mercoledì 15 ottobre 2014

La vera riforma? La giustizia. Non ci sono dubbi.


La vera sfida al vecchio sistema ber-ber (Berlusconi-Bersani) l'ha riconosciuta perfino il Financial Times affermando che non sono il Jobs Act o le riforme costituzionali ma quella della giustizia. La vera madre di tutte le riforme in questo disastrato paese è togliere agli avvocati e ai giudici il potere di governare. Dunque, i veri nemici dell'Italia sono, duole riconoscerlo, i “tutori del Diritto”, i quali dietro il linguaggio chiuso dell'avvocatese e del giudicese nascondono il vero male italiano: la dittatura del diritto romano nella società italiana a tutti i livelli. E' l'Armata di magistrati e avvocati che si oppone al cambiamento. La ragione è che si sentono maledettamente diversi da tutte le altre categorie di lavoratori. Hanno forti interessi nel sistema attuale, condizionano con le loro sentenze l'attività economico-finanziaria, quella scolastica, quella dei trasporti, delle infrastrutture e persino quella etico-biologica decidendo alcune volte per e contro genitori e figli, mettendo becco anche in questioni in cui non dovrebbero mai entrare. Pensate che decidono per tutti ed entrano a gamba tesa in tutte le attività dei ministeri italiani, tanto che i Capi di gabinetto dei ministri sono sempre magistrati o ex magistrati, magari con doppio stipendio. La loro attività incide pesantemente su qualunque provvedimento normativo parlamentare, imponendo alla fine di un iter procedurale "il proprio". Fra Tar, Consiglio di Stato, Tribunali di 1° grado e di Appello, di Cassazione e di Corte Costituzionale i veri detentori del potere legislativo ed esecutivo, oltre a quello giudiziario di loro competenza, sono loro: la categoria iperprotetta dei giudici. Potremmo fare milioni di esempi ma crediamo che per fare comprendere la gravità della cosa il più semplice ed efficace esempio sia quello sintetizzato da una sentenza del giudice monocratico di Roma circa una lite di condominio. Il fatto. Un condominio romano ha un regolamento contrattuale chiarissimo in cui si disciplinano con precisione quasi ossessiva i casi vietati ai condòmini. Uno di questi commette un abuso edilizio infischiandosene anche delle delibere dell'assemblea. Si va in tribunale e il giudice monocratico dopo alcuni anni fornisce una sentenza che dà ragione al condòmino piantagrane, motivando che a decidere non sono l'assemblea del condominio e il regolamento contrattuale ma il parere di un soggetto chiamato CTU che sarebbe un architetto o forse un geometra, al quale si lascia il potere di contraddire pesantemente la norma del regolamento. Naturalmente, l’avete capito tutti, l'esempio è importante non per il fatto in essere ma per il principio. Il Presidente del Consiglio Renzi ha capito tutto e pertanto ha detto che vuole riformare la giustizia. E più di Renzi l'hanno capito i giudici e gli avvocati i quali sono diventati nervosi. Il nervosismo probabilmente è il vero specchio dell'anima della categoria più protetta dell’intera nostra galassia. Se Renzi riuscirà a cambiare lo status di questa categoria avrà veramente aiutato l'Italia. Se no perderemo tutti.

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