mercoledì 17 ottobre 2007

No, per tortura, del giudice USA all'Italia.

E' la notizia più esilarante che abbia letto da qualche anno a questa parte. Un sorriso lungo più di cinque minuti mi ha consentito di allungare la vita di almeno una settimana. Si tratta della notizia relativa a un giudice statunitense che ha rifiutato l'estradizione verso l'Italia di un un mafioso siciliano perchè il Bel Paese, a suo dire, pratica la tortura. Purtroppo ha ragione. A malincuore dobbiamo riconoscere che dice la verità. La ragione? Primo. In Italia chi viene beccato dalle forze dell'ordine, anche a rubare una semplice mela al mercato, va direttamente in galera e ci rimane per tutto il tempo che è necessario per scontare la pena. Una vera tortura. Secondo. Chi viene condannato a una pena detentiva minore di tre anni deve necessariamente andare subito in galera e scontare la pena interamente. Una autentica torura. Terzo. In Italia non c'è alcun detenuto che può avere sconti di pena, patteggiamenti o permessi di uscita. Una tortura molto forte. Quarto. In Italia chi viene condannato, per esempio per terrorismo, a pene detentive rilevanti non esce mai più dalla galera. Infatti, i terroristi italiani condannati all'ergastolo o a pene detentive superiori ai 10 anni non possono diventare per esempio Onorevoli in Parlamento. Una tortura barbara. Quinto. In Italia una donna che viene fermata per furto o contrabbando in flagranza di reato e viene incarcerata, sebbene incinta rimane in carcere come nel film con Sofia Loren "Ieri,oggi e domani" e non riesce ad evitare la galera. Una tortura razzista e discriminante contro le donne.E ancora, in Italia non esistono gli indulti e le amnistie. Tortura fortissima. In Italia se si commettono reati gravissimi si va alla sedia elettrica perchè in questo paese, torturatore per eccellenza, c'è la pena di morte. Più tortura di così ... si muore.

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