martedì 20 novembre 2007

I Savoia vogliono 260 milioni per i danni dell'esilio.




Il fatto del giorno è la richiesta degli ex-reali d'Italia Vittorio Emanuele di Savoia e del suo bel biondo figliolo Emanuele Filiberto che, a loro dire, lesi nei loro interessi, accusano la Repubblica Italiana di violazione dei diritti fondamentali dell'uomo stabiliti dalla Convenzione europea per i 54 anni di esilio dei Savoia sanciti dalla Costituzione italiana.
Cosa dire di questa richiesta? Diciamo la verità: da persone sconclusionate come sono questa coppietta non c'era da aspettarsi nulla di buono. Quello che disarma di questi due è che abbiano trovato il coraggio di chiedere una somma di denaro allo stesso Stato che li ha riaccolti nonostante una disposizione della Costituzione lo vietasse. Hanno avuto la sfacciataggine di richiedere i danni morali quando i loro familiari di danni agli italiani ne hanno fatto a bizzeffe. Che dire di quel Vittorio Emanuele II che se la diede a gambe levate quando si profilò all'orizzonte la sconfitta del suo esercito con milioni di giovani italiani buttati nella guerra senza armi e abbigliamento adeguato solo per fare un favore alla "prima donna" Mussolini? Cosa dire delle leggi razziali e della dittatura fascista accettata senza battere ciglio da una famiglia inconcludente e incapace? Meglio fare silenzio su questa spudorata uscita del duo Savoia.

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