martedì 7 marzo 2017

Elezioni politiche e sfrontatezze dei partiti del voto subito.


Le cose sono messe così: molti partiti e partitini chiedono elezioni subito. Il governo e la sua maggioranza dicono no. Giustificano il loro no affermando che la continuazione della legislatura permetterebbe di cambiare la legge elettorale e risolvere il problema dell’incertezza del risultato. Quali sono i partiti che aderiscono a una delle due posizioni è ininfluente. Quello che è importante è un altro aspetto, dove si annidano le meschinità e le sfrontatezze dei politici del voto subito.
Noi siamo dell’avviso che se ci fosse una legge elettorale che permettesse di eleggere sicuramente un premier con la sua maggioranza saremmo d’accordo. Ma le cose non stanno così ed è qui che cade l’asino. Fuor di metafora Grillo e Salvini, Meloni e l’arcipelago della sinistra massimalista vogliono le elezioni ora e subito. Francamente non si capisce quale sia il limite dell’onestà intellettuale da quello del ragionamento politico. Che interesse può avere un partito che a costo di elezioni subito si ritroverà ad avere un Parlamento senza maggioranza?
Chiedere le elezioni è lecito ma c’è un limite che riguarda il fatto che se con l’attuale legge elettorale disorganica e rappezzata dalle sentenze della Corte Costituzionale non viene fuori una maggioranza che facciamo poi? Roteiamo i pollici copiando gli spagnoli? Oppure più correttamente e onestamente non è meglio costringere i partiti a chiarire la loro posizione prima delle elezioni?
Chiarire questa faccenda è fondamentale perché a nostro parere potrà emergere in tutta la sua forza dirompente la disonestà intellettuale di alcuni leader politici che si nascondono dietro alla cantilena delle "elezioni subito".
Ci viene da aggiungere poi che la stampa italiana non informa correttamente i cittadini. Abbiamo una stampa inadeguata che si interessa solo dei guai giudiziari dei leader politici e non incalza gli stessi a dire la loro su questo punto importante. La domanda è sempre la stessa: qualora il risultato elettorale impedisse la formazione di un governo con una maggioranza sicura ogni partito, prima delle elezioni, dovrebbe dire obbligatoriamente a quale delle coalizioni aderirà per la formazione di una maggioranza di governo.
Un esempio: ammettiamo che dopo le elezioni nessuno dei partiti raggiunge la maggioranza. A questo punto dovrebbe scattare un preaccordo che impone l’obbligo ai partiti di sostenere una delle possibili coalizioni che supera il 51%. Chi non lo fa perde un giro perché non potrà presentarsi alla prossima tornata elettorale.
Più chiaramente Grillo deve dire che se non raggiunge il 51% da solo a quale coalizione aderirà dopo le elezioni per formare il nuovo governo. Lo stesso dicasi per tutti gli altri leader da Renzi a Berlusconi, e via discorrendo. Nessun giornalista finora ha mai fatto queste domande ai politici. Colpa della insufficienza dei giornalisti o della sfrontatezza dei leader politici? C’è una terza soluzione: colpa di entrambi. Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

La sua proposta toglie dall'arco le frecce della demagogia populista. Come potrebbe Grillo, a proposito con quale mandato egli potrebbe? Torniamo al ragionamento, come potrebbe Grillo dire, se non raggiungiamo la maggioranza faremo alleanza con...converrà che un discorso simile non è fattibile. Stessa cosa, sia chiaro, ma con le necessarie differenze per tutti gli altri. Ecco che si ripresenta quello che la modifica Costituzionale cercò di eliminare. Per chiudere, aspetto, ancora, pazientemente che coloro che ipotizzarono pochi giorni per la nuova legge elettorale, prima cdl referendum, oggi sappiano farla, o possano.

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