Sabato 21 Agosto l’ex-terrorista rosso Monsieur Cesare Battisti, adottato dalla sinistra francese e “sotto la protezione” del Sindaco di Parigi, è scomparso dalla capitale francese. I suoi compagni parigini dicono che “non si è potuto” presentare al Commissariato per la settimanale firma perché era caduto in una crisi depressiva dopo che aveva capito che come latitante aveva i giorni contati. Questi i fatti. E veniamo alle opinioni. Quello che colpisce in questa vicenda, non si sa bene se disgraziata o canagliesca, è che il Consiglio comunale di Parigi, con il suo sindaco rosso, aveva dichiarato l’omicida - perché di questo si tratta non certo di un ladro di galline - sotto “protezione da parte della città”. Avete capito bene. Il Sindaco parigino, per mostrare a tutti il suo più completo appoggio politico e la sua solidarietà, lo aveva messo “sotto protezione”. Come se il Battisti fosse ricercato da un bounty killer piuttosto che dalla magistratura di un paese democratico, che lo aveva condannato in modo ineccepibile e in base a quintali di prove schiaccianti. Noi saremmo curiosi di sapere dal Sindaco di quella meravigliosa città che è Parigi di sapere com’è possibile conciliare contemporaneamente che il Battisti sia stato da un lato “sotto protezione” quando poi nello stesso tempo è riuscito a scappare, proprio come un ladro di polli scoperto dal contadino a rubare. Se una persona è sotto la protezione di un’altra, vuol dire che quella persona è protetta e sorvegliata nella città. O no? Qui invece si parla di un protetto che non si trova più perché è fuggito. Allora delle due l’una: o è scappato con la complicità del protettore, oppure il protettore non era in grado di proteggere il protetto. Certo si può dire sempre che la protezione era di tipo metaforico e non reale. In ogni caso, il Consiglio comunale, ha fatto la figura del pirla, come si dice molto sbrigativamente in certi ambienti lombardi. Ci risulta che l’evasore è stato uno scrittore di successo di gialli. Per favore non faccia il finto tonto. Lui sa che il colore che ha sempre preferito in Italia durante le sue scorribande assassine non era il giallo, ma il rosso sangue, come quello che ha fatto scorrere nelle sue vittime. Abbia almeno la bontà di non dire bugie.
lunedì 23 agosto 2004
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