giovedì 28 maggio 2009

Una campagna elettorale disgustosa e stomachevole.

E’ ormai telenovela a 360°. La campagna elettorale per le elezioni europee si è trasformata in una melassa di racconti piccanti sulle tresche coniugali di amanti esaltati e mogli deluse, evitando di essere ciò che avrebbe dovuto essere: una sfida elettorale civile sui contenuti politici dei partiti che vogliono proporre un modello di Europa e di politica europea agli italiani. Se fossimo degli insegnanti avremmo dovuto bocciare tutti i candidati eccellenti e censurare questo tipo di impostazione politica sbagliata e diseducativa. Diciamo la verità, i politici di maggioranza e di opposizione si sono trasformati in squallidi direttori di settimanuncoli di pettegolezzo: alle notizie politiche preferiscono il gossip. Si può andare avanti così? E’ serietà questa? Facciamo brevemente il punto della pseudo-campagna elettorale trasformata in campagna di pettegolezzo pubblico.
1.La disoccupazione. Il solo aggettivo che ci sentiamo di proporre nei confronti dei politici italiani che hanno conti correnti e portafogli gonfi di euro è che si vergognino loro, ma che si vergognino veramente. Se nella questione del modello educativo di famiglia hanno ragione i figli di Berlusconi a reagire con parole dure alle sconcertanti dichiarazioni del Segretario del PD, è altrettanto sconcertante che lo stesso loro papà faccia orecchie da mercante a negare supporto economico e finanziario alle famiglie che hanno perduto il posto e non hanno neanche i soldi per sfamare i figli. Bel cattolicesimo di facciata. Chi ha guadagnato miliardi di euro dalle famiglie italiane con la pubblicità e la pessima televisione di Mediaset non può fare come sta facendo papi Berlusconi disinteressandosi della rabbia dei senza lavoro. Non è ammissibile. Dunque si vergogni Franceschini per quello che ha detto ma si vergogni anche Berlusconi per quello che non ha fatto.
2.Il Vaticano. Come al solito i nostri Eminentissimi Cardinali della Sacra Chiesa Cattolica Apostolica Romana della CEI fanno due pesi e due misure sulla vicenda di Noemi e Silvio. Dicono che loro “non giudicano” e lasciano alla “coscienza di ognuno” l’arduo compito della “capacità di giudizio”. Neanche Alessandro Manzoni, che di prudenza vescovile se ne intendeva, sarebbe riuscito a dire in poche parole il “nulla universale” (le ultime virgolette sono nostre). Ipocrisia e cinismo caratterizzano queste poche, misurate, calcolate e caute parole della CEI. Piccola domandina: ma perché la Chiesa Cattolica non ha usato lo stesso metro di misura e di giudizio nei confronti di quel povero cattolicissimo Galileo quando fu condannato all’esilio per tutta la vita e isolato cieco in una casa ad Arcetri? Due pesi e due misure, per l’appunto.
3.Il problema immigrazione. Siamo alla sceneggiata più assoluta perché l’opposizione si alza la mattina e dice tutto il contrario di quello che ha detto ieri il governo. La maggioranza, peraltro, ascolta le posizioni estremiste della Lega e dice il contrario dell’opposizione. Nessuno dei due schieramenti riesce a proporre provvedimenti intelligenti, misurati ed efficaci che da un lato aiutino tutti gli immigrati onesti che lavorano e pagano le tasse (appunto pagano le tasse, loro!) creando intorno a loro un cordone di sicurezza in grado di vivere con serenità la loro nuova vita, mentre dall’altro limitino al massimo l’immigrazione clandestina con provvedimenti efficaci e giusti.
Ci fermiamo qui per ragioni di spazio. Pensiamo di avere messo il dito sulla piaga, quella piaga che perseguita il paese da molti lustri impedendoci di eleggere politici intelligenti e autonomi in grado di lavorare bene per il paese e non per il capo. Si vergognino tutti coloro che fanno bassa politica!

2 commenti:

Rosaria Privitera Saggio ha detto...

e se alle urne non si presentasse nessuno?! ...
sarebbe positivo ... deleterio ...
anarchico ... dissociativo ...

Zeno ha detto...

Per la partitocrazia sarebbe deleterio. Ma non cambierebbe nulla. Tanto vale votare in modo utile, magari turandosi il naso come direbbe Montanelli.
Saluti.

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