dai francesi, lezione che sono certo non verrà compresa dai nostri, cosidetti, leader politici. Ma non poteva essere altrimenti non si sta paralndo di veri leader ma di patetiche controfigure che , ed è questo il punto se vogliamo più tragico, non rappresentano nulla, almeno le controfigure hanno questa funzione, loro neanche questa, ammettiamolo. La malattia, tremenda, incurabile, dei nostri è quella del presenzialismo, chi vorrà rinunciare alla pagina del giornale o del settimanale a favore dell'altro? Nessuno, nessuno lo farà perchè sanno benissimo che il semplice posto in seconda fila significa essere, come diceva Sandro Ferrari, il primo degli ultimi, e chi dei nostri vorrebbe essere, o si potrebbe adattare ad essere, appunto, il primo degli ultimi? Lasciamo in pace il cosidetto coordinatore, famosissimo a Roma non certo per il suo nome ma per il soprannome, Er Piotta , per il nome e per l'abitudine a chiedere in prestito cento lire. da ridere lo so ma questa è la storiella che circolava negli ambienti. La Francia ci ha, almeno, dovrebbe averci trasmesso un grande messaggio, sono scettico che questo possa essere raccolto e, magari replicato,non è nelle nostre corde un atteggiamento simile, purtroppo, anche se la speranza è dura a morire, come lo è la cocciuta certezza di avere ragione contro la storia. Si perchè è questo il punto, la storia di questo Paese ha visto in pochi momenti un partito della sinistra in posizione di vantaggio, ma prima per interventi esterni, non dimentico la stagione delle stragi arrivata non certo per cause interne ma per interventi estrni, poi la stagione, non meno disgraziata del terrorismo rosso, questo Paese non ha mai potuto liberamente esprimere i suoi rappresentanti, oggi che si stanno maturando le condizioni di una riforma Costituzionale storica ecco che le divisioni si rifanno avanti impetuose, assenti le altre cause chi se non attori interni potrebbero fermare le riforme? Ed eccoli ci sono !

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