martedì 21 febbraio 2017

Un paese inguaribile tra ingovernabilità, disordine e una magistratura ormai alla deriva.


Torino: processo per lo stupro a una bambina dura 20 anni e la prescrizione salva lo stupratore. Roma: fondi pubblici ministeriali ai locali del sesso gay tra le cui attività ci sarebbe anche quella di ospitare la prostituzione.
Ecco due delle peggiori notizie che non avremmo mai voluto leggere sui quotidiani. E invece oggi è successo. Poche parole di amare riflessioni sull’evento più che luttuoso in cui il deceduto, anzi la deceduta è la Repubblica Italiana che ha permesso il realizzarsi di una ingiustizia che più di così non potrebbe essere.
La riflessione che ci sentiamo di fare dopo aver letto le due notizie è che a questo punto non è più possibile salvare nulla. Sarà nichilismo, sarà pessimismo fatto sta che i fatti parlano da soli. Quando il potere politico e quello legislativo non sono in grado di correggere queste storpiature non ha più senso niente e nessuna giustificazione formale può cambiare il senso della storia di un paese ormai fallito non solo economicamente (si veda il buco nero del debito pubblico di 2300 miliardi di euro) ma soprattutto dal punto di vista dell’etica.
Attenzione qui non è questione di alcuni partiti che non sono all’altezza. No. Qui il problema riguarda tutti, istituzioni e cittadini, perché il fallimento di ideali e valori che la Repubblica aveva messo a fondamento nella Costituzione, proprio quella definita la più bella Costituzione del mondo è ormai una certezza.
Qui le polemiche progressismo della sinistra, populismo sovranista di forze politiche nuove e conservatorismo centrista da sempre al potere riguarda tutti, proprio tutti, nessuno escluso. A noi le polemiche tra l’inconsistenza renziana e la sfrontatezza della minoranza Pd, tra l’aetismo berlusconiano e il populismo leghista, tra il massimalismo comunista di accatto e il sovranismo meloniano lepenista non ci fanno cadere nella trappola urlata da maggioranza e opposizione che alcune forze politiche sono diverse dalle altre. In realtà tutte sono uguali ntra di loro e tutte perseguono disegni politici di potere per accontentare clan familiari e tribali.
Se avessero voluto modificare i codici penali e il funzionamento della giustizia per evitare casi come quelli di Torino lo avrebbero già fatto. Ma così non è stato. Dunque, i governi che si sono succeduti nei decenni e le maggioranze variegate sono state e sono complici di questo status quo. L’italianità è ormai sinonimo di peste. In Europa tutti i paesi fanno a gara per evitarci. Persino l’UE non ne può più della mancanza di correttezza dell’Italia che sfora parametri e impegni a ripetizione. Il popolo italiano non è mai esistito. Adesso non esiste più neanche lo Stato italiano. La prossima tappa sarà il ritorno al brigantaggio. Lì siamo ancora maestri di “cappa e di spada”. Che vergogna.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Sulla prima delle due notizie ho avuto modo di soffermarmi, una volta letta sui quotidiani, sulla seconda, andrei più cauto ,anche se non la escludo a priori. Della prima, quella che più dell'altra mi preme ecco che salta di nuovo fuori la responsabiltà della politica. Si la politica ha delle responsabilità ma, in un sistema come il nostro, chi in particolare? Il Ministro ? Il ministero che da lui dipende ? Insomma una volta si diceva la colpa è del Bajon...! Ma battute a parte,cerchiamo di scavare nella grande fossa delle, eventuali responsabilità. Chi determina nei tribunali la messa a ruolo di una causa ? Il Giudice , Il Cancelliere ? Chi interviene in prima persona nella valutazione se una causa deve essere discussa, prima o dopo un'altra ? Chi si assume la responsabilità della scelta e, di conseguenza della caduta in prescrizione del reato ? Voglio rammentare, molto sommessamente, che il progetto di modifica della prescrizione è fermo nella sua commissione al Senato. Ed ecco chi, nella politica, ha la responsabilità di tutto ciò? A latere avverto che molti, forse troppi Senatori appartengono alla professione forense, un bella parte di loro fu imbarcata nelle liste del defunto Popolo delle Libertà. Ora, si d'accordo frustiamoci indossiamo il cilicio, facciamo penitenza, ma ricordiamo che siamo sempre noi gli artefici di tutto. In chiusura, mi sono complimentato con il Magistrato che ha espresso la sua vergogna, egli ha dichiarato che la bambina in questo modo è stata di nuovo violentata, si insieme a lei lo è stata anche la giustizia, ma, a quanto pare non è importato a nessuno. Abbiamo visto una accelerazione del famoso disegno di legge? Abbiamo visto una presa di posizione? Sulla indipendenza della Magistratura ? No, in uno Stato di diritto questo non avviene, l'unica cosa possibile, leggo, è stata attivata, una visita degli ispettori ministeriali, la unica cosa che, nel rispetto della famosa indipendenza, la politica possa fare. si perchè gli ispettori sono la lunga mano della politica, ma quali saranno i loro poteri di indagine e..sopratutto, di censura?

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