In genere i test sono domande che un autore pone agli altri su un tema specifico per ottenere una risposta dalla quale valutare una performance. Per esempio, un classico test potrebbe essere questo: “Un corpo cade liberamente nel vuoto. Quant'è la distanza percorsa dopo 1 secondo”? Oppure: “Se al numero 0,888 si addiziona un solo centesimo si ottiene 0,898. Si o no”? Infine: “Quale è la seconda persona singolare del congiuntivo imperfetto del verbo ergere”? L'altro giorno sono stato protagonista di un autotest, cioè di un test costruito da me, per me stesso. Curioso no? Volevo misurare la mia performance relativamente alla conoscenza che ho della localizzazione di alcuni miei obiettivi di viaggio. Bene. Anzi, male. Non ha funzionato, almeno sotto il profilo dei risultati. Sono andato malissimo. Perché? Perché la mia autovalutazione è stata un disastro. Insomma, ho scoperto di non essere preparato. Dunque sarei, come si dice dal punto di vista docimologico, impreparato a fare escursioni all’estero perché “ignorante” nella geografia dei viaggi e pertanto non all’altezza di viaggiare. Nonostante in questo periodo l’economia mondiale non vada bene, ansia e preoccupazione per il mio futuro finanziario non ne ho. Mi sento consapevole di essere un soggetto equilibrato che contiene le spese, ho l’abitudine di fare sempre delle economie di bilancio e quando devo fare delle spese cerco sempre di risparmiare. In ogni caso, non sono preoccupato per le mie entrate, che sono comunque limitate, ma sono letteralmente sgomento per l'inaccettabile risultato ottenuto nell’autotest. Questo si, lo ammetto, mi ha depresso. Di che si tratta? Curiosi, vero? Bene, adesso vi dirò. Si tratta di un test che prevede di individuare su una cartina dell'Europa fisica la posizione delle città mie mete di viaggio. La cartina fisica è quella che io definisco “antipatica”, perchè non ci sono linee di demarcazione tra i confini degli Stati e mancano del tutto i puntini più o meno grandi delle città. Dicevo che ho preso una cartina del genere ed ho voluto misurare la mia preparazione relativa alla localizzazione delle capitali dei ventisette Stati dell'Unione Europea. Facile direte voi. In fondo in fondo, stiamo parlando di casa nostra, cioè del nostro continente e della nostra nazione. Dicevo, dunque, che ho preso la matita, ho puntato la punta sul foglio ed ho proceduto a disegnare per primo il puntino di Roma. La mente è corsa al nome della capitale italiana e mi sono chiesto se era meglio scrivere Roma o Rome in inglese. E’ più chic, mi dissi, scrivere Rome al posto di Roma. Ma poi, mi chiesi, siccome lo Stato più importante dell'Unione è, dal punto di vista del numero degli abitanti, la Germania forse era il caso di mettere Rom invece di Roma o Rome. Sapete, i numeri sono molto importanti, come per esempio chi tiene aggiornato il proprio blog e conta con attenzione giornaliera il numero dei visitatori. Si, mi dissi, forse è meglio privilegiare il nome tedesco. In un baleno mi venne in mente che Berlino è la capitale della Germania e mi chiesi dove fosse. E qui cominciarono i guai. Dove si trova questo benedetto posto in cui gli antenati degli attuale berlinesi hanno edificato la bellissima Berlino con la sua spettacolare Porta di Brandemburgo? A proposito, mi chiesi, devo scrivere Berlino o Berlin? E gli abitanti di Berlino si chiamano berlinesi o berliners alla maniera dei dubliners di James Joyce? Quando JFK andò a Berlin non disse la celebre frase “mi sento berlinese” ma disse letteralmente Ich bin ein Berliner. Vero? Dunque, cosa scelgo? Un brivido mi colse per ciò che mi stava venendo in mente. Ma allora, quando devo scrivere Sofia dovrei usare l'alfabeto cirillico e scrivere Cофия, che traslitterato dovrebbe essere Sofija e non Sofia. Perbacco, pensai, ma allora Lubiana non si scrive così ma più correttamente Ljubljana. E dove sarà localizzata Praga o meglio Praha, e Atene o Athens o meglio ancora Αθήνα? Dove si trovano esattamente tutte queste città? E Nicosia, o meglio, Lefkosia in greco-cipriota o Lefkoşa in turco-cipriota? E se in quest'ultimo caso sbaglio la localizzazione di qualche chilometro sulla cartina della capitale cipriota, non è che andando nell’isola di Afrodite rischio di trovarmi nelle mani dei militari turchi che mi rimanderebbero indietro attraverso il passaggio di Via Ledra ai loro colleghi greco-ciprioti? E questi ultimi non è che mi aggrediranno a parolacce con fare indagatore del tipo “tu essere italiano! tu essere come Berlusconi, mafia e conflitto di interessi”? Perché quando sono stato nella bella capitale cipriota, non ci crederete, ma mi è successo proprio questo. Un poliziotto greco-cipriota dopo aver visto il mio nome scritto sul passaporto, mi apostrofò e, in mezzo a decine di turisti increduli, mi gridò tutta la sua rabbia per essere io connazionale del nostro Presidente del Consiglio. Probabilmente, lo fece perché Berlusconi è amico del Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdoğan; ed è noto che turchi e greco-ciprioti non si amano. Mio malgrado mi è successo quello che, nel suo interessante libro Non sparate sul turista Duccio Canestrini afferma che “il turista si trova ad essere identificato come corresponsabile della politica, sia interna sia esterna, del proprio paese d’origine”. A pensare a quella scena avvenuta al varco della linea di confine cipriota stavo ricadendo in depressione, con qualche accenno di attacco di panico. Guardando la cartina geografica, deturpata da punti e linee che sembravano essere stati disegnati da uno schizofrenico viaggiatore al rientro da un viaggio all’aeroporto di Fiumicino in concomitanza dell’ultima “vertenza Alitalia”, sconsolato mi dissi: “e poi dicono che la geografia è una materia facile”! Ma mi ripresi subito, con una promessa: devo andare a Sofia (o Sofija, o Cофия) per colmare questa lacuna e imparare meglio dove essa si trova. E quando arriverò nella piazza principale, guarderò il mio cellulare ultramoderno che mi darà le coordinate della bella città con i valori della latitudine e della longitudine. Così non sbaglierò più e risolverò meglio il prossimo autotest sui viaggi. Ma poi mi venne un altro brivido, al solo pensare che i due numeretti che i cellulari visualizzano nel piccolo display, in realtà hanno davanti a sè o il segno più o il segno meno, per indicare da quale parte del meridiano e dell’equatore si trova il luogo scelto. Mamma mia mi dissi, alla maniera degli Abba nel film con Meryl Streep, fare viaggi sta diventando tanto difficile che è necessario avere una laurea in matematica per poter interpretare i segni della latitudine e longitudine della mia meta di viaggio. Fra non molto dovremo conoscere i logaritmi di Nepero e le matrici quantistiche di Heisemberg per poter viaggiare; ed io, francamente, non me la sento di mettermi a studiare matematica e fisica. Mi sentirò ancora in grado di viaggiare in maniera tradizionale oppure, per il prossimo viaggio, dovrò aspettare il teletrasporto?
domenica 5 aprile 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Ti auguro una Pasqua serena e radiosa
Posta un commento