domenica 12 aprile 2015

La truffa della legge truffa.


Siamo sorpresi e sbigottiti per aver letto su La Repubblica di oggi che la famosa "legge truffa" del 1953 - operazione legislativa tentata dalla DC di De Gasperi e battuta dalle opposizioni di sinistra e di destra - in realtà non fu una legge truffa perché dava un premio al partito o alla coalizione a condizione che avesse ottenuto il 50,1 % dei voti. In altre parole, ciò che per decenni fu chiamata legge truffa democristiana, simbolo di infamia e di imbroglio, in realtà non fu una norma truffaldina perché "non trasformava una minoranza in una maggioranza ma si limitava a rafforzare la maggioranza affinché fosse più solida". Forse chi legge queste brevi note non ha capito bene. Per la prima volta da quando il “fattaccio” fu tentato dalla DC del tempo (1953) si viene a sapere direttamente dalla penna del Direttore Eugenio Scalfari che la DC di allora non tentò un’operazione di sopraffazione della democrazia ma fece tutt’altro, cercando di dare più solidità a chi avesse già preso la maggioranza assoluta. Scalfari evidentemente descrive questo fatto adesso per interesse di parte e non per verità storica, altrimenti avrebbe dovuto scriverlo prima. Il fatto è che a breve si dovrà votare definitivamente la nuova legge elettorale di Renzi, l’Italicum, e il suo articolo è funzionale per attaccare la proposta di legge di Renzi, che, a suo dire, questa si che è una legge truffa mentre quella del ‘53 non lo fu. Questo il fatto di oggi che desideriamo commentare. Ecco la nostra opinione.
Scalfari ha tutto il diritto di citare l’episodio della legge truffa che solo ora si viene a sapere che non fu per niente un inganno. Se le cose stanno così perché allora la si chiamò “legge truffa” con tutto il carico di falsità e ipocrisia iniettato a dosi massicce dal PCI e partiti satelliti del tempo e si fece di tutto perché l’informazione la comunicasse in quanto tale, nascondendone la verità? E se le cose stanno così come descritte da Scalfari oggi, diventa consequenziale dedurre che se al tempo si chiamò legge truffa una ipotesi di legge che invece di un imbroglio fu un’idea onesta e giusta perché noi adesso dovremmo accettare l’idea che l’Italicum è una vera legge truffa? Si dirà che i numeri sono numeri e cioè che il 50,1% è cosa differente dal 40%! Si, ma questo ragionamento sarebbe corretto se al tempo la sinistra avesse detto la verità e non l’avesse coperta dall’imbroglio. Dunque se si è stati imbroglioni prima perché dovremmo accettare l’idea che adesso non lo si è più? Il proverbio dice che “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Appunto. La nostra “migliore” sinistra, quella di Scalfari, di Fassina, di Civati e della Ditta, tanto per intenderci, non ha titolo per parlare di onestà, visto che per più di sessantanni ci ha fatto credere che una legge onesta fosse truffaldina. E poi i Nostri non hanno ancora capito che il “popolo” vuole Renzi non perché Renzi sia uno statista, ma perché è contrario alle idee trappole e truffaldine di questa pseudo sinistra.Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

La diatriba è stantia. Come lo è un avanzo di cibo andato a male come lo è quel filo di grasso che rende, quando è fresco così buono il prosciutto. Girare la frittata è un ottimo esercizio perchè concede al soggetto la possibilità di dichiarare la sua parte, di frittata, di miglior cottura rispetto alla parte avversa. 1953,2015, tra questi due numeri, che poi sono date temporali, vi sono 63 anni di distanza, vi sono contesti, quello mondiale e quello, in particolare, nazionale, completamente diversi. Vogliamo forse paragonare l'Italia di oggi a quella? 63 anni sono il tempo di, circa, di tre generazioni, quasi nessuno aveva la macchina, ci si spostava con il carretto, la Tv era ancora un oggetto da fantascienza, il telefono, per chi lo aveva, era ancora un oggetto che incuteva timore per la sua incredibile capacità di farci comunicare. La società italiana usciva da una guerra, civile e non, le cui ferite ancora sanguinavano. Oggi, con il senno del poi possiamo dire che quella legge poteva essere avveniristica, avrebbe consentito al partito di maggioranza di governare senza i lacciuoli del proporzionale, ma le condizioni di partenza non erano quelle giuste, le condizioni, ideologiche, anche se condivisibili, oggi, allora erano quelle dichiarate di togliere il potere di controllo, alla opposizione che non dimentichiamolo era sopratutto di sinistra, ed aveva collaborato alla stesura della carta Cosituzionale. Opposizione ancora non frantumata in mille dispersivi rivoli. Se l'intento era questo, e lo era, allora la opposizione fu giusta, ma all'intento si deve sommare, per correttezza, il fine allora il fine , oggi si potrebbe anche definire giusto. Se giuste fossero state le condizioni per raggiungere la quota. Sappiamo, oggi, che quelle condizioni così non erano, e successivamente non furono, perchè il nostro Paese doveva restare in un ambito, politico militare, ben definito e, per mantenere quello status, di alleanze e schieramento, non si sarebbero lesinate azioni, che poi conosceremo,che nulla avranno a che fare con la "volontà popolare". Oggi, quindi 63 anni dopo, le condizioni sono cambiate, immaginate perfino il Presidente Usa ha detto che 50 anni di sanzioni non hanno prodotto nulla ed ha stretto la mano all'odiato, si fa per dire, nemico cubano! Oggi, cerchiamo di elencare i punti salienti, non c'è più la cortina di ferro, non c'è più la guerra fredda, non c'è più la Jugoslavia di Tito, non c'è più la Germania divisa, non credo che l'elenco debba continuare sappiamo tutti cosa non c'è più e cosa ancora c'è. Ecco, una cosa che ancora c'è, è la abitudine di nostri bravi professionisti ad occuparsi della frittata, bellissimo e gustoso piatto, facile da preparare. Eppure la memoria è comune, dovrebbe dare a costoro la possibiltà di separare le proprie convinzioni, lecite, dalle conclusioni. Ebbene come la frittata, le conclusioni sono soggette ad essere rivoltate, sia chiaro anche questo lecito, ma ci si aspetta una maggiore equidistanza, pur dichiarandosi, come detto lecitamente, di parte. Peccato !

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