domenica 2 novembre 2014

Notizie e incomprensioni.


Forse abbiamo letto male l’ultima notizia sui giornali di oggi relativa ai nomi dei due giudici che dovrebbero essere proposti al Parlamento in seduta comune per eleggere i due giudici costituzionali. Si. Deve essere proprio così, abbiamo letto sicuramente male. Altrimenti, per l’ennesima volta, l’inciucio utilitaristico da una parte e la inaffidabilità della politica dall’altra produrrebbero l’ennesima vergogna nazionale di uno Stato i cui politici sanno solo ragionare in materia di etica e di diritti e doveri come i maiali con il bon ton a tavola. Abbiamo letto che ci sono due nuove candidate. I nomi naturalmente non ci interessano. Non ci interessa neanche che siano donne. A noi interessa solo che siano brave/i e onesti/e. Solo questo. La lettura ci ha fatto sobbalzare dalla sedia quando abbiamo letto le testuali parole riportate dal quotidiano La Repubblica : «La professoressa di Diritto del Lavoro per il Pd, e la docente di Diritto Amministrativo per Forza Italia sono i due nomi proposti per sbloccare l’eterna impasse della Consulta, scelte una in quota Forza Italia e l'altra dal Pd». Ci domandiamo: che significa essere scelti perché "in quota" Forza Italia e del Pd? Che razza di italiano è questo della quota? Vediamo cosa dice il vocabolario Treccani a questo proposito. Si legge:

quota s. f. [dal lat. quota (pars) "a quanta (parte)", femm. di quotus"quanto"]. - 1. a. [parte di una somma globale di denaro dovuta da ciascuno dei partecipanti a un'attività e sim.: q. di iscrizione] ≈ caratura, pro quota. ‖ tassa. b.[ciascuna delle parti o frazioni in cui un capitale in beni o in danaro viene diviso] ≈ parte, percentuale. c. [quantità indeterminata di denaro] […]

Non riporto altri elementi di significato che riguardano l’altezza. Qui il senso da attribuire al sostantivo è legato al denaro, ai capitali, ai beni, alle percentuali, ecc.. che lasciano supporre di avere molto in comune con la nostra preoccupazione della parzialità delle scelte e lo stabilirne l’ordine. Ma allora avevamo torto nell’affermare che non avevamo capito. Dunque, si tratta di un imbroglio! Stavamo ragionando in questi termini quando abbiamo pensato però che a scriverlo non è stato un qualsiasi quotidiano pro-Berlusconi o pro-Renzi ma un giornale anti-Berlusconi e anti-Renzi. A questo punto siamo precipitati nello sconforto. Possibile che ci troviamo in un mondo dove non c’è da avere fiducia in nessuno? E alla fine ritorniamo alla decisione iniziale e optiamo per la nostra incapacità a comprendere. In poche parole abbiamo equivocato. E’ stata colpa nostra. O no?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Diciamolo sinceramente, al di la dei termini, c'è un modo diverso per eleggere due giudici di un importante organismo come quello della Corte Costituzionale? C'è un modo per così dire asettico per arrivare a questo ? Al di la delle belle parole, roboanti, che vogliono dire tutto e niente se esiste un modo diverso e capace di soddisfare tutti allora chi lo possiede si faccia avanti !! Non credo sia stato un caso , o al limite un attacco di senile incapacità quello che ha fatto prendere ai Costituenti la decisione ad inserire nella Costituzione un numero, ed una percentuale precisa, per la nomina dei due componenti la Corte di competenza Parlamentare. La ragione ? dettata dalla necessità che un eventuale maggioranza , anche bulgara, non avrebbe potuto se non accedendo al compromesso con la minoranza, nominare rappresentanti a sua completa disposizione. Senza capiore questa ragione non si capisce, e a volte il tutto viene strumentalizzato, non si capisce il motivo di tante manovre e tanti incontri, che , diciamolo sinceramente, diminuiscono il prestigio e la importanza della Corte stessa facendola apparire come il prodotto di un mercato. A chi con la sua resistenza ha , fino ad ora, impedito la nomina dei due giudici non va dato nessun ringraziamento quello a cui assistiamo non è un mercato ma più semplicemente il boicottaggio di una piccola ma agguerrita parte di parlamentari che nel segreto dell'urna inviano messaggi, neanche poi tanto subliminali, al loro segretario e capo del partito, mi riferisco è ovvio alle due parti non certo ad una sola ! Il termine che lei giustamente sottolinea esaltato dalla stampa non fa che amplificare questa sensazione, quella del mercato ed ecco, come giustamente lei scrive, che il termine quota viene associato, non certo nel migliore dei modi, alle forze che sono obbligate ad arrivare ad un accordo, ecco il termine quota, improprio nel suo concetto ma corretto per l'obbligo di trovare il famoso punto di incontro.
Non è così forse , anche per la elezione del Capo dello Stato ?

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