I dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate sono indegni di un paese che si professa civile. 100 miliardi di euro evasi al fisco da chi li può evadere. Stiamo parlando non certo di pensionati e lavoratori dipendenti, pubblici e privati che dir si voglia, che le tasse sono costretti a pagarle fino all’ultimo centesimo perché tassate alla fonte. Stiamo, viceversa, parlando dei veri evasori o evasori doc, di quelli - per intenderci - che dichiarano al fisco di avere guadagnato in media in un anno appena più di 15000 euro di imponibile Irpef, addirittura meno di quanto guadagna un bidello. Chi sono costoro? Sono medici, avvocati, industriali, liberi professionisti e autonomi. Perché evadono? Per due motivi. Il primo è che loro si sentono furbi. Novelli Narcisi lo fanno per dimostrare a loro stessi che la furbizia di cui sono legittimi possessori non consente loro di pagare le tasse come i miseri impiegati e operai. Sarebbe inconcepibile confondersi con quei “tonti” dei lavoratori dipendenti che pagano le tasse alla fonte. Il secondo motivo è che loro non si riconoscono in questo Stato e in questa Società. Ne sono mille miglia lontani perché pensano solo al proprio interesse e qualunque discorso etico non li riguarda. Anzi, li infastidisce. Loro sono indifferenti ai problemi della società, se ne infischiano delle sofferenze e dei sacrifici dei più deboli, non si sentono rappresentati che solo da una classe politica che solidarizza con le loro esigenze. Vivono per essere diversi dai comuni mortali. Hanno frequentazioni da alta società e non si mescolano con i comuni mortali. E vanno a messa ogni domenica. Non hanno il senso delle Istituzioni, vedono solo i propri problemi e danno voti e contributi solo ai politici che rappresentano i loro interessi. Naturalmente la parte politica che fa i loro interessi è la destra di Berlusconi, che si è identificata in loro più di quanto costoro avessero potuto sperare. Lo dimostrano le quotidiane scoperte degli inquirenti con le intercettazioni telefoniche. Questo è il fatto che desideriamo commentare oggi, brevemente. Vogliamo proporre una sola considerazione. Noi crediamo che in politica tutto questo cinismo di questo ceto agiato sia ammissibile ancorché riprovevole. Quello che riteniamo essere, viceversa, inaccettabile è che a questa cordata di “liberi mascalzoni” venga dato supporto politico e, soprattutto, elettorale dalle Autorità religiose della Chiesa Cattolica. Ciò che noi non possiamo tollerare è che la voce di Gesù Cristo, di Colui cioè che disse “spogliatevi dei vostri beni materiali e venite con me”, sia sistematicamente violata proprio dalle Gerarchie cattoliche che invece di pretendere da Berlusconi & C. l’impegno a essere onesti, a non approfittare dei vantaggi della Casta, ad aiutare i meno fortunati e di lavorare per il bene della collettività, al contrario, tacciono con un assordante silenzio e raccolgono i benefici di questa loro solidarietà con Silvio Berlusconi mediante i tanti episodi di scambio di favori, come per esempio, per citare due soli episodi, l’esenzione del l’Ici degli immobili della Chiesa cattolica adibiti ad alberghi e ristoranti e l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica nella scuola statale. Di questi fatti ne vogliamo parlare oppure facciamo finta di niente? Ipocriti. Ecco chi sono tutti coloro che fanno finta di niente. Ma era così anche ai tempi di Gesù Cristo, il quale li chiamò, per nome e cognome, proprio ipocriti.
domenica 18 luglio 2010
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1 commento:
Bella affermazione riguardante la chiesa cattolica. Mi permetto di dissentire: non è la chiesa bensì il Vaticano, che è ben altra cosa, l' oggetto dell' articolo.
Salta agli occhi con evidenza il doppio-pesismo e i legami di compromissione con questo governo, pur di avere agevolazioni in tutti i campi, dalla scuola alle tasse, che se non le pagano loro le paga il popolo italiano. A volte mi chiedo dov'è la morale insegnata da GESU', di "lasciare le ricchezze e di seguirlo". Ma forse si riferiva solo ai poveri, così si spiega l' abbondanza in cui prospera il vaticano e le scarse vocazioni sacerdotali.
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