sabato 3 dicembre 2016

Referendum costituzionale e schifezze varie.


Un bellissimo strumento musicale messo nelle mani giuste può far diventare uno spartito una sinfonia musicale stupefacente. Un bellissimo strumento politico invece messo nelle mani sbagliate diventa certamente una schifezza e solo una schifezza.
Ecco il problema degli italiani in questo scorcio di anno del 2016: al referendum di domani 4 dicembre 2016 se non viene trovata la risposta giusta si rischia di portare il paese alla rottura dell’idea comune di popolo. Di questo si tratta. La trasformazione del referendum da strumento politico ad accorgimento tecnico per scardinare il governo è un pericolo gravissimo.
Il referendum di per se è un bellissimo strumento politico che potrebbe migliorare molto la vita dei cittadini ma se utilizzato male e per fini diversi da quello istituzionale per cui è stato concepito può diventare uno stupro a tutti gli effetti della mentalità politica della popolazione italiana.
Alla voce Referendum il dizionario della lingua e della civiltà italiana del De Felice recita:
«forma e istituto di democrazia diretta per cui tutto l’elettorato decide con il voto su problemi dell’ordinamento costituzionale e giuridico dello Stato».
Da nessuna parte c’è scritto che un referendum serve per "mandare a casa" un Presidente del Consiglio col suo governo. In tutte le nazioni del mondo i referendum valgono per quello che chiedono ai cittadini, come ha ben detto Emidio De Felice nel suo dizionario. Solo in Italia le regole non valgono. Qui, “dicesi” referendum «quell’istituto elettorale che fa apparentemente votare i cittadini su un quesito costituzionale con lo scopo sottinteso di servire e far dimettere il Capo del governo». Ma vi pare normale questo fatto? A noi sembra una imposizione fuori da qualunque regola.
Il referendum dovrebbe essere, a nostro parere, un evento bellissimo, affascinante perché dovrebbe risvegliare nei cittadini il desiderio, la consapevolezza e la coscienza della partecipazione diretta alle scelte politiche del paese in sinergia col Parlamento. Dovrebbe essere una festa, una cornice di festeggiamento a un evento che unisce e non divide.
In Italia tutto questo non vale perché Referendum significa altro.
Come abbiamo potuto notare in questo ultimo mese di campagna referendaria, referendum significa vomitare dalla parte del no improperi, accuse indimostrabili e offese di tutte le maniere mentre da parte del si tentativo malriuscito di chiedere di discutere del cosiddetto “merito” della riforma, senza apprezzabili risultati. Alla fine purtroppo quello che conta non è il risultato del dibattito - cioè conoscenza, sapere e partecipazione della riforma costituzionale - ma cosa farà il Presidente del Consiglio se perde.
Tutti i partiti e i loro onorevoli hanno in questa campagna referendaria mostrato il lato peggiore di se stessi e hanno confermato che in questo paese non basta una riforma costituzionale, anche la più bella possibile, perché il livello socio-culturale dei suoi cittadini è così mediocre, inadeguato e carente che saltano le stesse regole. Si tratta di una gigantesca vergogna nazionale in cui quasi tutti i contendenti sono caduti nel trappolone dell’astuzia dei capi popolo demagoghi e populisti ai quali non interessa un fico secco del dopo voto. La dimostrazione sta nell'invito a votare con "la pancia". Per rimanere in tema è semplicemente stomachevole.
Finalmente è finita. Non se ne poteva più. Ma che fatica e quanta frustrazione ha portato con se questo terremoto culturale e metodologico che ha distrutto una ordinata vita sociale in un cumulo di macerie alla stessa maniera di un terremoto sismico.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Il termine "onorevole" non ha nulla di qualificativo se riferito a personaggi che, pur sedendo in Parlamento, pur, legittimamente, difendendo una idea di Costituzione la violentano nei fatti e nelle dichiarazioni.
Come detto è legittimo dissentire, ci mancherebbe altro, ma non è legittimo per questo travisare quella che è la realtà. Definendo questo parlamento illeggittimo, continuando a dichiarare l'attuale Primo Ministro non eletto da nessuno, insomma sono dei capisaldi della nostra Carta Costituzionale, che essi stessi definiscono, con altera superbia, la più bella del mondo. Come se vi fosse una graduatoria di bellezza per una carta dei diritti. Si, finalmente è finita, vedremo se saranno capaci, in caso di vittoria a fare quel miracolo che in trenta anni non sono stati capaci di fare, vedremo se in caso di vittoria faranno quello che è ancora più difficile di questo, riuscire ad andare d'accordo. Spero di non doverlo vedere !

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