giovedì 15 maggio 2003

Uguaglianza e valori.

A sentire ripetutamente le alte cariche dello Stato, che ci ricordano in ogni occasione che alla base della politica dei partiti presenti in Parlamento vi è la condivisione dei valori della Nazione e che le polemiche aspre e puntigliose attualmente in atto non minano il tessuto sociale del Paese, rimane un senso di frustazione e di irritazione. Io credo che questi discorsi siano profondamente sgradevoli perchè in un Paese normale tutte queste attente e certosine valutazioni sono scontate e in nessun caso vengono ripetute. Allora perchè in Italia i Presidenti della Repubblica, del Senato e della Camera avvertono l'esigenza, ad ogni piè sospinto, di ripetere queste cose come una litania?
C'è una sola ragione: perchè non è vero! Non è vero, cioè, che tutti i partiti presenti in Parlamento condividono il senso di giustizia contenuto nella Costituzione. Non è vero che i due schieramenti considerano alcuni valori fondanti della Nazione condivisi da tutti. Vogliamo fare qualche esempio? Cominciamo dal Polo. Non è vero che tutti i cittadini sono uguali. In realtà, per il Polo, ve ne sono alcuni, uno o due, che sono più uguali degli altri, nel senso che le leggi valgono per tutti meno che per questi. Se questo è condividere il valore che la legge è uguale per tutti .... Altro esempio la questione vergognosa dei condoni.
Siamo sempre alle solite. Qui si tenta di far passare come necessario il provvedimento legislativo che prevede che le persone oneste paghino per intero mentre i disonesti possono cavarsela se lo vogliono pagando solo il 10% del dovuto. Incredibile! Invece di perseguire con precisione e costanza i mascalzoni si premiano questi ultimi e si fanno fessi gli onesti. Capperi che uguaglianza! Andiamo a sinistra. Qui il rifiuto è meno facile da rilevare perchè i girotondini di sinistra sono maestri nel nascondere le loro vere intenzioni. Lo dimostrano chiaramente i fatti di Genova di due anni fa quando si è difesa fino in fondo l'idea che i manifestanti violenti e pieni di furore avessero comunque sempre ragione e la polizia sempre torto. In particolare quando si voleva accusare il carabiniere che ha sparato per difendersi dalla vile aggressione che gli stava costando la vita. Dunque, anche qui i manifestanti avevano sempre ragione e la polizia sempre torto, alla faccia dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla giustizia. Altro esempio quello di cercare di aiutare a tutti i costi i detenuti che hanno commesso reati, proponendo a Roma un Difensore Civico dei detenuti, quando ancora non si vede nulla di concreto per il Difensore Civico degli onesti! Qui si ribalta la situazione: si tende a far diventare uguali i ladri e gli onesti: capperi che sfacciataggine! Vedete voi se non è cosi'.

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