giovedì 22 settembre 2011

Il silenzio della Chiesa è un “prudente calcolo” o una “voluta ipocrisia”?

That is the problem fece dire ad Amleto, nel suo celebre monologo, il grande tragediografo inglese William Shakespeare. La frase è spesso criptica. In questo contesto, tuttavia, la domanda è chiara perché si vuol mettere in evidenza che fra le due possibilità non c’è equivalenza ma disparità. Ecco di che si tratta. In questo periodo di tragici avvenimenti politici, che vedono coinvolti da una parte Silvio Berlusconi e dall’altra il sistema politico italiano e la sua credibilità internazionale, molti commentatori hanno avvertito la necessità di conoscere il perché la Chiesa cattolica abbia tenuto un comportamento di grande estraneità nella vicenda. Nel ricordare che il governo Berlusconi ha preso dei provvedimenti pesanti per i cittadini, soprattutto nei confronti di quelli più poveri favorendo in modo plateale le classi più ricche, ci si è interrogati del perché dell’”assordante silenzio” delle gerarchie cattoliche. Le risposte più significative dei due schieramenti pro- e contro- a questo interessato silenzio sono nel titolo di questo post. A noi il compito di aggiungere un commento alla questione. A nostro avviso tutte e due non ci convincono. La prima non ci convince perché non si può definire prudente un calcolo basato sul silenzio. “Chi tace acconsente” dice un proverbio. La seconda ci sembra riduttiva. Dire che la Chiesa è ipocrita perché non vuole essere “tirata per la giacchetta” significa affermare che il legame tra i due, governo e chiesa, è talmente in sintonia che non si ha interesse a entrare nella questione. Noi siamo per una terza interpretazione che si riconosce nell’affermazione che il silenzio della Chiesa sul caso Berlusconi è una vergogna epocale che annulla, in un solo colpo, tutto ciò che di buono avevano fatto Giovanni XXIII, Paolo V e Giovanni Paolo II. La Chiesa cattolica di oggi è un insieme di pochi dirigenti ecclesiastici, spesso legati al Vaticano più che alla CEI, che hanno la psicosi della sostituzione di Silvio Berlusconi. E’ gravissimo che la Chiesa cattolica taccia sul comportamento immorale e scandaloso del premier e del suo stile di vita, che è un oltraggio sistematico e persistente a quasi tutti i Comandamenti (uno di questi recita di “non bestemmiare”). Ma, soprattutto, è una sconfitta totale sia sul piano etico della missione della Chiesa a servizio della verità, sia sul piano sociale nella sua pastorale a sostegno dei poveri e dei loro problemi sociali. E quando Monsignor Salvatorino Fisichella, archetipo giustificazionista di Berlusconi, difende il premier dall’accusa di avere bestemmiato raccontando una delle mille barzellette indecenti, con la grossolana tecnica oratoria della “contestualizzazione”, vogliamo denunciare questa totale mancanza di rispetto della verità. Pater, remitte illis, quia nesciunt quid faciunt.

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