lunedì 27 ottobre 2014

L'antirenzismo come fattore di coagulazione della sinistra senza se e senza ma.


Si, è vero, «senza dignità dei lavoratori non ci può essere una politica di sinistra». E’ lo slogan più intelligente della piazza di S. Giovanni del comizio della CGIL dove è presente il “meglio della gioventù” di sinistra. Ebbene, una volta tanto, siamo d’accordo con lo slogan della “sinistra senza se e senza ma”. Si, ma perché questo slogan è espressivo? Perché è penetrante, in quanto dignità è uguale a lavoro, che è uguale a responsabilità, che è uguale a futuro. E' perspicace, perché il nostro futuro - che sarà poi il presente dei nostri figli e il passato dei nostri nipoti - è nelle mani degli attuali politici che stanno legifererando oggi per salvare questo futuro, si spera in maniera avveduta, in modo innovatore, senza sperperi, con equità e soprattutto colpendo i “furbetti del quartierino” sempre pronti come le iene a spolpare l’osso dell’onestà dei contribuenti. Dunque, il futuro dell’Italia è nelle mani dei politici responsabili. E qui casca l’asino. E, di grazia, chi sarebbero questi politici responsabili? A sentire la piazza di S. Giovanni sarebbero quelli della sinistra antirenziana di Fassina, i ferrerini e i turigliattiani, i rifondaroli, i comunisti duri e puri alla Paolo Flores d'Arcais, gli ex pecorariani verdi, i vendoliani e i centiani di Sel, i reduci della sinistra radicale extraparlamentare e i massimalisti sindacali pro-Camusso? E questa gente sarebbero i politici responsabili che posseggono la verità, l’”unica” verità? Sarebbero questi i politici responsabili, che pensano ancora con le categorie marxiste dell’Ottocento? Ma a questi signori, qualcuno glielo ha detto che ormai il vecchio pensiero del centralismo comunista lo hanno buttato nella differenziata persino i cinesi del "Mao Tse-tung pensiero"? Qualcuno li ha avvisati che Alibaba, colosso e gioiello cinese dell’e-commerce, è oggi quotato nella più capitalistica borsa mondiale di New York? Per favore informateli, perché è molto probabile che ancora non lo sappiano. Certo la Leopolda sconcerta, scombussola, innervosisce, disturba, infastidisce, sembra un teatrino per scout, in cui i cento tavoli appaiono addirittura come i tavolinetti di discussioni dei nuovi fucini dei gruppi universitari cattolici delle parrocchie prima delle elezioni universitarie. Sembra che tutto sia finto. Tuttavia, come sempre, nei momenti decisivi c’è da scegliere. Siamo dell'avviso che il diritto di cittadinanza consapevole passa per tre stadi: studiare, conoscere, decidere. Montanelli disse che “era necessario turarsi il naso e votare il brutto per opporsi al peggio”. Oggi direbbe di turarsi il naso e sostenere il cattivo odore del renzismo per evitare di odorare puzze più maleodoranti e pestifere che l’antirenzismo produce. L’aspetto piacevole della contrapposizione fra i leopoldini e i sangiovannini sta nel fatto che alla Leopolda i renziani sembrano avere il turbo mentre gli antirenziani sembrano possedere appena i carri medievali. Dicono che la Camusso abbia detto che nella piazza «siamo più di un milione». Ha risposto Renzi dicendo che «il governo andrà per la sua strada perché si rivolge ai rimanenti sessantamilioni di italiani che lo hanno chiesto». Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Mi viene in mente l'immagine di un Dio pagano, che fosse un Dio, poi, è tutto da dimostrare, ma l'immagine, a mio avviso rende l'idea, immagine che sia detto per inciso potrebbe essere il maaninfesto della sinistra di domani. Mi riferisco , è chiaro, a Giano Bifronte, quello che guarda avanti e contemporaneamente dietro di se, questa immagine è azzeccata, con termine mutuato da Di Pietro. Ecco quello che ho ascoltato mi ha dato questa impressione, giusto come , lei,sottolinea il fallimento dell' esperienza Sovietica, che una grande parte di noi ha seguito, altrettanto giusto l'esempio della Cina , che pur richiamandosi al marxismo lo ha ormai, almeno nella parte economica abbandonato, scoprendo le gioie, ed i dolori, di una società capitalista ! Gioie per chi ne gode e ne ha saputo approfittare dolori per chi non ne gode e non ne ha saputo approfittare, gioie per i nuovi ricchi, dolori per i sempre più sfruttati, e privi di diritti, comuni cittadini. Ecco la similitudine ! Ma andiamo , con il ragionamento, oltre.. rivedo , coloro che parlano di diritti, sedere in Parlamento, con i loro diritti salvaguardati da innumerevoli regole e leggi, rivedo questi signori difendere i loro diritti acquisiti a spese della Nazione che si dibatte , ancora, nella incertezza della crisi. Rivedo le tabelle della disoccupazione che continuano a dirci che l'economia è in ginocchio, rivedo le solite frasi e le solite proposte, patrimoniale, i soliti bluff, gli 80 euro sarebbe stato meglio investirli per costruire gli asili nido, rivedo la sentenza del Tar che ha annullato le nuove tariffe degli stessi , rivedo le resistenze corporative dei vari e variegati ordini professionali, rivedo la totale, o quasi, mancanza di liberalizzazioni , l'unica che ha funzionato è quella delle telecomunicazioni, oggi il telefono non è più sanguisuga, riascolto le parole di Landini che ci dice che in Italia non c'è più il posto di lavoro fisso , dimenticando che, questo esiste per un larga fascia di lavoratori, gli statali ,i comunali, ed assimilati i quali non, hanno certo la "incertezza" del posto di lavoro. Riconosco che i continui blocchi contrattuali li hanno, anche di recente , penalizzati. Il Dio pagano ci consegna una sinistra da un lato , riconosciamolo, conservatrice, dall'altro una sinistra che non è più tale ,almeno da un punto di vista culturale , ma guarda in una direzione diversa, non ho usato l'espressione "avanti"! Nella prima vedo una grande rappresentante in Rosy Bindi, che pur nelle sue qualità non dimentica di venire da una scuola , quella democristiana, più attenta ai bisogni e desideri di oltre Tevere, che alla società civile. Dall'altra vedo persone che provengono dalla stessa "scuola" ma che affrontano i problemi in modo diametralmente diverso. Il futuro? Non è nelle nostre , limitate, possibilità conoscerlo, forse l'ennesima scissione, cosa della quale a sinistra c'è una notevole esperienza, forse no, di una cosa sono certo, a questo punto, una volta fatta la legge elettorale si tornerà al voto, sempre che la mano non venga forzata dalla prima eventualità, scissione. Sarà la fine della sinistra che abbiamo conosciuto? Forse, si e forse no, l'esperienza francese ci dice, e dovrebbe dire loro, che la prima ipotesi è la più propabile, il vecchio Pcf con una forza paragonabile a quella italiana è praticamente scomparso lasciando il posto, riconosciamolo a grigi personaggi più attenti alla necessità del glande che a quelle del governo ! Ai posteri l'ardua sentenza!

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