venerdì 10 aprile 2009

Sindaco Alemanno: se ci sei batti un colpo!

Vogliamo essere chiari e schematici per evitare confusioni. Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno finora, almeno dal punto di vista della vivibilità della capitale, non ha fatto niente, assolutamente niente. Questa accusa è precisa e la confermeremo con un esempio concreto. Prima però vogliamo informare chi ci legge che il Sindaco Alemanno non sta mantenendo le promesse elettorali. E se non le sta mantenendo adesso che siamo nei primi mesi del suo mandato di primo cittadino, negli anni a venire forse sarà peggio. Ecco perché è necessario dire le cose come stanno. La vita dei cittadini di Roma è diventata ancora più precaria di prima. Qui a Roma non funziona quasi nulla. Il traffico è sempre più impazzito e gli automobilisti danno il peggio di loro stessi nella guida, nei parcheggi e nell’inosservanza delle regole. I vigili urbani sono spariti dalla circolazione. Non se ne vede uno solo a fare il suo lavoro, che è poi quello di gestire il traffico. Lanciamo pertanto un altolà al Sindaco, sollecitandolo sul lato debole del suo ruolo: quello di essere un politico di destra. Per favore Alemanno, faccia qualcosa di destra perché la città di Roma continua a non permettere ai suoi cittadini di vivere come in una normale città europea. La realtà è che Roma sta manifestando sempre di più comportamenti rozzi e primitivi a causa di molti suoi abitanti indigeni. Ecco un esempio che la dice lunga sul malfunzionamento della macchina dei servizi relativi al traffico e alla gestione dei vigili urbani a Roma. Alcune mattine fa in una strada consolare della capitale, la Via Appia Nuova, uscendo dalla metropolitana notiamo una decina di autovetture in doppia fila e addirittura due Suv posteggiati sul marciapiedi. Osservando la difficoltà di alcuni anziani che dovevano attraversare la strada scorgiamo una coppia di vigili lì vicino. Ci dirigiamo prontamente verso di loro facendo notare che era necessario fare delle contravvenzioni, non foss’altro che “per motivi educativi”. Uno dei due vigili tergiversa e incalzato ci confessa candidamente che "fanno tutti così" e che era inutile fare delle multe perché non sarebbe cambiato nulla. Abbiamo insistito e alla fine abbiamo scoperto che a loro interessava poco fare le multe perché a loro dire "l’educazione ai romani gliela dovevano insegnare le loro famiglie e non i vigili urbani". Abbiamo concluso dicendo loro che quella sera, prima di addormentarsi, avrebbero fatto bene a pensare se i veri responsabili del grado di inciviltà dei romani erano solo le famiglie degli automobilisti oppure altri che non facevano il loro dovere. Ci hanno risposto con ironia che avrebbero preso appunti per i "pensierini notturni" ma non per le contravvenzioni. Egregio Sindaco Alemanno, se i romani non osservano le norme del codice della strada è perché i Sindaci di Roma, tutti quanti, di sinistra e di destra, di oggi e di allora, non hanno mai fatto il loro dovere. I colpevoli del degrado romano hanno dei nomi e cognomi precisi che sono, senza andare troppo indietro nel tempo, i seguenti: Francesco Rutelli, Walter Veltroni e, adesso, Lei caro Gianni Alemanno. Non faccia il finto tonto perché se i vigili urbani di Roma, che hanno poco di urbano e molto di inurbano e che per pigrizia o per incapacità non fanno il loro dovere rispondendo alle critiche con argomenti inverosimili come quelli che abbiamo ascoltato con le nostre orecchie allora vuol dire che le cose sono messe veramente male. La invitiamo pertanto a prendere provvedimenti per far ritornare i vigili in strada e far fare loro il lavoro per cui sono pagati. Altrimenti vorrà dire che lei sarà il principale responsabile del grado di inciviltà della città. E una di queste sere, per favore, prima di prendere sonno al posto dei due suoi vigili, ci pensi un tantino e trovi il tempo di vergognarsi se le cose continueranno ad andare così male come nella sua città. E si ricordi che le ragioni di carattere educativo accennate sopra stanno tutte nella efficacissima massima di Seneca che dice: Bonis nocet qui malis parcet e cioè che "chi risparmia i malvagi danneggia i buoni". Se lo ricordi.

1 commento:

marco ha detto...

giusto zeno ma più che sottolineare le colpe del sindaco di turno vorrei riproporti la tua giusta considerazione socio-culturale sull'abbrutimento di pasoliniana memoria di questa società non dei consumi ma degli animali con tutto il rispetto per quest'ultimi con la rinuncia alle categorie e alle carratteristiche proprie dell'uomo in primis la dignità della persona che si esprime anche nel mancato senso civico solidale

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