mercoledì 28 aprile 2010

Gesto vergognoso di una folla calabrese.

Oggi vogliamo parlare in modo riprovevole della Calabria (ma è lo stesso per la Sicilia e la Campania) e della maggior parte dei suoi abitanti, in relazione agli applausi dati da una folla urlante e arrabbiata a un boss arrestato dalla polizia e già condannato all'ergastolo. Il fatto, apparentemente normale, è che il boss è stato catturato dalle forze dell'ordine e trasferito nelle carceri. Non dovrebbe esserci nulla di strano nell’arresto di un criminale. La stranezza, se la vogliamo chiamare così, è che la folla, dopo la cattura, lo ha applaudito affermando che è un uomo “di pace” e una brava persona. Dunque, la gente comune, compresi molti giovani, hanno fatto ressa davanti alla Questura per manifestare al boss solidarietà. Questo l’accaduto e adesso passiamo alla nostra opinione. Abbiamo più di una volta commentato analoghi fatti che accadono “sempre” nel profondo Sud e ”mai” nel profondo Nord. Un motivo ci deve essere se i comportamenti della gente comune di queste due aree geografiche sono diametralmente opposti. Da una parte ci sono coloro che festeggiano “per” la polizia che ha svolto un eccellente lavoro e dall'altro si festeggia il boss “contro” la polizia. Vi sembra normale? Se si, allora siamo combinati male. Se no, allora discutiamone e prendiamo i provvedimenti necessari. E' alla portata di tutti l’evidente conclusione che c'è “un problema”. Ora, quando c'è un problema una persona razionale cerca di risolverlo, in modo tale che non si verifichi più. E qui cade l'asino, perché nel Meridione nessuno risolve questo problema. Anzi, fatto molto più grave, in molti si oppongono. Eppure quando la casa sta allagando tutti, dico tutti i componenti della famiglia che vi abita e i vicini, si danno da fare per eliminare non solo l'acqua ma la fonte dell'allagamento (per evitare che la casa possa allagarsi ancora di più). La metafora è utile per rilevare che, per quanto riguarda la delinquenza, nessuno opera secondo lo schema precedente. Perché? La risposta sta sia nel modello di società che il Sud si è dato nei decenni passati, sia nella propensione degli italiani a non voler rispettare le regole, soprattutto al Sud, che perpetua una logica anti-valoriale di cui le manifestazioni sopra ricordate ne confermano l’esistenza in tutta la sua drammatica evidenza. Questo modello di società è profondamente sbagliato perché ribalta i valori e crea inciviltà a getto continuo con conseguenze deleterie su tutta la società. Addirittura nessuno se lo pone. Vogliamo fare un po' di nomi dei responsabili? I Sindaci e gli organi municipali dei paesi in cui si verificano questi vergognosi episodi di solidarietà alla delinquenza, che non fanno campagne pubblicitarie martellanti contro il fenomeno, né sviluppano progetti educativi volti a modificare le abitudini sbagliate dei cittadini. La società civile tutta, indistintamente, evita di farsi carico del problema. La Chiesa cattolica e i partiti politici che non intervengono a nessun livello in modo netto e concreto a combattere il fenomeno di degrado del senso civico. La scuola e le autorità scolastiche a tutti i livelli (ah! insegnanti da strapazzo) che non fanno nulla per educare i giovani a seguire comportamenti più civili e costituzionalmente più adeguati. Insomma, praticamente tutti coloro che hanno responsabilità hanno colpe gravissime. Un popolo di inetti e di incivili fa finta di niente. E poi si critica il cantante romano Antonello Venditti che a proposito dei calabresi, in modo provocatorio, ebbe a dire: “ma perché Dio creò la Calabria”? Saremmo grati a quei calabresi che hanno il coraggio di rispondere alle nostre critiche e ci scrivessero dicendoci dove, a loro giudizio, sbagliamo e perché! E’ una sfida che lanciamo sicuri di essere da stimolo alla riflessione critica.

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