domenica 3 gennaio 2016

Alla ricerca del referendum confermativo perfetto.


Sapevamo da tempo che Eugenio Scalfari possiede una sua personalissima ricetta su tutto ciò che riguarda la politica. Ma l’ultima, che i referendum confermativi per valere devono ottenere almeno i 2/3 di partecipazione al voto dei cittadini, ci sembra una vera e propria presunzione. Da quando Berlusconi non è al potere Scalfari non sa più come passare a jurnata e si inventa proposte e idee appartenenti a una forma di Stato che esiste solo nella sua mente, in cui i referendum confermativi relativi a modifiche costituzionali per essere validi devono essere votati a suo giudizio da improbabili maggioranze bulgare.
Il fatto è che Scalfari vorrebbe una Repubblica Italiana in cui a votare sia almeno il 99% degli elettori a ogni competizione elettorale. Dimentica che questo ipotetico Stato, in cui ai referendum confermativi ci vogliono adesioni da regime teologico, dovrebbe prevedere per il cittadino l'obbligo di votare, pena l'ergastolo. E, soprattutto, dimentica che questo Stato, se esiste, si può chiamare solo dittatura.
Lui, liberal chic, innamorato della sua democrazia non riconosce al cittadino neanche il diritto di non andare a votare che è, lo si ricordi bene, identico e speculare a quello di andare a votare! Si sforzi di dimenticare, per qualche ora al giorno, l'idea che Berlusconi si sia camuffato da Renzi per continuare a governare con la solita “dittatura”. Si riposi ed eviti di essere ossessionato dall’idea che Renzi possa modificare la Costituzione con soli due voti su tre.
Prima di concludere una osservazione critica. Molti giornalisti di valore dei quotidiani nazionali stanno facendo a gara per dire la loro sull’idea di Renzi di dimettersi e mollare tutto se non vincerà il referendum confermativo di fine anno. L’aspetto buffo è che metà di queste penne pregiate dice che dimettersi dopo un eventuale fiasco al referendum è sbagliato. L’altra metà dice il contrario e cioè che deve dimettersi senza aspettare una sola ora dall’esito del referendum. Questo dimostra che Renzi qualunque cosa decida ci saranno almeno metà dei giornalisti contrari alla sua decisione, in-di-pen-den-te-men-te da tutto e da tutti.
Ma si può andare avanti in un paese così schizofrenico in cui non ci si mette d’accordo neanche sulla libertà di dimissioni di un premier? Ma fatela finita!

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Mi viene in mente, e chiedo scusa per l'accostamento, Catone il Censore che iniziò in Senato un battaglia contro Scipone, reo, secondo lui, di avere fatto la cresta su un certo bottino. La storia, quella ufficiale non ci ha mai detto se la polemica fosse o no fondata, mentre ci ha detto le ragioni, non dichiarate e sommerse, della stessa. La paura di una troppo larga fama ed il conseguente pericolo della conquista del potere da parte di Scipione stesso attraverso un sovvertimento della struttura dello Stato. La paura era quindi figlia della popolarità dello stesso ed era necessario abbatterlo dal piedistallo di intergità che la sua fama gli dava.
Il ragionamento del Dott. Scalfari non fa una piega, se, come lui scrive,su centomila elettori la metà decide di disertare le urne i restanti saranno coloro che decideranno la sorte delle proposte, in primis. Del governo successivamente, visto che il PdC ha legato l'approvazione alla sua permanenza. Credo di ricordare che la stessa cosa fece il Generale De Gaulle in occasione dela sua modifica Costituzionale, poi respinta.
Come sempre ogni opinione è lecita ma si deve considerare che, non a caso,i Costituenti, esclusero il quorum in occasione di un Referendum confermativo. Da studiarne le motivazioni, a mio avviso. Ma torniamo alla parabola di Scipone, quindi, leggo, il pericolo è che Renzi, se il suo progetto fosse approvato, potrebbe approfittarne per plasmare la Repubblica a sua immagine e somiglianza, insomma un novello duce. Direi un pochino stiracchiata come ipotesi ma, il diritto di declamarla non si può togliere a nessuno, come disse un uomo famoso non sono d'accordo con te ma mi batterò fino alla fine perchè tu possa dire ciò che pensi. Aggiungo io purchè quello che dici sia intelligente.

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