sabato 13 agosto 2016

Atleta italiana sventola la bandiera dell’UE in sede di premiazione olimpica.


Si fa un gran parlare del gesto di Elisa Di Francisca alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, dove la schermitrice marchigiana durante la premiazione come medaglia di argento invece di sventolare la bandiera italiana del suo paese ha sventolato quella dell’Unione Europea con le 12 stelle su sfondo blu. La stampa ha colto subito il gesto e a seconda del pensiero politico che esprimono i rispettivi editori ha lodato o disapprovato il gesto. Premesso che il gesto della schermitrice italiana è stato finora unico nel panorama della storia delle olimpiadi sembra opportuno spendere qualche parola per dire la nostra su questa faccenda. Noi abbiamo provato gioia per il gesto. Siamo dell’avviso che l’atleta italiana è stata coraggiosa.
Il fatto che mai si era verificato un episodio del genere qualcosa deve significare. Ebbene consideriamo l’atto come un gesto di amore non tanto verso l’UE quanto verso gli ideali di unificazione del continente e di solidarietà con tutti i giovani d’Europa. Non sappiamo quanto sarà necessario aspettare ancora affinché il gesto venga ripetuto. Siamo convinti che qualcun altro la farà. Non sappiamo quando, non sappiamo da parte di chi. Sappiamo solo che siamo ottimisti e che sarà un’altra persona coraggiosa che lo ripeterà come esempio e modello di atleta coraggioso/a di alto valore storico e politico.
Ci rifiutiamo di fare polemiche sterili sia con coloro che si dichiarano anti EU e anti euro, sia con coloro che credono in un nazionalismo sfrenato, sregolato ed esagerato. Non è il caso di dare patenti di validità a piccoli estremisti di destra e di sinistra che vagheggiano di italianità e solo di questa in una visione piccolo borghese di neofascismo conservatore e illiberale.
Rimane il fatto che il gesto della brava schermitrice è un piccolo passo che diventerà un grande cammino in futuro per gli europei. Noi siamo ottimisti a pensare che in fondo in fondo si è trattato di ricordare a tutti che l'Europa è il sogno e la realtà delle generazioni del dopo guerra e il futuro per i nostri giovani. Noi italiani dobbiamo solo ringraziare sia la De Francisci sia l’Unione Europea per la loro esistenza che ci hanno salvati la prima da una premiazione incolore e cinerea e la seconda da un possibile disastro economico. Il resto è noia.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma non si è sempre sventolato ai 4 venti ( in maniera ipocrita ) che lo sport non deve entrare nella politica...

Zeno ha detto...

E dov'è la politica? All'UE già apparteniamo liberamente. Mica siamo stati invasi da un esercito straniero e la Di Francisca ga reclamato libertà e democrazia? Forse le è sfuggito un dettaglio: l'Italia è già nell'UE e la bandiera dell'Unione è la bandiera di tutti i cittadini dell'Unione. Dunque non c'è alcuna guerra di liberazione. Te capì?

Jonny Dio ha detto...

Io dico che se la signora in questione pensasse un po' di più a concentrarsi nel suo sport e un po' meno al resto, la premiazione non sarebbe stata nè incolore nè cinerea, perchè avrebbe vinto l'oro. Invece ha preso 7-0 di parziale da una sconosciuta più vecchia di lei nel secondo round in uno sport dove si vince a 15, salvo poi mancare per un soffio una disperata rimonta. L'avrei ringraziata più volentieri per questo che per qualsiasi altra cosa, giusta finchè si vuole, ma non attinente allo sport.
Dissento anche sul fatto che lo stare in Europa ci abbia salvato da un possibile disastro economico, peggio di così si stava solo in tempo di guerra.

Zeno ha detto...

Ora è tutto chiaro. Lei non può soffrire il gesto pro-Unione. Bastava dirlo che non le avrei risposto. Avevo detto che non faccio polemiche. Spero che lei mi scuserà.

Jonny Dio ha detto...

Guardi che non ha capito nulla. Io sono contrario a qualsiasi gesto personalistico di un atleta, quando gareggia con i colori della Nazionale. All'Europa al momento sono favorevole, un domani potrei non esserlo più, non ragionando per partito preso, come lei, non sposo una tesi per la vita.
Io mi riferivo alla parola disastro economico, a me pare che non solo sia arrivato, ma ci siamo ancora dentro fino al collo; non so dove vive lei, ma le posso assicurare che qui, nel ricco e grasso ventre molle dell'Italia che lavora, lo si percepisce eccome nella vita quotidiana. E questo è un fatto. Magari si potrebbe argomentare che lo stare in Europa ci abbia salvato da una catastrofe ancora peggiore o addirittura da una guerra, ma queste sono congetture alle quali nemmeno il migliore esperto saprebbe rispondere con certezza. Non c'è nessuno in grado di prevedere le conseguenze della Brexit, ci vorrebbe il Padreterno per sapere cosa sarebbe successo se non fossimo entrati in Europa, non crede?
Sbandierare, come fa lei, il salvarci da un possibile disastro quando nel disastro ci stiamo vivendo come argomento pro-unione, così, senza controprove, non giova alla causa, anzi la indebolisce. Rifletta su questo.
Già che ci siamo, incominci a rispondere anche a chi non la pensa come lei, non è un gesto molto furbo quello di rispondere a un presunto pregiudizio (rivelatosi poi errato, almeno nel mio caso) con uno vero. Non è costruttivo rispondere solo a chi la pensa al nostro stesso modo.
Cordialmente.

Zeno ha detto...

Caro Jonny Dio,
mi sento a disagio a continuare questa discussione. Attenzione. Il disagio non è dovuto al suo nickname, peraltro abbondantemente al di sopra delle righe che si commenta da solo. No. Il disagio sta nel sapere anticipatamente che la discussione non porterà a nulla di concreto perchè siamo su posizioni molto diverse. Se vuole si legga la mia introduzione nella sezione "I miei viaggi" cliccando sul link (ecco anche l'URL http://zenoaleko.blogspot.it/2004/03/introduzione-alla-sezione-viaggi.html) e troverà la risposta al suo ultimo commento. Se riuscirà a leggerla fino in fondo potrà comprendere quanto io possa essere pro-UE fino al punto da gioire per il coraggio della Di Francisca. La ringrazio dell'interesse mostrato a leggere qualche post del mio blog e la saluto cordialmente.
P.S. Per l'unificazione europea io ho sposato da tempo la "tesi per la vita", indipendentemente dal fatto che si realizzi in modo completo come auspicato dai padri fondatori dell'Europa : Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide De Gasperi, Jean Monnet, Altiero Spinelli, etc.

Jonny Dio ha detto...

Guardi che non sta bene giudicare la gente per come si chiama, è un altro piccolo pregiudizio, e il pregiudizio è sempre nemico del ragionamento. Comunque, per sua informazione, il mio nick non si riferisce all'Onnipotente dei cristiani, ma è, molto più banalmente, un omaggio a Ronnie James Dio, cantante heavy-metal scomparso di recente.
E' vero, siamo su posizioni diametralmente opposte, ma non sull'Europa, sul modo di ragionare: vede, io non sono in grado di sposare alcuna tesi, specie quelle indimostrabili, sono abituato ad avere molti dubbi e a mettere spesso molte cose in discussione, l'appiattimento su idee preconfezionate da altri non fa per me, preferisco sbagliare con la mia testa.
Riguardo al presunto coraggio, la Di Francisca dovrebbe tenerselo per quando non gareggia coi colori della nazione, se di coraggio si può parlare, non era mica la bandiera del Tibet sventolata davanti a un cinese, non mi pare poi un gesto così coraggioso. Se no ogni medagliato avrebbe il diritto di fare il suo show, se lo immagina? Quello col bimbo malato di cancro, quello con la giusta causa e quello con quella sbagliata; ma è un'Olimpiade, non giochi senza frontiere.

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