lunedì 29 giugno 2015

Roma non merita.


Non sappiamo come aiutare Roma in questo delicato passaggio della sua storia recente. Sappiamo però che dobbiamo farlo. Lo facciamo pertanto alla nostra maniera, dicendo la verità e non lasciandoci trarre in inganno da chi non le vuole bene. Partiamo subito dicendo che è imbarazzante il modo in cui i media stanno trattando il suo essere capitale e la sua storia contemporanea. Sembra che siano entrate in azione delle iene nell'atto di spolpare un animale in fin di vita. Tutti fanno a gara a parlarne male, a offenderla, a tratteggiarne i vizi con cattiveria e spirito vendicativo dicendo che Roma è diventata una città inguardabile. Roma, in più di due millenni e mezzo, ne ha viste di cotte e di crude. Ed è sempre rinata "più bella che pria". Adesso però è necessario rispettare la verità e rispondere alle malelingue a tono. Diciamo subito che è indispensabile evitare di cadere nel tranello dei personalismi, perché non ci aiutano a trovare la verità. Per esempio è inaccettabile la maniera in cui si attribuiscono con leggerezza le responsabilità politiche del disastro del Comune di Roma se si pensa alla logica dello schieramento e della contrapposizione. Il centrodestra dà la colpa a Marino e al Pd mentre il centrosinistra dà la colpa ad Alemanno e all'ex Pdl. Come può un ignaro “cittadino terzo” schierarsi nella contesa tra i due contendenti? Sulla base di quali dati la vivibilità della città è - se non eccellente come una metropoli scandinava - almeno buona? Dunque, è necessario cambiare l'approccio metodologico. E se avessero entrambi ragione? Cioè se entrambi gli schieramenti politici di governo e di opposizione (Pd ed ex-Pdl al Campidoglio) non avessero fatto le iene, non avessero razziato la città e non avessero manipolato la verità ma, al contrario, se si fossero spesi con lungimiranza e forte senso di generosità ad aiutarla nel suo cammino di progresso e di magnificenza?
Tenendo conto che Marino è stato eletto da poco mentre Alemanno ha dovuto portare il peso di ben cinque anni di duro lavoro da sindaco, spendendosi per sostenere le ragioni della sua maggioranza ad "aiutare" la città, saremmo portati a concludere a favore del centrodestra che si è impegnato di più nel lavoro di trasformazione della città. Dunque, da questo punto di vista quando ci sono due schieramenti che si fronteggiano, e solo chi sta al governo della città può aiutare concretamente Roma e i suoi cittadini mentre l'altro, opponendosi, al massimo può solo controllare. È evidente che Alemanno si è impegnato di più di Marino a fare le cose che più lo interessavano. Tuttavia, se è vero che Marino ha fatto poco c'è da riconoscere che il Gruppo dei Consiglieri Pd al Comune di Roma ha fatto moltissimo, recuperando il gap di Marino, sia con generosità, sia con la passione che li ha sempre contraddistinti per aiutare Roma e i suoi cittadini nel canalizzare flussi di denaro nella "maniera giusta".
Mai crederemo che Pd e Pdl abbiano fatto comunella o, come si suole dire in questi casi, inciucio (nella foto una cena sociale molto inciuciva e poco onlus pubblicata dal sito linkiesta) ai danni della città privilegiando pochi e aiutando molti. Marino ha fatto male a rivelare che Alemanno all'indomani della sua elezione gli ha chiesto se il Pd non gli avesse “detto nulla” per "piazzare" due suoi amici nella macchina consociativa del Comune. È evidente che Marino ha alterato la realtà e si è inventato una capacità di condizionamento da parte del Pd romano al Comune che non esiste. Se c'è un solo appiglio in tutta questa confusione questo, a nostro parere, è l'integrità morale, prima che politica, dei Consiglieri comunali del Pd, ma anche del Pdl, perché entrambi su questo fronte, come si suol dire, "non scherzano". Su loro abbiamo la certezza che sicuramente hanno fatto il loro dovere, aiutando il Comune ad "alleggerirsi" con una dieta di tipo economico-finanziario a favore di altri che ha giovato a settori non parassitari e non lucrativi, per carità, della popolazione. Ci mancherebbe altro.
Non crederemo mai che Alemanno si sia dato da fare per sistemare parenti e amici nelle municipalizzate (Parentopoli è una invenzione dei cattivi media), così come non crederemo mai che alcuni Consiglieri e/o Assessori del Pd abbiano impegnato energie per arricchire se stessi o una ipotetica cupola mafiosa operante nel settore della politica dei migranti e dei Rom. No. Mai. Non possiamo mai credere che il Pd romano sia largamente partecipe allo scandalo Mafia-Capitale. Così come non crederemo mai, come dice un quotidiano che «il commissario del partito, Orfini, ha subìto minacce gravi da personaggi para-mafiosi ed è sotto scorta per tutelarlo. E neanche che Fabrizio Barca e i suoi collaboratori volontari che hanno esaminato, su mandato della direzione del partito, l'attività dei circoli romani giudicandone alcuni buoni, altri mediocri ed altri pessimi, ricevono continuamente crescenti minacce dagli esponenti dei circoli che hanno ricevuto qualifica negativa e anziché correggersi manifestano desideri di vendetta». Sono tutte falsità quelle che in questi mesi raccontano i giornali. Anche perché il personale politico romano a tutti i livelli ha sempre dimostrato dedizione al lavoro, altruismo e forte coscienza etica. E a proposito di improbabili e mai esistite “mafie-capitali” noi non crederemo mai che nella città eterna ci sia stata la consapevolezza da parte di chicchessia dei politici locali (Pd e adesso FdI) di fare come i mafiosi siciliani. Quelli si che fanno muro e sinergicamente compiono crimini in modo consapevole, trasversale e terrificante. Qui a Roma, invece, anche i cittadini che vengono perseguiti ingiustamente dalla legge sono buoni di animo, mai volgari, ligi alle regole, eticamente irreprensibili e molto attaccati ai valori familiari e a un sano nepotismo che in questi casi non guasta mai.
Noi siamo dell'avviso che Roma sia una città ammirevole ed esemplare che produce cittadini sensibili ai codici di comportamento indigeni tali da avere innati quei tratti della personalità in grado di "alleggerire" (nel senso più completo del significato che significa "rendere più leggero un carico o un peso o un salvadanaio") le casse comunali per spendere i finanziamenti a “fin di bene”. Se non è generosità questa qual è la vera generosità? Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Tagliente e sarcastico come non mai. Ma affrontiamo il tema, nulla vieta di pensare ad una consorteria che staziona sulle due sponde, si che alla fine chiunque sia e a qualunque colore politico i cittadini concedono la maggioranza questa è sempre condizionata dalla cricca che, come nelle migliori tradizioni, occupa sia la destra che la sinistra. Come spiegare, altrimenti il coinvolgimento di tutti, ripeto tutti alla spartizione del cadavere ? La cosa non è poi di così eccezionale portata, pensiamoci per un attimo, il sud, questo sud martoriato dalla presenza delle più grandi organizzazioni malavitose, ci ha insegnato la tecnica, essere presenti nei due , o più schieramenti, con personaggi che conquistano l'opinione pubblica. Oggi è facile basta essere o fare i populisti, conquistare il favore del cosidetto popolo ed il gioco è fatto ! Forse il cosidetto consociativismo nasce proprio da questo inquinamento culturale !!
Concordo, nessuno può chiamarsi fuori, al momento ma solo per ragioni contingenti lo potrebbe fare solo il movimento di Grillo, ma ripeto solo perchè loro sono fuori dalle logiche che hanno governato, fino ad ora le cose. Nasce il problema ! Come affrontare questo stato di cose e come renderlo innocuo ? Inutile dire che noi, in primis, dovremmo essere i tutori della cosa, come cittadini ma, altra domanda a quale cittadino ci possiamo rivolgere? Che sia realmente come il termine vuole ? Girarci intorno non risolve i problemi, e questi sono le molteplici, anzi i molteplici interessi che girano intorno ad un ente che è il più grande, in assoluto, datore di lavoro del Lazio. Si parte dalla, sempre presente, lobby delle bancarelle alla mancata vigilanza sulle strade, alle concessioni demaniali a costi irrisori, alle auto pubbliche , al trasporto urbano, la lista è lunga e la soluzione dei problemi non è a portata della bacchetta magica, Dire che è tutta responsabiltà di Alemanno sarebbe scorretto , prima di lui ci sono stati due sindaci di centro sinistra e prima ancora la città fu governata ininterrottamente , per anni da sindaci democristiani, perfino un grande rappresentante del nulla, Carraro fu sindaco. Quello che oggi abbiamo davanti è il frutto del lassismo che si è incancrenito, negli interessi corporativi, e non solo, quindi dire o dare la responsabiltà a Marino è a dir poco ingiusto.

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