martedì 13 luglio 2010

Tra cene corrette e inviti sbagliati.

Viviamo una vita all’insegna del dinamismo e della velocità, ma anche della superficialità. Costretti a muoverci in questa estate torrida tra diverse città di diverse nazioni europee, con lingue e pratiche di informazioni differenti, ascoltiamo e leggiamo notizie da telegiornali francesi, inglesi, spagnoli e tedeschi (i notiziari italiani in Europa praticamente non esistono e se ci sono nessuno li legge) che a furia di stratificarsi velocemente nella nostra mente ci rimangono solo flash giornalistici quasi sempre incompleti e approssimativi. In questi ultimi giorni le maggiori televisioni europee (la Rai è sempre assente dalla scena internazionale) hanno insistito, giustamente, sull’anniversario della strage di Srebenica per ricordare il massacro di quindici anni fa quando furono trucidati ottomila musulmani bosniaci con la complicità pilatesca di un reparto di militari olandesi dell’ONU (i famosi caschi blu) che avrebbero dovuto proteggerli dalla furia omicida dei reparti serbo-bosniaci, capitanati dal folle e psicopatico generale Mladic. In Italia c’è stato solo un piccolo trafiletto e basta. Dicono che questo tipo di informazione annoia gli italiani. Avremmo voluto approfondire questo tema denunciando la colpevole assenza dei politici europei del tempo (e di oggi) e delle Nazioni Unite di allora, che hanno permesso, non dimentichiamolo mai, lo scempio dei valori relativi alla difesa della vita dei più deboli. Assassini sono stati i serbi-bosniaci che hanno stuprato donne e ucciso poveri e inermi cittadini della Bosnia, ma corresponsabili sono state le autorità religiose cristiano-ortodosse di quel paese, che non hanno fatto nulla per fermare il massacro. Di questo nessuno ne parla. Ancora una volta abbiamo assistito alla irresponsabile condotta di religiosi che invece di aiutare i più deboli hanno facilitato il compito agli aguzzini. Siamo molto arrabbiati contro i serbi di quel Milosevic che aiutò le truppe serbo-bosniache dell’assassino Mladic ma siamo ancor più arrabbiati contro la Rai berlusconiana di oggi che invece di pubblicizzare adeguatamente questi fatti li ha colpevolmente taciuti. Rientrati in Italia abbiamo visto che di tutto questo, sulla stampa nazionale, non vi è alcuna traccia. Trionfa invece la “madre di tutte le notizie”, ossia che nel salotto di casa Vespa - complice il trucco dei suoi 50 anni di attività giornalistica e in coincidenza degli altri 50 anni di attività religiosa del Cardinal Bertone Ministro degli Esteri del Vaticano - i due si sono incontrati a cena insieme, guarda un po’, a Silvio Berlusconi e ad altri commensali di illustre rango. Siamo sbalorditi da siffatta notizia. Ma a una riflessione più attenta e adeguata ci siamo detti che non poteva non essere che così. Cosa volete che interessi ai giornali italiani il tragico avvenimento bosniaco a confronto della ghiotta notizia della presenza di Sua Eminenza Eccellentissima il Cardinal Bertone nel salotto di Vespa? Nonostante tutto noi siamo rimasti di stucco per questo ennesimo fallo a gamba tesa dell’Eminentissimo Cardinale di Sacra, Apostolica e Romana Chiesa Cattolica. Diciamo a chiare lettere che a nostro parere la presenza del Cardinal Bertone alla tavola di casa Vespa e soprattutto alla presenza del Presidente del Consiglio non solo ci sconcerta ma addirittura ci procura un senso di nausea sulla inopportunità della sua presenza. Ma siccome il “diavolo”, a volte, ci mette lo zampino, il Cardinale non ha calcolato che così facendo ha lasciato la prova ufficiale dell’esistenza del rapporto politico preferenziale esistente tra il Vaticano e il governo Berlusconi. Non si spiega altrimenti il perché della sua presenza alla cena che, al di là dei trucchi più o meno ingenui e sempliciotti del padrone di casa per nascondere i veri motivi dell’incontro, si trovava lì per veri scopi di squallida politica di do ut des. Forse per rinnovare quel “patto d’acciaio” che ha permesso ai due di avere quello che volevano in quest’ultimo decennio? Ma non si era detto che era necessaria una libera Chiesa in un libero Stato? C’è il rischio che la Chiesa Cattolica, ormai sconfitta in modo irreversibile in Europa in tema di valori dove ormai impera un vero e proprio laicismo di Stato, da troppi anni ha scelto come “protetto-protettore” politico il discutibile e discusso Cavaliere Silvio Berlusconi, protagonista ormai imbattuto delle maggiori vicende giudiziarie del paese. Che squallido giochetto ci sta proponendo il Cardinal Bertone? Certo che a voler insistere sul tasto che la Chiesa “non fa politica” a questo punto neanche i sassi ci credono più! Come siamo caduti così in basso. Mai avremmo potuto immaginare che la Grande Chiesa Cattolica più che essere lo sponsor per eccellenza del Cavaliere è proprio Lei ad essere sponsorizzata da quel Silvio Berlusconi pluri-divorziato e insuperato gaffeur di Stato, che esalta il cucù alla Cancelliera Merkel , e che continua imperterrito con il suo gigantesco e colossale conflitto di interessi a fare soldi in modo improprio e interessato.

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