mercoledì 2 luglio 2003

Un illustre assente.

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, accompagnato dalla consorte signora Franca, ha concluso ieri la sua visita a Sondrio in occasione della commemorazione di Ezio Vanoni, l’uomo politico valtellinese che fu tra i protagonisti del miracolo economico italiano del secondo dopoguerra. Si è trattato d’una visita ufficiale, caratterizzata, tra l’altro, dagl’incontri che il Presidente ha avuto coi sindaci dei comuni che hanno subito danni durante le alluvioni del novembre 2002. Il Presidente della Repubblica è stato accolto dalle Autorità cittadine, dal neosindaco Bianca Bianchini, dal presidente della Provincia, l’immarcescibile Eugenio Tarabini, un ex-democristiano che oggi veste i panni del grande stratega dell’autonomismo retico, dal Governatore della Lombardia Formigoni, dal Ministro dell’Economia, il celeberrimo fratello del farmacista Lampadina. Naturalmente c’è stato un bagno di folla (assai contenuto, per la verità), durante il percorso che dalla Prefettura porta al cinema Pedretti ( chiuso da anni, a causa d’una gestione fallimentare, e che per l’occasione è stato alla bell’e meglio riaperto per l’importante avvenimento: porte dipinte a nuovo, la sala addobbata a tempo di record…) coi bambini dell’Oratorio S.Cuore che sventolavano le bandierine tricolori distribuite in precedenza dai prodi alpini valtellinesi, la piazza Garibaldi transennata, applausi, strette di mano, cori di evviva… Alle 11 il Presidente Ciampi prendeva la parola, all’interno del Pedretti, davanti alle numerose Autorità, civili e religiose (era presente il vescovo Maggiolini, della diocesi di Como). Questo al mattino; al pomeriggio ulteriore intervento, durante la commemorazione vera e propria di Vanoni. Come al solito, s’è levato l’eterno grido di dolore del mondo politico valtellinese, che risuona pressoché invariato da almeno 30 anni a questa parte: la statale 38 è inadeguata, occorre una nuova strada, magari a 4 corsie, per lo sviluppo turistico della nostra valle, e Ciampi a promettere un suo interessamento, che effettivamente la Valtellina lo merita, essendo una nicchia di civiltà, e poi i suoi prodotti, la bresaola, i pizzoccheri, il vino e altre amenità del genere. E potremmo continuare su questo tono per molte righe ancora. Invece qui ci fermiamo, perché ci preme dire subito la ragione di questa noterella: è l’indignazione. Il fatto è che per tutta la durata della visita c’è stato un grande assente: l’inno di Mameli! Né in piazza Garibaldi durante l’ingresso del Presidente, né all’interno del Pedretti prima della conferenza si sono udite le note dell’inno nazionale. Si', per quanto possa apparire incredibile, gli organizzatori del cerimoniale non ne hanno previsto l’esecuzione ! E francamente ci sembra una cosa insopportabile, quasi uno sgarbo bell’e buono fatto al Capo dello Stato, una cosa indegna… Si sarebbe potuto risolvere il problema chiamando una banda, o facendo ricorso al rinomato coro alpino Cai. Dove invece gli organizzatori hanno mostrato una grande sensibilità, è stato nell’aver coperto con un telo bianco l’insegna del vicino night club! Davvero sublime, non c’è che dire, autentica cima abissale di bacchettonismo e perbenismo! Eppure, si vorrebbe capire il perché di una simile “dimenticanza”. Già; ma si tratta davvero di una semplice dimenticanza, o forse c’è dell’altro? Il dubbio possono scioglierlo (se lo vogliono) i veri responsabili dell’organizzazione, e cioè il presidente della provincia e il neo sindaco di Sondrio. Spiegheranno l’arcano? Lo speriamo, seppure con un po’ di scetticismo.

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